Armando Marrocco – La Città Immaginaria
La mostra, dedicata alle storiche opere in metallo dell’artista, è il frutto della collaborazione tra Spaziobianco e uno dei più significativi maestri italiani del ‘900.
Comunicato stampa
Silvano Costanzo
Tutti gli artisti sperimentano. Alcuni lo fanno per periodi più o meno lunghi della loro vita. Altri – pochissimi - lo fanno per sempre. Armando Marrocco lo sta facendo da sessant’anni. Nessuno, come lui, è riuscito ad attraversare i decenni più travagliati della storia dell’arte mantenendo, costante, il coraggio di confrontarsi: con le idee, con le persone, con le tecniche, con i materiali.
Ecco, i materiali. Tutto, ha usato nella sua lunga vita Armando Marrocco: il ferro, il marmo, la carta, la plastica, la tela, il gesso, l’oro, la luce, il fuoco, l’acqua, il suono, il legno, le pietra, le parole. Perfino le formiche. E se stesso. Non c’è idea artistica della seconda metà del ‘900 nella quale Marrocco non abbia posto un suo segno originale. E’ stato – è – uno scultore, un pittore, un fotografo, un designer, un poeta, un performer, un musicista, un architetto. E’ stato – è - un artista vero, insomma. Un maestro.
E ora, che compie ottant’anni, Armando Marrocco ha deciso di dare una festa. Una festa per un compleanno importante con una mostra importante, curata da Toti Carpentieri, che viene inaugurata proprio nel giorno in cui è nato. Ha scelto di farla, questa festa/mostra, in un luogo che gli è diventato caro, una galleria inconsueta: Spaziobianco, a Torino. Qui Marrocco ha presentato – con quest’ultima – 5 mostre in 5 anni. Qui sono state esposte alcune delle opere più significative del suo percorso artistico. Alcune di esse, come il suo bellissimo e scenografico “Giardino Ludens”, non erano più state viste da mezzo secolo.
Per la festa dei suoi ottant’anni Armando Marrocco ha scelto come materiali i metalli: opere in ferro, in bronzo, in anticorodal, in corten. L’opera che dà il titolo alla mostra, “La città immaginaria”, è in corten ed è, in qualche modo, un emblema della sua ricerca artistica: lo sforzo, il tentativo, il desiderio, di realizzare un’utopia. La città utopica è uno dei temi più importanti che hanno percorso il lavoro di Marrocco. Una “Città Immaginaria”, realizzata nel 1976, era stata presentata alla Galleria Il Milione a Milano nel 1980. Era più piccola e poggiava su una duna di sabbia. A Seoul, nel Parco Olimpico, è stata realizzata una straordinaria “Città Palafitta”, di grandi dimensioni, realizzata tra il 1976 e il 1988. La “Città Immaginaria” della festa a Spaziobianco è stata realizzata nel 2011 ed è composta da sei elementi. E’ un’opera imponente, che raggiunge un’altezza di quattro metri.
E’ elegante e poetica, salda e forte come l’artista che l’ha realizzata.
da ARTEiN World 1/2019