Emanuele Mascioni – Il Taccuino di Bor
Il Taccuino di Bor è il titolo della serie fotografica di Emanuele Mascioni realizzata nel 2016 a Bor, cittadina nella Serbia orientale sorta ai margini della grande miniera di rame RTB Bor.
Comunicato stampa
Il Taccuino di Bor è il titolo della serie fotografica di Emanuele Mascioni realizzata nel 2016 a Bor, cittadina nella Serbia orientale sorta ai margini della grande miniera di rame RTB Bor.
Il 20 maggio 1944, il grande poeta ungherese Miklós Radnóti (1909 - 1944) venne deportato in questa zona mineraria, e all'inizio di novembre dello stesso anno, trucidato con altri ventuno compagni di lavori forzati sulle sponde del fiume Rábca. Nel 1946, durante la riesumazione della fossa comune, insieme a documenti, foto e lettere, venne ritrovato anche un taccuino con le sue ultime liriche scritte in prigionia, a cui è stato dato il nome Taccuino di Bor (Bori Notesz). Come scrive Edith Bruck, Miklós Radnóti "rappresenta un caso unico nella storia della letteratura ebraica: il solo poeta che è riuscito a comporre anche all'interno del campo di concentramento dove era rinchiuso."
Una sezione della mostra sarà dedicata alla storia di Radnóti e del Taccuino, ricostruita grazie ai documenti del lascito di Fanni Radnóti, conservati presso la Biblioteca dell’Accademia ungherese delle Scienze.
In occasione dell’apertura della mostra alle ore 18.00 si terrà nella Sala Liszt, al Piano Nobile dell’Accademia d’Ungheria in Roma, la presentazione del catalogo a cura di Ilari Valbonesi e della mostra, con interventi di Antal Babus (MTA), Győző Ferencz (Università degli Studi Eötvös Loránd di Budapest), e il fumettista serbo Aleksandar Zograf.
Introduce: Prof. István Puskás, direttore dell’Accademia d’Ungheria in Roma.
Durante la presentazione Edith Bruck leggerà Miklós Radnóti.
Il catalogo costituisce la prima edizione italiana integrale del Taccuino di Bor di Miklós Radnóti tradotto da Edith Bruck.
In appendice, 14 tavole sulla storia della prigionia di Miklós Radnóti realizzate dall’illustratore serbo Aleksandar Zograf.