Aprirà nel 2023 BeMA – Beirut Museum of Art in Libano. Il progetto e il racconto dei protagonisti
Avrà una superficie esterna porosa con 70 balconi e percorsi verticali il nuovo museo di arte libanese moderna e contemporanea di Beirut. A raccontarci la mission e il concept del BeMA sono i progettisti e i membri fondatori del museo
Con una superficie di 12.000 mq aprirà nel 2023 il BeMa: Beirut Museum of Art. Il nuovo museo sarà situato nel cuore di Beirut, su quella che era la linea di demarcazione durante la guerra civile, e ospiterà opere di arte moderna e contemporanea libanese. “L’incredibile vibrazione, resilienza e creatività di Beirut mi hanno sempre ispirato personalmente anche come architetto”, racconta ad Artribune l’architetto di origine libanese Amale Andraos, cofondatrice insieme a Dan Wood dello studio WORKac, che realizzerà il museo. “La vita sembra sempre di nuovo crescere, nonostante tutto. Volevo che il nostro progetto contribuisse a questa energia portando la vita e l’arte insieme, come parte della città”. Il BeMa sarà infatti un “museo aperto” alla città.
LA MISSION DEL MUSEO
La direzione del museo è guidata dall’Association for the Promotion and Exhibition of the Arts in Lebanon (APEAL). “Il Beirut Museum of Art è progettato per mostrare e celebrare l’arte moderna e contemporanea libanese, nonché il lavoro creato da artisti nella diaspora libanese e in tutto il Medio Oriente”, ci spiegano Henrietta Nammour e Sandra Abou Nader, entrambi membri fondatori di BeMA e rispettivamente presidente e vicepresidente di APEAL. “Tuttavia il museo non è semplicemente un’istituzione statica con una collezione: al suo interno ha una missione sociale, civica. Ancora prima di aprire le nostre porte, BeMA si impegna a collaborare con le istituzioni artistiche locali per sostenere l’arte contemporanea e coinvolgere la comunità in tutto il Libano tramite residenze d’artista, mostre, un programma educativo per le scuole, restauri di opere e ad avviare collaborazioni a lungo termine con partner e musei limitrofi. Grazie agli spazi pubblici, e quelli destinati alle performance ed eventi, l’edificio progettato da WORKac ci aiuterà a realizzare la nostra mission e raggiungere un nuovo pubblico”.
IL PROGETTO ARCHITETTONICO
“Nel progettare un ‘museo aperto’ siamo stati ispirati dalla mission di BeMA, ovvero promuovere il dialogo e l’accessibilità”, si spiegano Amale Andraos e Dan Wood, “il cui involucro ispessito crea l’opportunità di incontrare l’arte in modi nuovi, e di rendere le superfici verticali dell’edificio una serie di ambienti esterni che sono parte integrante dello spazio pubblico del campus e della città”. Il progetto prevede spazi pubblici per ospitare programmi educativi ed eventi, ma anche terrazze, una biblioteca, un teatro, una caffetteria, un bookshop, e sul tetto un ristorante con vista panoramica sulla città. Il fulcro del progetto è l’involucro esterno dell’edificio, le sue facciate, che con i suoi 70 balconi, percorsi verticali e vetrate, consente la permeabilità propria di un “museo aperto”. Le terrazze diventano dei luoghi ibridi di spazio interno-esterno dove è possibile organizzare performance, eventi e incontri, tramite le quali l’arte diventa parte della città. Un elemento da sottolineare è anche il design delle facciate: tutta una serie di rientranze e sporgenze, curve e linee rette, che sembrano essere la trasposizione tridimensionale dell’opera Casa di scale di Escher. Il museo prevede inoltre 2.700 mq di spazio espositivo, che rappresenta il 30% della superficie interna totale dell’edificio. Il BeMa aprirà le sue porte nel 2023, nel frattempo vi mostriamo i render del progetto e i suoi schemi distributivi.
– Ilaria Bulgarelli
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