Eppur si muove, nuove architetture a Roma: Femia per la Zecca, ABDR per l’ISTAT
Insperati segnali di vita dalla scena architettonica capitolina. Atelier(S) Femia vince il concorso internazionale di riqualificazione e recupero della prima Zecca d’Italia; ABDR, con studio Valle, Proger e Manens Tifs, si è aggiudicato la realizzazione della nuova sede dell’Istat, a Pietralata
È adiacente alla stazione della linea B Quintiliani, tra via dei Monti Tiburtini e via dei Durantini, l’area nella quale dovrebbe sorgere la cosiddetta Città della Statistica, futura sede unitaria degli otto uffici dell’Istat attualmente dislocati in vari spazi del Comune di Roma sparpagliati per la città. Dei 17 team in gara per la sua realizzazione – come riporta l’agenzia Dire – è stato lo studio Abdr Architetti associati, capogruppo della cordata di cui fanno parte anche lo studio Valle Progettazione, la Proger, e la Manens Tifs, ad aggiudicarsi il concorso, indetto a dodici anni di distanza dalla precedente competizione finalizzata al medesimo scopo. Lo studio romano, fondato nel 1982 da Maria Laura Arlotti, Michele Beccu, Paolo Desideri e Filippo Raimondo, torna dunque a operare nel medesimo quadrante della Capitale dove, nel 2011, ha ultimato la costruzione della Nuova Stazione Alta Velocità Roma Tiburtina.
NASCE LA CITTÀ DELLA STATISTICA
Attraverso la costruzione della Città della Statistica continuerebbe così a prendere forma il cosiddetto Sistema direzionale orientale, un intervento atteso nella Capitale da lungo tempo, localizzabile a ridosso sia della già citata stazione Tiburtina, sia della sede della BNL BNP Paribas, progettata dal team 5+1AA, all’opera guidato da Gianluca Peluffo e Alfonso Femia. Qui, inoltre, dovrebbero sorgere anche alcuni edifici de La Sapienza e una serie di torri direzionali, tra cui quella destinata a ospitare il quartier generale del gruppo Ferrovie dello Stato. Tutta l’area di Pietralata, insomma, ha un potenziale di sviluppo enorme, in un’area ben collegata sia col resto di Roma sia col resto d’Italia (siamo a un’ora da Firenze, un’ora da Napoli, meno di due ore da Bologna e ben meno di tre da Milano). Tutta rischia però di restare in potenza per la cronica scarsissima capacità romana di coinvolgere i privati e di rendere gli investimenti appetibili da parte dei grandi developer internazionali. Un atteggiamento che con la nuova amministrazione si è perfino aggravato.
PAOLO DESIDERI SPIEGA LA NUOVA ISTAT
“Flessibilità, benessere organizzativo e gestionale e rispetto dell’ambiente sono utilizzati come principi fondativi per creare una nuova sede che favorisca lo scambio e l’arricchimento professionale dei dipendenti Istat attuali e futuri e la realizzazione di ambienti a misura d’uomo caratterizzati da un alto livello di comfort lavorativo”, ha indicato l’architetto Desideri in merito al progetto risultato vincitore. “L’architettura del nuovo edificio dovrà misurarsi ed esprimere, attraverso l’organizzazione degli spazi e la sua forma, questi obiettivi e i caratteri innovativi che ne definiscono l’identità. È dunque attraverso una particolare attenzione agli spazi pubblici e collettivi e ad un approccio che mette al centro l’ambiente, interno ed esterno, che si propone un approccio coerente con quanto indicato dalle linee guida dell’Istat”. A una prima osservazione, l’intervento appare come il risultato dell’affiancamento di due volumi principali fuori terra – il Basamento e l’Edificio destinato agli Uffici -, associati a due piani interrati. Il progetto, i cui elaborati definitivi sono attesi entro l’anno, oltre a prevedere l’adozione “delle più avanzate strategie bioclimatiche”, include una grande “piazza/parco”, posizionata alla quota +9, che si affaccia in doppia altezza sulla piazza pubblica posizionata a quota 0; negli intenti dei progettisti tale presenza di qualificherebbe come uno spazio “di grande pregio ambientale dedicato prevalentemente agli addetti interni”, contraddistinto da “specifiche scelte vegetazionali in grado di assicurare le migliori condizioni di protezione all’irraggiamento solare delle facciate interne ed una complessiva caratterizzazione ambientale del nuovo complesso”.
AD ATELIER(S) FEMIA E LA STORICA SEDE DELLA ZECCA
In una sorta di “perfetto parallelismo”, è arrivato a compimento nelle stesse ore anche il processo del concorso internazionale per la riqualificazione e il recupero del complesso immobiliare in via Principe Umberto a Roma, sede storica della Zecca italiana. A un anno dal bando, il raggruppamento temporaneo guidato da Atelier(S) Femia ha ottenuto un punteggio pari a 98.75/100 superando gli altri sette team in shortlist; in seconda posizione, a un’incollatura, il raggruppamento con capofila Guicciardini & Magni Architetti – Natalini, al terzo posto il raggruppamento di Insula architettura e ingegneria – Kuehn Malvezzi – Wenzel + Wenzel. Alfonso Femia e il suo gruppo hanno concepito un intervento definito capace di combinare “tradizione e innovazione attraverso il restauro in chiave contemporanea dell’edificio, conservando il carattere industriale degli ambienti”. Negli spazi dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, edificio inaugurato nel 1911 e situato nello storico Rione Esquilino, dovrebbero dunque sorgere “un polo culturale destinato alla valorizzazione museale delle risorse artistiche del patrimonio nazionale numismatico e una sezione di archeologia industriale”, e “un incubatore per la promozione dei mestieri d’arte”.
-Valentina Silvestrini
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati