Monica Pirone – Portrait of woman – Ritratto di donna
il MACRO Museo d’arte Contemporanea di Roma ospiterà il progetto Portrait of woman – Ritratto di donna, performance di Monica Pirone, a cura di Michela Becchis, con la collaborazione di Sergio Angeli, la partecipazione di Elina Chauvet, con le musiche di Mino Curianò e le coreografie di Anouska Brodacz.
Comunicato stampa
Portrait of woman - Ritratto di donna
Performance di Monica Pirone
A cura di Michela Becchis
Con la collaborazione di Sergio Angeli
Con la partecipazione di Elina Chauvet
e di altre 87 donne
Con le musiche di Mino Curianò
Coreografie di Anouska Brodacz
8 marzo 2019 ore 16.00 | MACRO Museo d’Arte Contemporanea | Roma
Il giorno 8 marzo 2019 alle ore 16.00 il MACRO Museo d’arte Contemporanea di Roma ospiterà il progetto Portrait of woman - Ritratto di donna, performance di Monica Pirone, a cura di Michela Becchis, con la collaborazione di Sergio Angeli, la partecipazione di Elina Chauvet, con le musiche di Mino Curianò e le coreografie di Anouska Brodacz.
Il progetto coinvolge 87 donne, numero che coincide simbolicamente con il triste bilancio di casi di femminicidio del 2018: parteciperanno donne di tutte le età, di diverse professioni, bambine, madri, professioniste, studentesse, ecc. per porre attenzione sul ruolo e sull’identità della donna nella società contemporanea.
“Uno degli interrogativi più intensi che nascono intorno alla tragicità del lutto, fosse anche un lutto sociale, collettivo e che non riguarda solo la vulnerabilità individuale e intrasferibile è il come far sì che si rimanga noi stessi nel dopo. Camminando un po’ accanto ad alcune parole di Judith Butler e non solo, riflettendo sul senso di cui è necessario riappropriarsi della parola performance, si può provare a intendere quell’apparente paradosso scelto da Monica Pirone per cui si rimane se stesse assumendo le sembianze di un’altra. Ma assumere le sembianze di chi è stata uccisa sarebbe troppo semplice, non sarebbe quel “confrontarsi con la violenza di questo mondo senza riprodurla”, come appunto scrive Butler, e sarebbe troppo osceno nel suo antico senso di “essere di cattivo auspicio”, ben sapendo che il motto mai più sarà ancora a lungo dentro un’araldica del desiderio.
Anche qui si possono aprire laghi di dolore, ma è più frequente che ciò che si porta con sé come qualcosa di consolatorio per i momenti difficili è un ricordo, un lampo, un’immagine dell’infanzia, del momento in cui si è inermi e innocenti per definizione e, altrettanto per definizione, felici. Bambine, che guardano, che crescono, amano, assecondano se stesse o gli altri, diventano donne che scelgono oppure no, che si compongono e scompongono e ricompongono giorno dopo giorno, che restano, vanno via, che troppo spesso chiamano amore un baratro e che dentro di loro cercano di proteggere quella bambina che erano. Ecco, lungo la vita, spesso rimanere se stessi è anche custodire una traccia benevola della propria infanzia.
Monica, non vuole il volto delle donne uccise, non intende mettere in scena quella parte del loro corpo dentro cui ogni senso e pensiero si sono concentrati e un giorno negati, vuole altri volti, altri corpi che si assumano la responsabilità e la potenzialità di diventare senso comune; mettendo il proprio volto di bambina in gioco, in un gioco serissimo e suggestivo, ciascuna donna, proprio perché compie il gesto di fiducia assoluta di passare il suo sé innocente ad un’altra, trasforma il compatimento da sentimento ristretto, domestico, di vicinanza quasi familiare a elemento di riflessione collettiva, di collettivo orrore che è sentimento, ma anche rappresentazione di senso politico e sociale. (...)” (dal testo critico di Michela Becchis)
Portrait of woman nasce da un lavoro che Monica Pirone porta avanti già dal 2014: una riflessione sul rapporto tra le diverse generazioni che nel 2018 è divenuto una mostra dal titolo Home Sweet Home, mettendo in luce le problematiche e le insidie che si celano nell’ambiente domestico, in molti casi non più luogo di protezione e vita.
