Rebecca Agnes – benvenut* nel futuro / Welcome to the future
Mostra personale
Comunicato stampa
La Fusion Art Gallery - Inaudita presenta la mostra benvenut* nel futuro / WELCOME TO THE FUTURE di Rebecca Agnes.
“Quando è uscito Pokémon Go per un attimo ho avuto la sensazione che fossimo arrivati nel futuro tecnologico promesso, se non che breve tempo dopo ho scoperto che in realtà la struttura del gioco non era originale, bensì basata su un’interfaccia sviluppata dagli utenti stessi per un altro gioco per smartphone che non aveva avuto successo. Il futuro era arrivato qualche anno primo, ma io, e un numero considerevole di altre persone, non ce ne siamo accorti. Quindi benvenut* nel futuro, tanto è già passato.”
L’evento è parte dei circuiti NEsxT – Independent Art Festival, COLLA e ContemporaryArt Torino e Piemonte.
NB:
I lavori in mostra non hanno un prezzo predeterminato. Il valore viene dato dalla persona che intende acquistare uno dei lavori secondo la propria disponibilità economica. Cioè quanto la persona vuole e può investire nell’acquisto dell’opera.
Prima però di fare un offerta, si chiede di prendere in considerazione i seguenti punti:
- La Produzione: quanto sono costati i materiali necessari a realizzare i lavori ? quanto costa la stoffa? quanto il filo da ricamo? quanto la carta? quanto i pennarelli? quanto le tele? quanto i pennelli? quanto gli acrilici? quanto il fissativo?
- Il trasporto dei lavori: quanto è costato l’imballaggio per spedirli? quanto la spedizione?
- Qual’è la percentuale della galleria? e quanto va all’artista?
- Quanto tempo è occorso per la progettazione del lavoro? e per la ricerca?
- Quanto tempo è occorso alla realizzazione del lavoro stesso? Cioè quanti giorni/ore sono occorse per i ricami, le tele, i disegni? Quanto valutare il lavoro di un’artista secondo il tempo (a ora)?
- Le eventuali tasse.
Futuro del passato. Ultropia.
di Barbara Fragogna
“… E difendiam la Terra, dall'ombra della guerra / Il nostro cuore batterà, per la libertà / Intrighi e i loschi piani dei mostri disumani / Il nostro raggio spazzerà, nell’immensità…” - Daitarn 3 (Sigla italiana)
Terra di mezzo tra Baby Boomers e Millennials. Siamo, Rebecca e io, parte della Generazione X di wikipedia “Generalmente identificata dalla mancanza di ottimismo nel futuro, dallo scetticismo, dalla sfiducia nei valori tradizionali e nelle istituzioni … di giovani adulti apatici, cinici, senza valori o affetti” ma anche “conosciuta come una delle generazioni più intraprendenti e tecnologiche della storia americana ed europea alla quale si deve in gran parte l'espansione di internet…”.
Ma anche. Quelli cresciuti a pane e cartoni, che però hanno visto la tv prima e dopo Berlusconi, che le scuole cattoliche e ancora la messa, che hanno studiato un po’ quello che volevano, che poi molti se ne sono andati perché l’Italia non se li è voluti tenere, che si sono lasciati credere che la colpa era dei genitori (psico e psycho), che le scuole cattoliche, che la musica punk e il muro di Berlino e Černobyl' e la Thatcher e i Bush e Disney ma per fortuna Miyazaki e poi “dai che siamo fichi ce la facciamo” ma “cacchio che dura però”.. e adesso? Che si fa? E domani? E la pensione? E i figli li facciamo? Anche no. Con quali conseguenze? La Natura mi punisce? E le donne? Tanto oramai non serve più lottare, e il femminismo? e invece si, di nuovo. Ma non sono una donna, sono quell* che sono. Degenerat*. Sto con chi voglio. Chi mi definisce? La religione, Dio, lo Stato, tu? E i diritti individuali? E il dovere dell’umiltà? E il cosmo, enorme. Quantici, stringhe, pulviscoli a 9 dimensioni, alieni alienati a guardare in alto, a buttare plastica in acqua, a vivere in boschi verticali solo se nati bene, a cercare di crescere foreste nel balcone, in appartamento, in tasca. Tutti con gli antenati africani e pure tutti ancora attaccati alla razza, migranti cibernetici, socialmediatici, asociali spiazzati, scimmie. Dinosauri senza piume, cariatidi bianche, cattedrali di mattoni, piramidi spellate. Bruti, geni, santi immacolati, giudici supremi con in bocca solo una lingua dialettale. Navigatori del web, tecnologici assemblaggi smart incapaci di orientarsi senza cavo di ricarica. Conoscitori del mondo alla wiki. Approssimativi esperti del pelo dell’erba del vicino. Malati dei nostri stessi mali e di quelli che ci lasciamo inoculare da quattro manipolatori arroganti, incoscienti e vili, che sono comunque il riflesso di noi. Nei lavori di Rebecca si trovano tutte queste cose e molto di più.
Quando ascoltavo le sigle mi commuovevo, anche adesso (che patetico) scendono quelle ridicole lacrime legate alle frasi di rivalsa del bene sul male, della vittoria dei buoni, dell’eroe/eroina sui mostri disumani, della fine della guerra o della sua sospensione. Mi commuove e deprime, credo, il fatto di sapere che non è mai così. Che i buoni non vincono, è una favola, una speranza ancora in voga, un’Ultropia. Da realizzare, in potenza. Andare oltre la realtà, immolarsi alla fantascienza per respirare l’oasi e la pace fondando l’impulso su azioni concrete di lotta e protesta, di affermazione di vita, banali principi di umanità. I mostri siamo noi, per questo amiamo i mostri? Rebecca Agnes mette sotto assedio la roccaforte delle nostre convinzioni ricamando sulla pelle del pensiero, del ricordo, della memoria simboli, miti, personaggi, frasi, testi, oggetti organici, soggetti cristallizzati e colori brillanti. L’assedio è non violento e la bellezza delicata e gioiosa del suo lavoro invita con gentilezza a lasciarsi scuotere e sconquassare dal concetto, chiarissimo, dei contenuti della sua opera.
Rebecca Agnes è una foresta pluviale di domande incastonate, rampicanti, lussureggianti che s’inerpicano tra i muri di città immaginate che però esistono e mutano esplorando vicoli e strade dove s’incontrano persone vere che insieme ne regolano il piano lo espandono e arricchiscono. Il futuro di Rebecca è un presente già passato nel quale però (basterebbe un minimo di attenzione, empatia e cura) sono presenti molecole, germi, organismi, funghi, spore per inseminare il meglio nella società umana, organica ed eterogenea armonia di co-esistenze tolleranti e intelligenti.
La mostra è ricchissima di lavori, disegni, pitture, ricami, è bellissima. I titoli sono storie, riflessioni e domande dirette perché si vuole/desidera davvero creare dialogo, dibattito, condivisione di pensieri. Pone l’accento sul paradosso dell’educazione popolare, sulle scelte di comodo che semplificano nell’immediato ma che a lungo termine portano a conseguenze incontrollabili. Mettiamo in discussione tutto, persino il lavoro dell’artista, il prezzo di vendita, il valore soggettivo dell’opera che lasciamo sia l’acquirente, se interessato, a decidere a patto che si rifletta sulle domande già riportate in apertura di testo. Vogliamo che l’arte espliciti la sua funzione di catalizzatore e crogiuolo, che il pensiero diventi oro.
Benvenut* nel futuro, non potremo più negare le nostre responsabilità sul presente appena passato.
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Rebecca Agnes è nata nel 1978 a Pavia. Ha studiato all’accademia di belle arti di Brera di Milano, città in cui ha abitato fino al 2006, anno in cui si è trasferita a Berlino.
Sue mostre personali presso Viafarini e Care/of a Milano. Galleria Davide Gallo (Milano e Berlino) e Fusion Art Gallery / Inaudita a Torino. Beo_Project a Belgrado. Fra le mostre collettive: Ambasciata Italiana di Berlino, Kreuzberg Pavillion, Mica Moca, João Cocteau e Galerie Wedding Berlino. Bethon7 ad Atene. Assab One e Fabbrica del Vapore a Milano. Associazione Culturale dello Scompiglio (LU). Museo Marino Marini a Firenze. GC.AC Galleria Comunale d'Arte Contemporanea di Monfalcone. CIAC Castello Colonna di Gennazzano, Roma. Centre Pompidou a Parigi.
Fra le residenze: 2018 BoCs Art Cosenza. 2014 Beo_Project Residency, Belgrado. 2013 Habitat # 1, CLANG, Scicli, Sicilia. 2012 Generations, Sofia, Bulgaria. 2011“Mobility and Movemen”, Byala Bulgaria. 2009 Advanced Course in Visual Arts. Fondazione Antonio Ratti. Como. 2005 Art/Lab, Isola San Servolo, Venezia. 2003 Centre International d'Accueil et d'Echange des Récollets, Parigi. www.rebeccaagnes.org