Luca Francesconi vi presenta Orlando. E lo battezza con un party nei giorni di MiArt. Una mostra, un progetto, un data base, un’idea collettiva. Un ritratto della Sicilia e dei siciliani
Il titolo è Orlando, il luogo la Fondazione Brodbeck di Catania. O meglio, di luoghi ce ne sono altri quattro, e sono tutti spazi non profit siciliani: il palermitano L’A, il catanese Bocs, il Coca di Modica e La Guardiola di Piraino, nel messinese. Di mezzo c’è un artista, anzi sette artisti. Uno dei quali, […]
Il titolo è Orlando, il luogo la Fondazione Brodbeck di Catania. O meglio, di luoghi ce ne sono altri quattro, e sono tutti spazi non profit siciliani: il palermitano L’A, il catanese Bocs, il Coca di Modica e La Guardiola di Piraino, nel messinese. Di mezzo c’è un artista, anzi sette artisti. Uno dei quali, però, fa il curatore. Insomma, ricapitolando: Luca Francesconi, insofferente ai ruoli e ai compartimenti stagni, cambia pelle e s’inventa un format curatoriale che è una specie di esperimento, progetto espositivo pensato secondo un modello diffuso, corale e frammentato. Ecco allora che invita George Henry Longly, Yannic Joray, David Douard, Emanuele Marcuccio, Katja Novitskova e Andrea Romano a partorire delle riflessioni in forma di opere ed eventi, da distribuire tra i quattro project space siciliani e la Fondazione catanese. Il tema? La Sicilia, of course. O meglio, la “sicilitudine”. Quella che abita l’immaginario collettivo, quella legata alla tradizione, quella che sgorga dalla storia e le memorie del Mediterraneo: la Grecia classica, il mito, Demetra e Persefone, Eleusi, l’antica Roma, l’Africa del Maghreb, i Borboni, gli Arabi e i conquistadores normanni… E poi il folklore, i cliché cinematografici e quelli che proliferano sul web, tra siti e blog o nell’approssimazione stereotipa di second life.
La questione meridionale si fa questione estetico-concettuale, da sviluppare in un compendio visivo a più voci. Qualcosa che funzioni come un data base, ove convogliare quei segni condivisi che, globalmente, tratteggiano un’identità locale. Ne vien fuori una “rappresentazione di Antropologia Radicale”, un ritratto che segue un movimento a zig zag tra cultura digitale e concretissime specificità territoriali.
In attesa dell’opening, programmato per il prossimo 24 settembre, Luca Francesconi s’inventa un launch party milanese, nei giorni frenetici di MiArt. Appuntamento all’Atomic, giovedì 12 aprile, per il battesimo di Orlando…
– Helga Marsala
Orlando launch party
12 aprile 2012, start h. 22
Atomic Bar – Via Felice Casati 24, Milano
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