In a Nutshell: il mondo, in sintesi
Una geniale animazione si confronta con un obiettivo sulla carta impossibile: raccontare l'intero mondo in pochi minuti. In qualche modo, però, con tanta fantasia e l'uso intelligente di forme e colori, “In a nutshell” riesce nel suo intento
In a nutshell, che tradotto in italiano sta per “in sintesi”, è un intelligente spaccato della nostra storia contemporanea narrato attraverso il sapiente accostamento di elementi tanto diversi quanto affini. Diretto nel 2017 dal giovane regista svizzero Fabio Friedli (Berna, 1986) dello studio di animazione YK Animation Studio, il breve cortometraggio (che tanto sembra ispirarsi sia alle pionieristiche teorie sul montaggio di Ejsenstein che a un geniale sperimentatore dello stop motion come il ceco Jan Svankmajer) si presenta come un momento di riflessione non solo su tutto ciò che sta caratterizzando questa precisa epoca storica, ma anche sulla nostra stessa esistenza. Si parte dunque da un seme, che poi si fa noce per assumere poco dopo le sembianze di un quaderno per appunti: un’esplosione vitale e creativa destinata a divenire sempre qualcos’altro.
Attraverso metafore visive e combinazioni cromatiche, l’intero video affronta in maniera minimalista tematiche che vanno dalla produzione di ordigni bellici alla tragica questione dei rifugiati, passando per la dipendenza da farmaci e sostanze stupefacenti, la squilibrata divisione delle ricchezze mondiali, le scellerate imposizioni da parte della presidenza di Donald Trump, l’alterazione della propria identità attraverso l’uso dei social network.
Vincitore di molteplici premi, tra i quali ricordiamo il Premio Under35 dell’A.I.A.C.E. di Milano nel 2017 e il I Premio nella categoria Miglior film sperimentale dell’Amarcort Film Festival di Rimini nel 2018, In a nutshell è ancora oggi di un’attualità disarmante; un piccolo capolavoro dell’animazione contemporanea.
– Valerio Veneruso
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