Salvatore Manzi – Immagine alcuna
Nella chiesa di Sant’Erasmo sulla Piazza d’armi di Castel Sant’Elmo -sede principale del Polo museale- verrà inaugurata la mostra di Salvatore Manzi_IMMAGINE ALCUNA.
Comunicato stampa
Sabato 16 marzo, nella chiesa di Sant’Erasmo sulla Piazza d’armi di Castel Sant’Elmo -sede principale del Polo museale- verrà inaugurata la mostra di Salvatore Manzi_IMMAGINE ALCUNA, con la quale prosegue la ricognizione dei protagonisti e delle vivaci esperienze artistiche a Napoli e nella regione. La mostra è realizzata dal Polo museale della Campania con Saaci Gallery, curata da Nicola Zucaro, sotto il Matronato della Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee e con il Patrocinio del Comune di Napoli, con il sostegno di Associazione UNA CITTA’ CHE… ed Edizioni IOD. Il titolo dell’esposizione, incentrata sul tema dell’idolo e dell’immagine nella società contemporanea, nasce dal riferimento biblico‘Non ti farai idolo né immagine alcuna di ciò che è lassù nel cielo né di ciò che è quaggiù sulla terra, né di ciò che è nelle acque sotto la terra…’ (Esodo 20:4), che rimanda alla posizione critica dell’artista nei confronti della spettacolarizzazione delle immagini nei nuovi media con il risultato, a volte, di produrre false realtà e alienazioni. Il lavoro site-specific di Salvatori Manzi, presentato nella piccola chiesa di Sant’Erasmo a Castel San’Elmo, condensa il suo vissuto, la ricerca artistica e la sua esperienza spirituale e si articola in due momenti distinti per la variabilità del medium e che trovano consonanza nell’ambiente espositivo. Una relazione tra lo spazio costruito e la memoria, dove gli oggetti, installati con rigore e austerità, diventano un’unica forma attraverso un sottile gioco di richiami. Gli ‘apparati da festa’ dell’opera Foresta cosmica e le luminarie di Settenari si dissolvono negli spazi della navata e della sacrestia, per ricomporsi nell’immaginario del visitatore come ricordo di un rituale familiare, allo stesso modo del gesto semplice che si ripete nell’opera-video Legge perpetua dove mani di donna piegano su se stesso, in un movimento delicato, un panno di lino. Un percorso, dunque, che al di là delle divisioni disciplinari, rimanda al dialogo mai interrotto nel corso dei secoli tra arte e religione; un’indagine fenomenologica rivolta al recupero della matrice storica della fede e del sacro nel vissuto contemporaneo, in termini di memoria personale e di cultura popolare e materiale:una ricerca creativa in divenire.
Salvatore Manzi (Napoli, 1975)
Vive e lavora a Napoli, dal 1999 al 2002 intraprende un difficile percorso di azzeramento creativo. Prende parte e organizza diversi collettivi, atti a sviluppare processi di spersonalizzazione. Singolare risulta la ricerca che l’artista affronta nel progettoche mette in discussione il ruolo della firma e della produzione artistica. In seguito si volge ad una ricerca più ampia e, nei suoi lavori, compaiono numerosi riferimenti al disagio sociale, alla psichiatria, alla politica, alla libertà d’informazione. Dal 2006, in seguito alla sua conversione alla fede evangelica, la sua ricerca si infittisce di contenuti spirituali, la pittura e il video sottendono una indagine iconoclasta legata alle scritture sacre e all’analisi dell’invisibile e della cosmizzazione.
Dal 2007 è docente di Videoinstallazione presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli.