Tra architettura contemporanea e tutela storica. Una mostra alla Triennale di Milano

In quale modo l’architettura contemporanea aggiunge valore al patrimonio costruito? Lo raccontano quattro progetti esemplari al centro della mostra curata da Simona Galateo, inaugurata da una lecture di Cino Zucchi. L’allestimento nelle immagini di Delfino Sisto Legnani e Marco Cappelletti

Re-build in the built environment analizza l’attualissimo tema del rapporto tra architettura contemporanea, tutela storica e valorizzazione del patrimonio costruito. Per farlo espone quattro progetti-modello di buona architettura dalla firma italiana: la Morgan Library di RPBW, le Gallerie d’Italia di Michele De Lucchi, la Terrazza Triennale di OBR Paolo Brescia e Tommaso Principi e il Tempio Capitolino di Brescia. Curata da Simona Galateo, racconta quattro modi di fare architettura in relazione con il tessuto urbano, soffermandosi su quali significati assumono queste nuove esistenze. Proprio nell’anno europeo dedicato al Patrimonio Culturale, Re-build in the environment è un invito a promuovere le buone pratiche volte a preservare, gestire e valorizzare le preziose eredità di cui disponiamo. “Il termine re-build è qui utilizzato come sinonimo del più diffuso riciclo – racconta Galateo ad Artribune – proprio per spostare l’attenzione dal predominio dei valori dell’esistente, troppo spesso un vero e proprio freno per le trasformazioni architettoniche e urbane, ai valori di principi progettuali capaci di manipolare l’edificato per l’istituzione di nuovi cicli di vita e per il miglioramento dell’efficienza energetica.”

Re-build in the built environment, allestimento di Piovenefabi. Courtesy la Triennale di Milano

Re-build in the built environment, allestimento di Piovenefabi. Courtesy la Triennale di Milano

UN ALLESTIMENTO IN TRE ATTI

Promossa da Capoferri, eccellenza italiana nel serramento su misura nonché azienda che ha collaborato alla realizzazione dei quattro progetti esposti, la mostra è stata anche l’occasione per riaprire tre finestre originali della sala progettate da Giovanni Muzio nel 1933. Il focus sul serramento permette inoltre di approfondire il tema della sostenibilità ambientale. “God is in the details”, diceva Mies Van Der Rohe, perché oltre al senso estetico della finestra, c’è quello pratico di elemento architettonico che, se ben studiato, assicura la massima efficienza termodinamica. All’interno del topic della mostra rientra la progettazione di architettura sostenibile anche se, come ha ricordato Cino Zucchi, durante la lecture in occasione dell’inaugurazione di Re-build: “Tutte le architetture dovrebbero essere sostenibili”. A curare l’allestimento è lo studio milanese Piovenefabi, che mette in scena i progetti attraverso tre livelli di intervento. Il primo è proprio la riapertura delle tre grandi finestre, tamponate da tempo, che esprime la volontà della Triennale di riportare l’edificio di Giovanni Muzio al suo disegno autentico. Secondo atto dell’intervento di Piovenefabi è la parete che diventa lo storytelling del saper fare di Capoferri e raccoglie oltre quaranta campioni in legno e acciaio di dettagli di progetti. Il terzo elemento è la struttura cruciforme centrale in inox sabbiato, dove sono esposte le fotografie dei quattro progetti – realizzate da Giovanna Silva – e i disegni architettonici. All’interno di ciascuna struttura si trovano anche i mock-up di progetto e i tavoli-vetrina che rendono scenografico il racconto della componentistica minuta prodotta su misura per realizzare ciascun edificio.

Tempio Capitolino di Brescia, foto di Giovanna Silva dei quattro edifici in mostra. Courtesy la Triennale di Milano

Tempio Capitolino di Brescia, foto di Giovanna Silva dei quattro edifici in mostra. Courtesy la Triennale di Milano

IL FOCUS SUI QUATTRO PROGETTI

I quattro progetti, alcuni riusi e alcuni nuovi innesti, vengono raccontati dalla scala urbana fino al dettaglio del serramento. Renzo Piano, nel 2006, realizzò la Morgan Library intervenendo su un edificio del 1906 dell’architetto Charles McKim; progettò una grande piazza ipogea e nuovi innesti in vetro e acciaio perfettamente aderenti al tessuto esistente. Proprio nel Palazzo della Triennale, all’ultimo piano, lo studio OBR di Paolo Brescia e Tommaso Principi ha realizzato nel 2015 la Terrazza: un volume interamente trasparente a pianta libera arretrato rispetto ai portali della facciata storica, da cui riprende il passo strutturale, dell’edificio di Giovanni Muzio. Sempre a Milano lo studio di Michele De Lucchi ha restaurato la sede storica della Banca Commerciale, prevedendo l’integrazione di Palazzo Anguissola, già restaurato negli anni Novanta; del disegno del percorso espositivo la cosa più interessante è la lettura degli spazi in base alle epoche in cui sono stati costruiti i palazzi. Infine nel Tempio Capitolino di Brescia, riconosciuto patrimonio dell’Umanità dall’Unesco nel 2011, Capoferri ha realizzato nel 2013 i tre grandi portali in bronzo; si tratta di un intervento “rispettoso dell’esistente”, perché condotto seguendo le concessioni della Soprintendenza ai Beni Ambientali e Architettonici per salvaguardare l’antica struttura.

-Bianca Felicori

www.triennale.org/

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Bianca Felicori

Bianca Felicori

Bianca Felicori è architetto junior e studentessa del corso di Laurea Magistrale in Architettura e Disegno Urbano presso il Politecnico di Milano. Inizia il suo percorso nella redazione di Domus insieme all’ex direttore Nicola Di Battista, correlatore della sua tesi…

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