Il design stregato di Sara Ricciardi. A Benevento
SWING Design Gallery, Benevento – fino al 12 gennaio 2019. Nuovo volto per la galleria SWING, che cambia sede trasferendosi nello storico Palazzo Collenea Isernia. Tra stemmi familiari e capitelli, la designer milanese Sara Ricciardi ritorna alle sue radici.
A inaugurare il nuovo spazio della galleria SWING a Benevento è Sara Ricciardi (Benevento 1989; vive a Milano), fra le più interessanti designer del panorama milanese. Memorie del luogo, ricordi ancestrali, storia locale si fondono in questa mostra profondamente legata allo spirito del luogo. Al limite tra arte e design, rispecchia da vicino personalità e formazione della gallerista Angela da Silva, da sempre attratta dai due linguaggi.
RITMO SABBA
Già a partire dal titolo ‒ Ritmo Sabba ‒, la connessione con questo territorio misterioso abitato nel passato da Sanniti, Romani e Longobardi è particolarmente presente. Sabba indica infatti il convegno di streghe in presenza del demonio durante il quale venivano professati credi pagani legati all’adorazione di Iside attorno a un grande albero di noce, nei pressi del fiume Sabato. Nella mostra Sabba c’è anche un carillon luminoso, con una radice che riprende il ritmo della danza roteante delle streghe. Ombre di rami si proiettano sulle pareti, creando uno spazio molto suggestivo amplificato da un ritmo sonoro che ripropone rumore di foglie e crepitii del fuoco. La situazione sembra capovolgersi, come se a danzare fossero gli alberi stessi attorno al pubblico. Approccio performativo e sperimentazione materica caratterizzano infatti il modus operandi di Sara Ricciardi, dando luogo a un design capace di trascendere l’oggetto stesso, riuscendo a porsi come esperienza misterico-spirituale.
IL DESIGN COME NARRAZIONE
La mostra è anche un racconto che parte dalle origini beneventane della designer, richiamate simbolicamente dalle radici elemento più volte presente nei lavori. Al centro Memoriale Stregato, incensiere in ottone e marmo nero che rievoca l’idea del fuoco e del rogo, mentre il noce è richiamato direttamente da un vaso ispirato all’ikebana, l’arte di disporre i fiori recisi, suggerendo un’elevazione spirituale attraverso la sua forma ascendente.
La stessa architettura del palazzo che ospita la galleria influisce sulle sedute ideate dalla Ricciardi: porzioni di colonne e capitelli d’epoca romana disseminati nella corte ispirano capitelli, tavoli e preziose panche maiolicate, cavalli longobardi, risultato di una forte stilizzazione formale. Un linguaggio che non fa a meno della storia, da cui trae energia per dare vita a un design capace di trascendere la dimensione puramente oggettuale, trasformandosi in una narrazione amplificata dal contesto ambientale.
‒ Antonella Palladino
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