Anno nuovo per la Galleria Continua: quattro artisti internazionali invitati a San Gimignano
La Galleria Continua di San Gimignano apre la nuova stagione ospitando i lavori di Giovanni Ozzola, Nikhil Chopra, Ilya & Emilia Kabakov e Nari Ward. Quattro personali per un panorama espositivo variegato
La Galleria Continua di San Gimignano inaugurerà a breve – il 26 gennaio per la precisione – la stagione espositiva del 2019, e lo farà con mostre personali di quattro diversi artisti stranieri, tra midcareer e storicizzati. Le opere quindi di Giovanni Ozzola, Nikhil Chopra, Ilya & Emilia Kabakov e Nari Ward saranno riunite tra le mura della sede storica della galleria (lo stesso luogo in cui tutto ha avuto origine), creando, ancora una volta, un ponte ideale tra il piccolo comune toscano e il panorama artistico internazionale.
– Giulia Ronchi
Galleria Continua
Via del Castello 11,
San Gimignano (SI), Italia
tel. +390577943134
[email protected]
www.galleriacontinua.com
ATOMI E COLLISIONI STELLARI IN GIOVANNI OZZOLA
La Northwestern University di Evanston ha recentemente scoperto che circa la metà del nostro corpo ha origine cosmica: siamo agglomerati di atomi provenienti da collisioni stellari e la nostra massa è in media composta da 7 miliardi di miliardi di miliardi di atomi. Sono questi i dati scientifici da cui Giovanni Ozzola (Firenze, 1982) parte per la creazione di un progetto espositivo pensato ad hoc per la galleria, suggestionato dalla componente umana e cosmica. “Siamo, ad un livello profondo, universo in forma umana… ogni singolo individuo con la sua complessità e con il suo modo di essere e percepire il mondo non è altro che un’infinita parte dell’universo” afferma infatti l’artista. “L’ottilione, una cifra numerica seguita da quarantotto zeri, è il numero di atomi che compongono il corpo umano ed è idealmente l’immagine da cui ha preso avvio questo progetto espositivo”. Sarà quindi visibile fino al 7 aprile presso gli spazi del cinema-teatro della Galleria Continua di San Gimignano Octopus, il progetto espositivo che raccoglie opere di varia entità: porzioni di muro che mantengono tracce di pittura, fotografie che mostrano il mutare della luce su momenti quotidiani, immagini che testimoniano la pratica costante dell’artista, quella di non smettere mai di confrontarsi costantemente con questioni filosofiche fondamentali, quali l’esistenza umana e il senso della vita.
LA STANZA BUIA DI ILYA & EMILIA KABAKOV
Ilya Kabakov (Ucraina, Dnipropetrovs’k 1933) ed Emilia Kabakov (Ucraina, Dnipropetrovs’k 1945), sono la coppia che ha stupito e provocato il mondo con le loro opere a partire dagli anni Sessanta: partendo da oggetti e immagini legati alla vita quotidiana, hanno raccontato i cambiamenti politici avvenuti nel corso del tempo, tra cui l’ascesa e la caduta dell’Unione Sovietica e le condizioni di vita nella Russia post-stalinista. Nell’installazione presentata alla galleria di San Gimignano, The Eminent Direction of Thoughts, presentano una stanza buia al cui interno è posta una sedia, alla quale sono fissate delle corde colorate che si allungano verso l’alto. Appesa al soffitto, una lampadina nuda e trasparente. Dietro alla sua estetica sognante e ambigua, l’opera è frutto dell’approccio degli artisti, in bilico tra irrazionalità e dato oggettivo: “La nostra vita consiste del nostro lavoro, sogni e discussioni”, dichiara la stessa Emilia Kabakov.
LE “DOWN DOORS” DI NARI WARD
“La porta è un oggetto che, quando è in uso, suggerisce uno spazio di transizione da un luogo a un altro”, afferma Nari Ward (St. Andrew, Giamaica, 1963), una delle voci più significative nel panorama culturale afroamericano. “I lavori di Down Doors devono essere visti come portali sconfinati e anche come ripostigli. Queste porte appartengono a uno spazio di anticipazione o speranza: il loro potere risiede tanto nella loro vulnerabilità quanto nel senso di indipendenza”. L’artista giamaicano affronta da sempre, tramite il proprio lavoro, tematiche legate alle complesse realtà politiche e collettive del nostro tempo: razzismo, emarginazione, potere, migrazione, identità nazionale, diritto alla cittadinanza, divario tra ricchi e poveri e senso di appartenenza. Questioni spinose e talvolta tragiche che confluiscono nelle sue opere, composte da diversi materiali e beni di consumo utilizzati come testimonianza della vita economica e delle abitudini tipiche delle nostre società. Tra denuncia e riflessione sulle ragioni stesse dell’esistenza, il suo linguaggio parte dai valori universali e arriva a frammenti di esperienze vissute personalmente.
LA FLUIDITÀ DI NIKHIL CHOPRA
Uno degli elementi che caratterizza la ricerca di Nikhil Chopra è l’utilizzo della performance, nella quale inserisce armoniosamente anche disegno, fotografia, scultura e installazione. Le sue azioni trattano di temi quali l’identità, il ruolo dell’autobiografia, la posa, la metamorfosi e l’autoritratto; un dialogo tra l’opera e la vita quotidiana, in cui l’una confluisce fluidamente nell’altra diventando parte integrante del processo creativo. Alla Galleria Continua di San Gimignano sarà presentata Drawing a Line through Landscape, l’opera realizzata dall’artista nel 2017 in occasione della sua partecipazione a documenta 14 di Kassel.
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati