Fino al 15 aprile, una splendida ragazza di settant’anni sarà la protagonista ai Musei Civici di Bassano del Grappa. Si tratta di Valentina Rosselli, l’icona dal caschetto nero inventata dalla matita di Guido Crepax (Milano, 1933-2003), tra i fumettisti italiani più influenti di sempre.
La mostra Valentina – Una vita con Crepax è un viaggio nell’evoluzione di questo personaggio, con tavole inedite e video che ne ripercorrono gli sviluppi in relazione agli eventi biografici e professionali del suo autore, abbracciando un arco di oltre quarant’anni di vita italiana.
Curata dall’Archivio Crepax, l’esposizione è un tuffo nel tempo scandito dalle vicende di questa icona pop: un’immersione seducente di cui abbiamo parlato con Antonio Crepax, figlio del fumettista e tra i custodi del grande archivio del padre Guido.
Partiamo dall’Archivio Crepax, composto da te, Caterina e Giacomo Crepax. Qual è la vostra intenzione e quando avete deciso di raccogliere l’eredità culturale di vostro padre?
Da quando nostro padre è mancato, nel 2003, e anche prima, quando era malato e aveva bisogno di aiuto per gestire il suo lavoro, ci è venuto spontaneo prenderci cura anche del suo patrimonio artistico in quanto ci siamo sentiti sempre molto coinvolti nella sua opera, fortemente autobiografica e generata all’interno della famiglia. Inizialmente, però, si trattava di un lavoro soprattutto di tutela e gestione. Poi, un po’ alla volta, il nostro contributo è diventato sempre più creativo e personale, soprattutto da quando, nel 2007, abbiamo sviluppato la prima mostra a Triennale Bovisa, dove ognuno di noi ha contribuito mettendo le proprie competenze: per quanto mi riguarda testi e contenuti; per mia sorella Caterina, scenografie e ricerca iconografica; per mio fratello Giacomo, la progettazione degli allestimenti. Archivio Crepax è solo un’etichetta che ci siamo dati sei anni fa e che adesso ci va già stretta.
Quante opere conserva in totale l’archivio?
In quasi cinquant’anni di lavoro nostro padre ha realizzato migliaia di disegni per diversi utilizzi: copertine e illustrazioni per i giornali, cover di dischi e di libri, annunci pubblicitari, frame di caroselli, scenografie, prodotti griffati e tavole a fumetti. Purtroppo abbiamo pochissime illustrazioni, per la consuetudine in voga fino alla fine degli Anni Settanta secondo la quale l’originale rimaneva al committente. Ma, per fortuna, di quasi tutte possediamo almeno una riproduzione e questo ci consente di realizzare delle stampe. Delle oltre quattromila tavole a fumetti disegnate che l’autore ha tenuto per sé, invece, molte sono ancora in nostro possesso. Quelle dedicate a Valentina sono poco più della metà.
La mostra è un omaggio al mito di Valentina – il personaggio inventato dalla matita di Crepax e che ne ha accompagnato tutta la carriera. Quante opere raccoglie e qual è l’obiettivo in termini curatoriali?
Ai Musei Civici di Bassano sono esposte 48 tavole a fumetti scelte tra le migliori e le più rappresentative dei vari periodi storici dell’opera dell’autore, qualche illustrazione originale e un centinaio tra riproduzioni d’epoca e altre realizzate appositamente per questa mostra. Ci sono poi oggetti griffati dall’autore e memorabilia mai esposte prima: come il diario di Guido Crepax a dieci/undici anni durante la guerra, poco prima di disegnare i suoi primi album a fumetti, che pure sono presenti insieme ad alcuni dei teatrini da lui realizzati in precedenza. Infine, uno dei tanti giochi da tavolo da lui disegnati e costruiti artigianalmente negli Anni Cinquanta: La Battaglia di Solferino e San Martino.
Il nostro obiettivo era proprio quello di offrire la miglior selezione possibile delle tante cose da lui realizzate, seguendo un ordine cronologico dalle origini al successo internazionale.
In che forma si differenzia dalle rassegne passate ‒ penso alle recenti mostre di Roma e Milano?
Approfittando di questa prima mostra di Crepax in territorio veneto, la terra delle sue origini, abbiamo costruito un percorso cronologico e artistico che, partendo dagli esperimenti giovanili e dagli esordi professionali, arriva al successo internazionale delle storie a fumetti e del personaggio di Valentina. Le mostre passate erano, invece, suddivise per temi o dedicate solo ad alcuni aspetti della sua sterminata produzione.
Prima di parlare di Valentina, aiutami a presentarla a chi non la conosce…
Nata nel 1965, Valentina è una delle donne del fumetto più note al mondo. L’unica capace di brillare di luce propria senza bisogno di un protagonista maschile. Per questo, oltre che dagli uomini, per i quali incarna un sogno sensuale e sofisticato, essa è molto apprezzata dalle donne come simbolo d’indipendenza, fascino e seduzione. Per oltre trent’anni, la saga delle sue avventure di generi diversi (dal giallo al noir, dalla fantascienza all’onirico-erotico) ha accompagnato quasi tutta la carriera professionale del suo creatore, Guido Crepax, fino a diventarne una sorta di alter ego femminile e fantasmagorico.
