Da cosa nasce cosa. Appunti per una metodologia progettuale
Industrial Therapy- programma di residenze artistiche promosso e ideato dal collettivo FAC (Caterina Quarta, Alice Caracciolo e Giuseppe Amedeo Arnesano).
Comunicato stampa
FAC vi invita all’esposizione collettiva nata in occasione di Immaginario, oggetto di studio della terza edizione del programma di residenza Industrial Therapy che vede protagonisti Aurora Paolillo, Veronica Bisesti, g. olmo stuppia, Lorenzo Galuppo e Gianni D'Urso, ospitata nei locali di LO.FT. Dopo la realizzazione dello scorso anno dell’opera “Realizza i tuoi sogni” di Gianni D’Urso, vincitore della passata rassegna incentrata sul pensiero di Italo Calvino “di una città non godi le sette o le settanta meraviglie, ma la risposta che dà ad una tua domanda”, anche il tema della collettiva è legato alle possibili riflessioni da parte degli artisti invitati sull’idea e sulla percezione di immaginario comune legato alla zona industriale di Lecce.
«Da cosa nasce cosa. Appunti per una metodologia progettuale» è il titolo della mostra che riprende quello del libro di Bruno Munari pubblicato per la prima volta nel 1981. Il testo affronta, tra i vari argomenti, anche una riflessione sul metodo e sulla descrizione delle fasi progettuali indispensabili nella realizzazione di un processo artistico. Nel libro l’autore precisa che le idee geniali non vengono mai prima di aver studiato il problema, ma in un momento successivo.
L’intento dell’operazione collettiva è proprio quello di dare una materialità parziale ed esaltare l’aspetto etico, artistico e creativo della progettazione relativa alla presentazione dei singoli lavori, avvenuta durante la candidatura iniziale per il bando.
La mostra, realizzata con il contributo di LO.FT, Quarta Caffè, Mmultimedia e Valentino Caffè, presenta le proposte progettuali degli artisti, corredate anche da schizzi, disegni e appunti, che si basano proprio sulla messa a fuoco del concept sviluppato dopo una fase dedita alla conoscenza e all’approfondimento del territorio, appreso sia in maniera diretta -con dei sopralluoghi- che in maniera indiretta -attraverso l’uso di planimetrie, immagini generali e specifiche, video e interviste-. Gli artisti espongono diverse declinazioni relative all’immaginario collettivo del luogo per cercare di rendere fruibile e aumentare, attraverso delle personali espressioni e azioni contemporanee, la riqualificazione e la rigenerazione urbana e sociale di quest’area.
La mostra
In base alla diversità e all’intensità delle pratiche artistiche utilizzate, Aurora Paolillo (Torino, 1990) guarda alla scultura, ai materiali trovati nella zona industriale e agli elementi naturali come la terra rossa e la pietra leccese per realizzare dei reperti di archeologia industriale ritrovati in un possibile futuro; Veronica Bisesti (Napoli, 1991) si concentra sulla forza, l’intimità e la continuità del suono riverberato nello spazio espositivo, pensato originariamente come installazione sottostante l’architettura del ponte creando, come nel linguaggio musicale, una vera e propria sospensione acustica che genera una rottura nelle dinamiche alienanti della zona industriale; g. olmo stuppia (Milano, 1991) opera con la performance e l’installazione video e realizza una riflessione ampia che riguarda non solo la Puglia, ma il Sud in generale e nella quale si mescola l’idea della pausa caffè (come momento di riposo dal produttivismo in vista dell’esaltazione mentale e materiale che anticipa la conclusione del processo lavorativo), con una situazione più prosaica laddove la leggerezza della musica sconfina e si fonde in modo sarcastico con le trasformazioni socio-culturali che riguardano le dinamiche tra l’uomo, inteso come animale produttivo, e le contemporanee politiche aziendali; Lorenzo Galuppo (Genova, 1995) utilizza il medium della fotografia e su una stampa 15x15 cm realizza un prototipo per descrivere la frammentazione coloristica del paesaggio della zona industriale. «Da cosa nasce cosa. Appunti per una metodologia progettuale» è anche un momento di condivisione e narrazione che pone in evidenza l’attività triennale del progetto Industrial Therapy nella zona industriale di Lecce e gli obiettivi del collettivo FAC.
