Davide Lovatti / Walter Vallini – Dialogo Incrociato
La Fusion Art Gallery presenta Dialogo Incrociato, la doppia personale del fotografo Davide Lovatti e dell’architetto, art-designer Walter Vallini a cura di Alessandro Parrella.
Comunicato stampa
La Fusion Art Gallery presenta Dialogo Incrociato, la doppia personale del fotografo Davide Lovatti e dell’architetto, art-designer Walter Vallini a cura di Alessandro Parrella.
La mostra fa parte dei circuiti NEsxT, COLLA e ContemporaryArt Torino e Piemonte.
Dialogo incrociato
di Alessandro Parrella
Il pensiero, il dialogo, il logos sono punti fermi di intelligenza e ragione, ci svelano energie creative ed esprimono fino in fondo quel bisogno di comunicare patrimonio dei veri artisti. Ma questo logos non è mai fine a se stesso, bensì, grazie ad un ragionato incontro con l’immagine, diviene un raffinato mezzo espressivo, una finestra tra pensiero e forma. E’ una finestra onirica a cui indirizzare concetti creativi e fecondanti, latori di quel germe di pensiero che si posa all’alba di ogni progetto, di ogni nuova idea.
Nasce così l’incontro tra il fotografo Davide Lovatti e l’architetto, art-designer Walter Vallini, in una sintesi di espressioni differenti, ma, mai dicotomiche. Linguaggi che si arricchiscono tra loro, facendo sintesi perfetta di un crocevia di idee che portano alla verità, alla giusta genesi che illumina lo stato entropico creativo, e, scevro da gerarchie, dona vigore e luce al concetto.
Vallini nei suoi progetti ama giocare con il quadrato, antica forma di perfezione e rigore essendo ben ancorato sui quattro lati. È un rigore per nulla anti dinamico, che diviene forma da cui partire per sviluppare con sicurezza un concetto. Parimenti Lovatti, forte della pulizia delle sue immagini, laddove schiettezza e nitidezza sono assolutamente stadi evolutivi, riprende ed esalta i progetti architettonici di Vallini attraverso un gioco di luce che è pura rivelazione.
Nascono così i dialoghi incrociati tra i due artisti, un naturale percorso espressivo archetipo di rigore architettonico e costruzione visiva che, “senza mancar d’ingegno e arte” come avrebbe detto Michelangelo, ci svelano il nitido e rigoroso spirito creativo di Vallini. Nelle teche qui raffigurate si possono ammirare sia lo stato embrionale del progetto quanto la sua realizzazione definitiva. Partendo da un foglio bianco, notiamo una prima linea rossa che è principio di vita, potente espressione di pensiero che illumina e invita a seguirne l’evoluzione, poi la mano dell’architetto si fa sintesi con un sicuro, ma mai tracotante tratto nero che è a sua volta presenza e assenza, sintesi e negazione degli spazi da creare. Il portale è blu, come la profondità di un accesso o di un pensiero che trova eco in uno specchio. Lo specchio è spesso presente nelle creazioni di Vallini sia come architetto che come art-designer, ed è qui tracciato con un giallo che con la sua centrifuga energia cromatica ci invita ad aprire i nostri orizzonti.
In un perfetto connubio tra il razionalismo di Gropius, in cui un ordine funzionale regola i progetti, fino a forme più libere e ben integrate nell‘ambiente tipiche dell’architettura organica di Frank Lloyd Wright, osserviamo, in un viaggio tra Nardò, Torino e Berlino, le idee di Vallini che si concretizzano in progetti di successo. Nulla è per caso, tutto ha qui una sua funzione precisa e studiata in una magica alchimia tra forma, bellezza e razionalità. Kant ha asserito con forza quanto la bellezza fosse razionale, concetto ben presente nei progetti di Vallini.
A chiudere il cerchio interviene il lavoro di Davide Lovatti con una ricerca sull’immagine, anzi diimmagine sull’immagine, come avrebbe detto Giulio Carlo Argan, per completare questo racconto visivo che ci apre le porte, senza artifizi illusori, verso quella rivelazione formale che è al tempo stesso incarnazione di un concetto e mezzo incisivo di concepimento artistico.