Valentina è un personaggio che attira ancora – basta pensare ai profili Facebook delle ragazze che scelgono questa icona a immagine. Da dove nasce secondo te l’identificazione con il personaggio?
Valentina ha anticipato quello che le donne sono diventate in tempi più recenti e forse in certe cose è ancora all’avanguardia. È stata costruita negli anni come una donna reale con una famiglia, un lavoro, una casa, un’identità complessa ma credibile. Parallelamente vive anche un mondo onirico ricco e stimolante dove l’erotismo e una grande libertà d’immaginazione giocano un ruolo importante. Non sta a me dirlo, ma forse molte donne aspirano a essere proprio a questo.
La mostra presenta l’evoluzione di Valentina in relazione agli sviluppi biografici e professionali del suo autore. Volendo fissare dei passaggi chiave nella “relazione” tra i due, quali sarebbero?
In questa mostra Valentina funge da testimone e filo conduttore dell’arte di Crepax. Anche se al tempo dei suoi esordi non era presente, in qualche modo essa si è riappropriata di questa memoria storica grazie ai numerosi flashback e ai sogni presenti nelle sue storie. Poi, dopo il suo debutto, ha seguito tutte le tappe della vita e del successo professionale del suo autore. Qualche esempio? Ne Il bambino di Valentina la sua gravidanza, l’unica raccontata in una storia a fumetti, segue quella reale della moglie di Crepax. Spesso dialoga con il suo autore lamentandosi per i suoi tradimenti con altre donne disegnate. Più volte presta il suo volto alle protagoniste di illustrazioni su Novella o le Clinicommedie di Tempo Medico. Alcune volte è anche testimonial di prodotti reclamizzati nelle campagne pubblicitarie disegnate da Crepax. Insomma, una presenza quasi costante nell’immaginario di nostro padre e per noi figli, quasi un membro aggiunto della famiglia.
Come avete allestito il percorso espositivo?
L’allestimento si articola su due piani. Al piano terra, dopo un’installazione con i personaggi dei fumetti che hanno maggiormente ispirato nostro padre, un tracciato a pavimento guida il visitatore attraverso gli otto momenti chiave della sua carriera: Venezia, gli esordi, il successo, Valentina, i giochi, la letteratura a fumetti, le altre donne da lui create e Valentina testimone della moda. Ogni tappa di questo percorso è caratterizzata dalle tavole a fumetti più rappresentative, da maxi riproduzioni di disegni molto rari, da totem esplicativi e bacheche contenenti chicche e memorabilia. Diorami e sagome di Valentina a grandezza naturale completano l’allestimento, contribuendo a rendere la mostra movimentata e immersiva.
Il primo piano è dedicato, invece, ai video più importanti sull’autore e sul personaggio di Valentina, a una galleria di pagine a fumetti nella nuova versione a colori realizzata da noi e a un’installazione video con la progressiva colorazione di alcune storie, con un sottofondo musicale costituito da un medley composto da mio nipote Thomas dei pezzi più amati da nostro padre.
Tra le varie tappe della mostra ce n’è una in omaggio a Stan Lee, scomparso di recente a Los Angeles…
Nel corso degli anni, nostro padre ha tributato diversi omaggi ai grandi fumettisti della tradizione che hanno ispirato il suo lavoro. Questo sia attraverso singole illustrazioni che nelle sue storie a fumetti. Tra queste ultime, particolarmente significativa è Valentina nel Metrò, realizzata nel 1975 per le pagine domenicali del Corriere di Informazione, dove Valentina non riesce a uscire dalla metropolitana milanese perché continua a fare strani incontri, la maggior parte dei quali sono personaggi di fumetti di altri autori. Tra questi ci sono anche i Fantastici Quattro, protagonisti di una pagina di questo viaggio surreale dove spesso i buoni diventano cattivi e viceversa. Da questa pagina abbiamo tratto le illustrazioni per due dei tanti striscioni a colori con i quali abbiamo creato la scenografia dell’ingresso della mostra, che rappresenta un immergersi nella storia del fumetto reinterpretata da Crepax, tributando così il nostro omaggio al grande Stan Lee.
Si può dire che Valentina sia invecchiata con Crepax, o viceversa. Pensi ci sia stato un momento della sua carriera in cui Crepax abbia sentito questo personaggio come un limite alla sua evoluzione, un’icona dalla quale smarcarsi?
Avendo la vocazione dell’innovatore ed essendo un perfezionista e un autore inquieto, Crepax ha più volte manifestato insofferenza per questo suo particolare legame con Valentina. Alla fine della sua carriera e della sua vita si è poi reso conto che proprio Valentina aveva le carte in regola per sopravvivergli, anche se il suo tratto nel disegnarla è rimasto ineguagliato.
‒ Alex Urso
Versione integrale dell’articolo pubblicato su Grandi Mostre #14
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