FAC
Il collettivo FAC, composto da Caterina Quarta, Alice Caracciolo e Giuseppe Amedeo Arnesano, opera nel campo dell’arte contemporanea con particolare specificità nella progettazione e organizzazione di mostre, curatela, allestimenti ed eventi culturali. Il collettivo, nato a settembre del 2018, cura il programma di residenze d’artista Industrial Therapy attivo nella zona industriale di Lecce da tre anni.
LO.FT
È un'associazione culturale che si dedica alla promozione dell'arte visuale, in particolare della fotografia contemporanea, attraverso attività di formazione, editoria e mostre.
Profili biografici degli artisti
Aurora Paolillo, 1990 Torino
È un’artista visiva, sperimenta diversi mezzi espressivi prediligendo la scultura e l’installazione. La sua pratica artistica si basa su un approccio istintuale, alle volte improvvisato che esplora il ruolo dei materiali e della funzionalità degli oggetti combinando elementi che dissimulano le gerarchie, in modo da scavalcare le sovrastrutture sociali e la standardizzazione fisica e mentale. Recentemente ha partecipato al Premio Francesco Fabbri a cura di Carlo Sala, Pieve di Soligo (TV). Nel 2018 è stata artista in residenza presso Glasgow Sculpture Studios, Glasgow (Scozia). Tra le mostre selezionate: Presenza/Assenza a cura di Iole Pellion di Persano e Giulia Turcati (TO, 2018); Passare il segno, Pinacoteca Albertina di Torino a cura di Franco Fanelli (TO, 2017); Punctum. Working Papers, Serra Bioclimatica, Grattacielo Intesa San Paolo (TO, 2016); 7° Edizione di Mirror Project per la sua prima mostra personale Sensible Objects. The Art Of Bonds, a cura di Clara Madaro, Spazio Barriera (TO, 2016); Teatrum Botanicum - Emerging Talents, PAV (TO, 2016); Biennale Giovani di Monza (2015); Incorporeo, Accademia Albertina di Belle Arti, a cura di Maria Teresa Roberto e Stefano W. Pasquini (TO, 2015); Phoenix Art Museum, Phoenix (USA, 2015); Palacio de Abrantes (ES, 2011), la Triennale (MI, 2011), Palazzo Isimbardi (MI, 2010).
Veronica Bisesti, 1991 Napoli.
2018,Tarsia- Sweeter than peaches and pears and cream, a cura di Maria Adele Del Vecchio; 2018, Sottobosco, a cura di Antonello Tolve, Palatul Bànffy Muzeul National De Arta, Cluj-Napoca; 2018, La città del sole, a cura di Giacinto Di Pietrantonio, Roberta Aureli, Simone Ciglia, Caterina Molteni e Alberta Romano, BoCS Art, Cosenza; 2018, Women, a cura di Antonello Tolve, GABA, Macerata; 2016, Doppio stallo, a cura di Raffaella Barbato, Galleria Primo Piano, Napoli; 2014, vincitrice del premio Pio Monte della Misericordia, Napoli; 2014, Disegno, Casa d’Italia di Montréal, Montréal.
Gianni D’Urso, 1988 Cisternino (Brindisi).
