Palazzo dei Diamanti. Il documento ufficiale con cui il Governo ha bloccato il progetto
Pubblichiamo il Documento con il quale il Direttore Generale del Mibac Gino Famiglietti stronca all’ultimo istante utile il progetto di allargamento e riqualificazione di Palazzo dei Diamanti con la realizzazione del padiglione dei Labics.
Artribune aveva anticipato tutto quanto ieri, oggi puntuale come un orologio (anzi in ritardo di due anni!) è arrivata l’ufficialità. Il Ministero, per mezzo del Direttore Generale Gino Famiglietti, come abbiamo detto ha inviato la sua nota alla Soprintendenza ieri e oggi, sul filo del rasoio rispetto ai temi del silenzio assenso, la stessa Soprintendenza ha scritto al Comune di Ferrara.
L’UNICUM ITALIANO
Qui abbiamo tutti i documenti. Iniziamo con quello del Ministero verso la Soprintendenza. Dopo aver esordito citando la Costituzione Italiana (sì, ha bloccato questo concorso in nome della Costituzione Italiana!) e una serie di altre norme, il Direttore Generale enumera tutta una serie di convenzioni internazionali che dovrebbero avvalorare il suo diniego. La Carta di Atene degli Anni Trenta, la Convenzione di Faro, la Carta di Venezia. Tutti accordi tra paesi condivisi a livello mondiale, peccato che a livello mondiale non vi sia praticamente un solo museo storico (anche palazzi più importanti di Palazzo dei Diamanti) che non abbia beneficiato di un clamoroso allargamento, estensione, modifica, aggiornamento. Le convenzioni internazionali esistono dovunque, però dovunque si può allargare il Prado, si può estendere la Tate, si può espandere con una piramide il Louvre, si può raddoppiare il Reina Sofia mentre da noi questo “compromette l’integrità”. Una compromissione presente nella testa solo di qualche funzionario pubblico che però impatta sulla vita di tutti in barba ai concorsi internazionali, in barba al buon senso e in barba alla democrazia.
IL DIRETTORE GENERALE-URBANISTA
Nelle sue disposizioni finali, poi, il Ministero per mano di Famiglietti si trasforma in urbanista, in amministratore locale, in architetto o magari in geometra arrivando a consigliare alternative più o meno strampalate e fuori luogo. Sono state fatte delle scelte politiche, sono state calate nel territorio e spiegate ai cittadini, sono state condivise da tutti gli organi di controllo locali, sono stati trovati fondi europei, sono stati fatti concorsi d’architettura internazionali (due!) per un lavoro da pochi milioni di euro che si poteva considerare anche sotto soglia e dopo due anni arriva il ministero e consiglia di realizzare tutto sottoterra, di realizzare tutto da un’altra parte, in un altro edificio. Se non è surrealtà questa diteci voi… In un passaggio Famiglietti sostiene anche che la struttura in realtà non è reversibile
LE CARTE DEL MINISTERO
Ma i lettori potranno farsi un’idea diretta leggendo le carte, dopo aver approfondito tutto il resto della storia nei nostri articoli già usciti su questo argomento. Qui la lettera di Famiglietti, a seguire quella della Soprintendenza al Comune di Ferrara che parla per il 90% delle pagine di tutt’altro e poi liquida la questione con una frase di circostanza: riguardo al padiglione nuovo visto che il Ministero ci ha detto di no vi diciamo di no e anzi vi alleghiamo quel che ci hanno scritto loro. E la farsa è compiuta. La cosa atroce è che farà giurisprudenza.
LE CARTE DELLA SOPRINTENDENZA
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