Edoardo Mirabella Roberti
Mostra personale
Comunicato stampa
Mi piace viaggiare con il mio furgone Volkswagen Lt28 del 1989 in giro per l'Europa, costruendomi emozioni e cercando di guardare lontano. Il dettaglio nascosto allo sguardo oggettivo e distratto, una parte essenziale della realtà di tutti i giorni, ha sempre colpito il mio occhio.
Cerco di comprendere meglio quello che può' essere solo un sogno, senza perdere il mio intento fanciullesco ed ignorante, senza perdere l'angoscia nella frenetica azione che c'e' nel mio modo di vedere la vita. Attendo e ascolto e guardo. Nel mentre, un'infinita' di persone a me sconosciute. Oggi quasi amiche. Belle, colte, interessanti e a volte anche piccole iene. Persone meravigliose che mi aiutano costantemente a crescere. Allora eccomi qui, alla Buca, con un mio piccolo lavoro fatto di questo particolare momento della mia piccola vita e della sua storia. La passione per la fo- tografia nasce nelle tante domeniche passate a scattare insieme a mio padre, a lui dedico questo
mio primo capitolo. Queste opere, sono ritratti dedicati a questo mio mondo. Immagini ibride, segni con altri segni, sogni con altri sogni, lottando a favore dell’irriconoscibilità io cerco di fare il mio lavoro. Che lavoro non e'. Una meravigliosa infelicita', che e' ricerca. Che e' amore. Geometrie e colori sono gli elementi che più rielaboro; estrapolandoli dalla loro funzione oggettuale, cerco il più delle volte di dar loro un altro significato.
Una firma oppure un'ennesimo ricordo impresso a voce bassa:
"…tutto il mondo visibile mi attrae, senza quasi alcuna gerarchia di valori, e non certo per farne un confuso inventario ma per tentare di scoprire, delle molte cose viste, un aspetto nuovo ed essen- ziale, quasi un segreto che di volta in volta sarà umano, plastico o anche soltanto decorativo". (cit. Fulvio Roiter)
EDOARDO MIRABELLA ROBERTI
Tutto scaturisce da una telefonata di 4 anni fa.
Dal 2015 sono l’assistente di Roberto Coda Zabetta, attraverso il quale ho l’opportunità di entra- re in contatto con il mondo dell’arte. Inizio ad installare mostre per Pino Pipoli, per Case Chiuse, la grande retrospettiva di Aldo Mondino a Genova e intanto preparo tele, porto tele, incornicio tele, aiuto a dipingere tele. Inizio ad affiancare, in base alle necessità, l’ormai grande amico e soprattutto grande fotografo Henrik Blomqvist, grazie al quale inizio ad apprendere una teoria più approfondita sulla fotografia.
Nel frattempo ho collaborato con il Gambero rosso magazine e con il progetto Cantieri rcz.
Il riassunto di tutto questo movimento si esprime in una sigla: LT28. Esaudisco il mio sogno di comprarmi un furgone, con il quale durante l’anno trasportare tele o materiali per gli eventi come con l’associazione Ape di cui faccio parte e durante l’estate o qualsiasi altro buco libero, partire. Libero. Non senza inconvenienti, ma pur sempre divertenti.
Prima di tutto questo fotografavo, si, ma era solamente per creare un ricordo. Piano piano è cresciuta dentro di me la voglia di esprimere qualcosa o più semplicemente far vedere cosa vedo. E non essendo un mago con le parole ci provo con le mie immagini.