Si diploma al triennio dell’Accademia di Belle Arti di Lecce nel corso di pittura, conclude gli studi all’Accademia di Bologna dove oggi vive e lavora. Il lavoro di Gianni D’Urso ha l’intenzione costante di far coesistere oggetti e forme di origine o funzione differente, proponendo delle analogie o accostamenti paradossali. Nell’ultimo periodo la sua ricerca si sofferma sulla realtà dell’artista emergente. Dal 2016 lavora su una serie di opere chiamate Esercizi, che alludono proprio all’ambizione e alla fatica del percorso artistico. Con la tesi di laurea inizia un progetto, tutt’ora in corso, intitolato Fare l’artista in cui intervista degli artisti noti del panorama italiano. I temi trattati nelle interviste riguardano le difficoltà tecniche, pratiche ed emotive affrontate nel loro percorso; specie nei primi anni di carriera. Nel 2017 vince il premio al talento della Fondazione Zucchelli, che gli permette di esporre ad Artefiera 2018. Tra le altre mostre recenti: Untitled, a cura di Mariagrazia De Giorgi, Kunstschau_Contemporary Place, Lecce; StArt, Officina Fortuna, Padova; Secondo Livello, a cura di Luca Caccioni e Giuseppe Lufrano, oTTo gallery, Bologna; THE TOURIST, un progetto di Mattia Pajè, Montevideo.
g. olmo stuppia, 1991 Milano nel 1991 con di origini siciliane.
Il suo lavoro ha sempre una declinazione site-specific e geografica, esattamente come il suo nome volutamente tutto minuscolo. Il suo agire con l’immagine è imprescindibilmente legato a preliminari ricerche teoriche mutuate dall’idea di paesaggio e dal dibattito sulla dark-ecology. Svolge spesso “ruoli" diversi attorno all’immagine creando un terreno di gioco nella cornice dello “spettacolo”. Le sue sculture “immersive” si definiscono in corso d'opera sintetizzando i progetti in installazioni ambientali e sociali dove la coesistenza e le tensioni visive formano parte del processo creativo in atto. Le sue ultime mostre e interventi si sono tenute a Marano Lagunare con Laru (Martha Rosler Radio, 2019), Cassata Drone Expanded Archive di Palermo (Désolé feat. Alterazioni Video, 2019 - http://moussemagazine.it/desole-cassata-drone-expanded-archive-palermo/), Gelateria Sogni di Ghiaccio di Bologna (Do Not Waste Tears on Clams, 2018), presso l'Ex Lanificio di Porta Capuana (Per fiori agli altari, 2018), all’Istituto di Cultura Italiana di Parigi (Tre, film site specific, 2016), alla Venice Performance Week (Drone Limitrofo Revised, 2014), all’h28kunstarchiv a Berlino (Dark-ecology Signal Kommt, 2014). Mostre collettive e interventi presso la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo (PIIGS_An Alternative Geography of Curating, 2016) e alla Fondazione Bevilacqua La Masa di Venezia (E per dormire mi stesi accanto agli Assassini, Opera 2016, Piazza San Marco, Venezia). E’ laureato in arti visive all’Università IUAV di Venezia e all’Accademia di Belle Arti di Bologna in scultura. E’ fondatore dei progetti Cassata Drone Expanded Archive, Radioborcia, Observatorylandscape. Vive e lavora a Venezia e a Palermo.
Lorenzo Galuppo, Genova 1995.
Diplomato al liceo artistico di Lecce, studia all’accademia di belle arti di Bari. Dal 2014/2015 opera nel campo dell’arte contemporanea con continua sperimentazione, concentrando la ricerca sul paesaggio e le sue mutevoli visioni.
La capacità dinamica e al contempo statica degli ambienti diventa pretesto per indagare la forma stessa della pittura, sperimentando soluzioni che rispondano all’esigenza comunicativa del messaggio interrompendo la coerenza formale di lavoro in lavoro, lasciando che sia solo il concetto di paesaggio a legare l’operato. Nasce una visione interpretativa che indaga in superficie l’espediente tecnico ed analizza in modo introspettivo la possibilità di finalizzare un paesaggio come un elemento contestualizzante a cui affidare memorie sfocate e visioni contemplative. Tra gli eventi più rilevanti: Doppia personale “prossimità” dal 15 settembre al 23 settembre 2018 museo Narracentro Palagiano a cura di “Zns project” “via murat art container”, Residenza artistica BoCs art Cosenza dal 07 al 22 dicembre 2017 a cura dei Martedi Critici/ Alberto Dambruoso, vincitore del terzo premio al concorso “premio Nocivelli” edizione 2017 di Brescia, vincitore del terzo premio al concorso “premio Nocivelli” edizione 2016 di Brescia.