Mondi migliori con la cultura. Si può fare? Intervista a Nuria Sanz direttrice Unesco del Messico
Abbiamo incontrato Nuria Sanz a Lecce nell’ambito di un talk promosso a Lecce da Cooperativa TAU e Fondazione Casa della Carità. Al centro, le politiche culturali.
È ancora possibile costruire mondi migliori? È stata questa la domanda al centro del talk promosso a Lecce da Cooperativa TAU e Fondazione Casa della carità di Lecce, in stretta collaborazione con il Polo biblio-museale della provincia di Lecce e la Regione Puglia, andato in scena sabato 16 febbraio al Convitto Palmieri della città. Insieme a Luigi De Luca, direttore del polo, mons. Seccia, arcivescovo di Lecce, Alessandro Valenti, regista e sceneggiatore e Simona Abate della Casa della carità, è intervenuta Nuria Sanz, archeologa, studiosa di processi partecipativi in ambito culturale e direttrice UNESCO del Messico. L’abbiamo incontrata per una breve chiacchierata sulle sue ricerche. Il talk rientra nell’impegno che la cooperativa TAU con la Fondazione Casa della carità stanno portando avanti da alcuni anni per consentire agli utenti delle proprie strutture di immaginare un futuro migliore, non tramite l’assistenzialismo fine a se stesso, ma mediante la forza della cultura partecipata.
Su quali argomenti si è concentrato il tuo intervento a Lecce?
Sono venuta a Lecce perché seguo molto il lavoro che le piccole comunità stanno facendo per circoscrivere la marginalità sociale mediante un discorso culturale. L’UNESCO, che è l’unica agenzia delle nazioni unite specializzata in culture e scienza, si è sempre imposta di concentrarsi sul patrimonio, mentre negli ultimi vent’anni si è occupata della cultura intesa come piattaforma di sviluppo. Le Nazioni Unite hanno fatto di tutto per gestire interventi nei cinque continenti finalizzati allo sviluppo dell’uguaglianza. Di questo ho parlato durante l’incontro alla Biblioteca di Lecce.
Urbanizzazione crescente, emigrazione, disuguaglianza. Come intervenire su queste emergenze del nostro tempo?
Bisogna parlare in maniera approfondita di cultura nell’ambito della politica pubblica. La cultura deve essere assolutamente intesa come un esercizio di cittadinanza. D’altronde la cultura attraverso tutte le sue forme può fare avanzare la società, all’UNESCO intendiamo cultura come fonte di espressione, come capitale sociale. Il talento artistico deve essere volano di cultura: tutti possono essere artisti visivi, musicisti, cineasti, bisogna dare a tutti la possibilità di studiare, crescere e realizzare le proprie visioni. Ma purtroppo non sempre è così, ci sono realtà molto marginali che fanno fatica ad alzarsi e a guardare verso il futuro. È per loro che dobbiamo assolutamente impegnarci!
Da poco vivi in Italia, a Roma, perché tuo marito Viktor Elbing è stato nominato ambasciatore di Germania nel nostro Paese. Stai lavorando a nuovi progetti qui?
Ho sempre lavorato con i governi italiani, vivo qui da due mesi ma in passato ho vissuto a Roma. Penso che sia sempre necessario uscire costantemente da se stessi per capire altre forme di espressione, mettendo al centro del discorso politico, sempre, la cultura. La cultura comunitaria e la coesione sociale devono essere l’epicentro di una politica pubblica che ha fiducia nella partecipazione. Penso al bando che la Regione Puglia ha promosso, consentendo la nascita di tantissime nuove biblioteche. Ne ho parlato in questi giorni con l’assessore all’industria turistica e culturale Loredana Capone e con Luigi De Luca, stiamo organizzando insieme un forum internazionale sulle biblioteche che si terrà i primi di aprile a Bari presso la Fiera del Levante. Rifletteremo sul concetto di biblioteca pubblica, poiché la lettura oggi, nello spazio pubblico, deve essere all’insegna del dialogo e non del monologo. D’altronde le biblioteche ci danno la possibilità di creare un dialogo pubblico e uno spazio di partecipazione.
–Lorenzo Madaro
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