L’evento dell’8 marzo apre, inoltre, un ciclo di appuntamenti che l’artista messicana Elina Chauvet porterà avanti per tutto il mese di marzo: l’atelier al MACRO; due residenze confronto con le artiste Leila Mirzakhani e Eozen Agopian che si svolgeranno presso la sede di Officinenove; incontri con gli studenti dell’Accademia di Belle Arti e del Liceo Artistico di Via Ripetta.
Monica Pirone nasce a Roma nel 1965; dopo essersi diplomata al Liceo Artistico, studia all’Accademia di Belle Arti di Roma divenendo scenografa nel 1987, frequenta la Scuola Libera del Nudo terminando gli studi nel 1996 e nel 2012 consegue un nuovo diploma di laurea all’ Accademia di Belle Arti di Roma, in Pittura. E’ stata assistente dell’architetto Alfredo Galbani dall’83 all’86, partecipando a diversi progetti di architettura privata e pubblica. Ha lavorato in RAI Radio Televisione Italiana, come scenografa, dal 1988 al ’94 lavorando a diversi programmi in prima serata, come assistente dello scenografo Giorgio Aragno, due festival di Sanremo e numerosi varietà e contenitori annuali di spicco. Nel Cinema ha partecipato a diverse produzioni come assistente dello scenografo Luigi Marchione, fra gli altri il film di Ermanno Olmi, Cantando dietro ai paraventi e il film di Carlo Verdone Io, Loro e Lara e diverse altre produzioni e fiction per la televisione. Nel teatro come scenografa e costumista ha collaborato con numerosi teatri romani in commedie e musical; nel 1991 ha realizzato la scenografia del concerto di Frank Sinatra a Roma. Ha fondato una scuola di disegno e pittura che ha operato nella provincia di Roma per sette anni, dal 1998 al 2005, per bambini ed adulti; ha insegnato “Pittura: tecniche e tematiche della street”, nei Licei Artistici Statali ed alla scuola media per progetti per “minori non accompagnati”. Nel 2012 ha vinto il premio La Cerimonia del Ventaglio al Senato ed ha esposto in fiere e gallerie. E’ presente al Maam, Museo dell’altro e dell’altrove della città di Metropoliz di Roma, con due opere. Dal 2015 ha intrapreso il percorso di street artist, per meglio essere a contatto con la gente e per portare avanti un lavoro indirizzato al sociale e nello specifico un percorso a difesa dei diritti della donna. Nel 2016 ha partecipato al progetto Muracci Nostri di Primavalle al Santa Maria Della Pietà, lavorando a dei muri con il centro Macondo distaccamento del Carcere Minorile di Casal del Marmo. Come performer, ha realizzato diverse installazioni video che hanno partecipato a fiere ed esposizioni, fra le quali la collaborazione con il musicista di elettronica sperimentale Mino Curianò, rappresentando la performance Here… Now, una tappa il Museo Bilotti di Roma. Nel 2015 al Maam Museo dell’altro e dell’Altrove ha realizzato la performance Abisso. Nello stesso anno a Torino, sulla stessa tematica, una performance ispirata ai lavori pittorici, durante la Fiera di arte contemporanea a palazzo Torino Esposizioni, che ha visto il coinvolgimento di numerosi partecipanti. Nel 2011 partecipa a numerose collettive esponendo diverse opere pittoriche ed installazioni video tra le quali la galleria Irradiazioni Borgo Pio Roma, galleria Gard Testaccio Roma (diverse esposizioni) fra il 2011 ed il 2012, Officine Fotografiche via Libetta Roma Il Principe nero, Krampus i migliori street su carta Officinenove, Frammento 794 Officinenove etc.. Tra le ultime esposizioni: nel 2018 Progetto sagome 547 Basilica di San Lorenzo fuori le mura Roma; nel 2018 Performance Orange justice Maam Museo dell’altro e dell’altrove; nel 2017 Montefiascone Face to Face a cura di Giorgio de Finis progetto performativo; nel 2017 Rome nome plurale di città di Giorgio de Finis e Fabio Benincasa. Come street artist, a Roma, dal 2015 ha realizzato circa 15 murali di grandi dimensioni nell’ambito di festival e in luoghi abbandonati, sulla tematica a difesa della donna. E’ presidente di Officinenove associazione culturale dal 2014, uno studio-galleria con un gruppo di artisti che operano nello spettacolo e nell’arte.