Emilio Cavallini – Geometric Abstraction
Interface HUB/ART presenta Geometric Abstraction che ripercorre la storia creativa di Emilio Cavallini dal 1970 ad oggi.
Comunicato stampa
Interface HUB/ART presenta Geometric Abstraction che ripercorre la storia creativa di Emilio Cavallini dal 1970 ad oggi.
La mostra, a cura di Greta Zuccali e Luca Timpani, è realizzata grazie al supporto tecnico di Interface Facility Management, e sarà aperta dal 18 gennaio al 31 marzo 2019.
Inaugura a Milano giovedì 17 gennaio alle ore 18:30 presso lo spazio espositivo no profit Interface HUB/ART la mostra di Emilio Cavallini Geometric Abstraction un percorso composto da più di trenta opere che svela l'universo artistico del celebre creatore di calze femminili, iniziato negli anni Settanta e giunta fino ad oggi.
In concomitanza al ME Milan Il Duca a Milano - hotel a 5 stelle della catena internazionale Melia Hotels International - saranno esposte altre opere dell’artista e stilista Emilio Cavallini, in un gioco di osmosi con il pubblico che coinvolgerà la reception, la library, il corridoio centrale ed il Radio Rooftop Bar. La mostra è parte del Cultural Program by MEbyMELIA che apre i propri spazi alla cultura e all’arte.
Emilio Cavallini è un imprenditore tessile, fondatore della Stilnovo di San Miniato, azienda che produce calze fantasia esportate in tutto il mondo. Parallelamente Cavallini ha da sempre coltivato la passione per l’arte: dalla costante ricerca artistica e dal riutilizzo del filo di nylon, dei tessuti stampati e di bobine per filati nascono opere d’arte contaminate dalla moda.
Dal 2010 Cavallini decide di dedicare il suo impegno totalmente all’arte. Nel febbraio 2011 la Triennale di Milano gli dedica un’ampia retrospettiva e le sue opere vengono finalmente mostrate al pubblico. In quell’occasione viene anche realizzato un volume monografico dal titolo “La magnifica ossessione”, edito da Skira e curato da Benedetta Barzini, nel quale viene tracciato l’anomalo percorso intrapreso dall’imprenditore-artista con assoluta naturalezza.
Si scopre così che il lavoro di Cavallini può essere considerato a tutti gli effetti d’avanguardia ed inserito, seppur in un contesto di sviluppo autonomo, nell’alveo della ricerca artistica della seconda metà del ‘900, in direzione optical-cinetica, analitica e generativa.
Geometric Abstraction è anche una celebrazione del colore, elemento vitale nel lavoro di Cavallini. Per dare profondità l’artista non usa un colore solo, ma, due, tre, a volte anche quattro. Dietro c’è tutta la sua storia, il lavoro di quarant’anni.
In mostra presso il bistrò di Interface HUB/ART anche 6 stalattiti realizzate in filo di nylon dell’altezza di 4 metri che contribuiranno a creare un dialogo con il pubblico in un’atmosfera misteriosa.
Per la mostra è stato realizzato un catalogo con testo critico di Laura Cherubini.
Emilio Cavallini nasce a San Miniato (Pisa) nel 1945. Nella seconda metà degli anni ’60 comincia a dedicarsi alle sue grandi passioni: la moda e l’arte. Per i successivi 40 anni continua incessantemente a tessere una relazione inestricabile fra i due mondi, con un costante lavoro di spola fra arte e moda. Alla fine degli anni ’60 a Londra incontra Mary Quant. Gli viene chiesto di esplorare le potenzialità delle calze nel vestire le gambe femminili, messe in evidenza dalla minigonna. Cavallini risponde a questa esigenza rivoluzionando la percezione della calza, la nobilita alla stessa dignità dell’abito nella funzione di ridefinire la donna, prendendo ispirazione dal mondo dell’arte contemporanea. Il suo stile innovativo nel considerare l’accessorio femminile lo porta a collaborare con le maggiori griffe internazionali come Mary Quant, Dior, Celine, Balenciaga, Alexander McQueen e Gucci, e ad avere come testimonial star come Madonna, Beyoncé, Lady Gaga e tante altre. La sua attività di stilista lo favorisce nella frequentazione degli ambienti artistici internazionali, in particolar modo degli Stati Uniti. Contemporaneamente alla sua attività e mentre cresce la sua notorietà nel mondo della moda coltiva la sua creatività anche nell’ambito dell’arte, realizzando opere di grande qualità solo per soddisfare le sue esigenze interiori. Dal 2010, Cavallini decide di dedicare la sua attenzione interamente all’arte e di mostrare al pubblico le sue opere. Per la realizzazione delle opere utilizza materiali inusuali mutuati dal mondo della moda: filo di nylon, tessuti in poliammide stampati, le stesse calze, bobine per filati. La progettualità della sua ricerca artistica prende il via da elementi base della geometria la cui composizione si struttura secondo leggi matematiche. Punti, linee, quadrati, triangoli, cerchi, organizzati nello spazio tridimensionale secondo leggi combinatorie, permutazioni o algoritmi di accrescimento dalle più recenti teorie matematico-geometriche, danno vita a strutture frattali, catastrofiche, diagrammi, o attrattori, come testimoniano i titoli delle opere.