La cornice. Storie, teorie, testi
Una conversazione con Daniela Ferrari e Andrea Pinotti
curatori del volume La cornice. Storie, teorie, testi.
Comunicato stampa
Una conversazione con Daniela Ferrari e Andrea Pinotti
curatori del volume La cornice. Storie, teorie, testi
“Alle pitture un gran ruffiano”
Mezzana degli amori che nascono fra il quadro e lo spettatore, la cornice custodisce la soglia che separa l’immagine dalla realtà. La filosofia se ne accorge quando le avanguardie la contestano, mescolando il dentro e il fuori.
Introducono Cecé Casile e Azalea Seratoni
INGRESSO LIBERO
La storia della cornice affonda le sue radici nella notte dei tempi, quando la necessità di marcare un contorno che circoscriva l’immagine fa comparire una bordatura dipinta, come attesta l’arte dell’antico Egitto, quella greca e romana, carolingia e paleocristiana.
Modesta servitrice dell’immagine, la cornice è chiamata a delimitare un campo, a incanalare il nostro sguardo e a proteggerlo da ingerenze esterne. Essa ci avverte che stiamo per compiere un salto in un territorio irreale, quello dell’arte, nel quale vigono leggi spazio-temporali totalmente altre rispetto a quelle che regolano la vita ordinaria.
Giano bifronte rivolto da un lato all’immagine interna per sintetizzarla e dall’altro al mondo esterno che da quell’immagine viene separato, la cornice non è assimilabile a nessuno dei due contendenti ma è capace di relazionarsi con entrambi. Questa sua funzione resta in vigore fintanto che si accetta un’idea di arte come realtà separata da quella in cui viviamo e agiamo. Principio che le pratiche artistiche del XX secolo negheranno con forza. Un po’ come accade oggi nell’ambito degli ambienti immersivi a 360° in cui ci introducono i caschi di realtà virtuale, che mettono in discussione i confini dell’immagine fino a sopprimerli del tutto.
Presso la bottega dell’artigiano-artista Cecé Casile una selezione di opere del suo archivio storico offrirà ai curatori del volume nuovi spunti di riflessione sul tema.