Gianfranco Roselli – Storia di un’avventura. Forte di Bard 1999-2019
Sono trascorsi vent’anni dall’avvio dell’imponente opera di recupero architettonico del Forte di Bard. La mostra Storia di un’avventura. Forte di Bard 1999-2019 ripercorre la genesi di questo ambizioso progetto di riqualificazione e restauro architettonico attraverso le foto scattate prima e durante le fasi dei lavori, dal fotografo torinese Gianfranco Roselli.
Comunicato stampa
Sono trascorsi vent’anni dall’avvio dell’imponente opera di recupero architettonico del Forte di Bard. La mostra Storia di un’avventura. Forte di Bard 1999-2019 ripercorre la genesi di questo ambizioso progetto di riqualificazione e restauro architettonico attraverso le foto scattate prima e durante le fasi dei lavori, dal fotografo torinese Gianfranco Roselli. Un vero e proprio racconto fotografico costituito da immagini di architettura di interni ed esterni, fasi del cantiere, persone e maestranze al lavoro, vedute e paesaggi del Forte e dal Forte, vie di comunicazione, segni antichi e moderni sul territorio. Uno sguardo architettonico e antropologico che si sviluppa attraverso 60 immagini in bianco e nero di grande formato e impatto. L’esposizione è ospitata nelle sale dell’ultima nata tra le sedi museali, l’Opera Ferdinando, quella che maggiormente conserva manufatti murari originali e permette la lettura degli interventi eseguiti, come ad esempio nel taglio delle solette o nel recupero degli intonaci.
«Essere direttore dell’Associazione in occasione dei vent’anni dai primi interventi di riqualificazione del Forte di Bard e l’aver preso parte agli inizi degli ‘80 al progetto culturale per il suo recupero, anche nelle connessioni con il Borgo, ha per me un significato molto importante e profondo – dichiara Maria Cristina Ronc, Direttore dell’Associazione Forte di Bard -. Credo che nell’immaginario di tutti i valdostani il Forte abbia da sempre avuto un impatto potente: una presenza talvolta severa e cupa a barriera dell’imbocco alla Valle, luogo famigliare e di accoglienza nel ritorno a casa. I lavori sono stati una vera e propria “avventura” - come sottolinea il titolo dell’esposizione – pionieristica per le dimensioni del cantiere e per le complessità degli aspetti economici, ambientali, sociali e culturali che ad oggi ne fanno un unicum non ancora eguagliato nell’arco alpino».
«Le immagini selezionate raccontano come si presentava il Forte di Bard nelle prime fasi del cantiere, con uno sguardo concentrato sui primi due anni, volto innanzitutto a documentare lo stato delle cose per decenni immutato che pian piano lasciava spazio al suo nuovo divenire – spiega il fotografo Gianfranco Roselli –. Durante la fase di ristrutturazione, alla principale attività di documentazione fotografica finalizzata a monitorare puntualmente gli aspetti tecnici e costruttivi del cantiere, ho affiancato una mia personale visione dello stesso luogo attraverso un percorso parallelo. Questo lavoro ha preso forma con il progetto editoriale “Storia di un’avventura”, di cui queste immagini sono un estratto. Ho avuto in questo modo il privilegio di essere testimone di una fase in cui il Forte riprendeva vita, come un organismo in movimento che respira e si trasforma».
«L’idea di posare il mio sguardo su quei luoghi, attraverso il gesto fotografico – prosegue Roselli – si tramutava in una forma di conoscenza, un approccio alla realtà più meditativo, un’osservazione più riflessiva sul mondo. Allo stesso tempo, l’osservazione insistente e il continuo ritorno negli stessi ambienti ha generato un rapporto di confidenza e di affetto verso le stanze, gli spazi, le pietre, le scale, i corridoi, le rocce».
La documentazione fotografica racconta e descrive anche il lavoro delle maestranze, in tutto più di 500, che hanno partecipato con passione, forza e ingegno alla rinascita del Forte di Bard. Roselli ha raccolto micro e macro elementi, i segni che compongono il territorio circostante, i manufatti antichi e quelli contemporanei, costruendo una mappa a più livelli, in cui convivono aspetti materiali, fisici e immaginari, spaziali, legati al paesaggio e alla rivelazione estetica della natura.
Alle origini del progetto
La società Finbard fu appositamente costituita nel dicembre 1996 per curare la realizzazione degli investimenti previsti dal piano operativo. Realizzato dalla Regione autonoma Valle d’Aosta con il contributo del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale e del Fondo di Rotazione Statale nell’ambito della riconversione delle aree in declino industriale, sotto l’alta sorveglianza della Soprintendenza per i Beni e le Attività Culturali della Valle d’Aosta, il progetto di restauro è stato definito nel 1993, e, tre anni dopo, venne costituita la Finbard per la costituzione del piano di recupero. I lavori partirono nel 1999. Il Forte venne aperto al pubblico il 13 gennaio del 2006 con l’inaugurazione, all’interno dell’Opera Carlo Alberto, del Museo delle Alpi e degli spazi dedicati alle esposizioni temporanee. Da allora la gestione del polo culturale è affidata all’Associazione Forte di Bard.
Il Forte in cifre
14.467 metri quadrati di superficie
3600 metri quadrati di aree espositive
2036 metri quadrati di cortili interni
9000 metri quadrati di tetto
106 metri di dislivello
1295 metri quadrati di corridoi
Più di 500 maestranze coinvolte
283 locali
385 porte
296 feritoie
806 gradini
153.737 metri cubi di terreno rimosso
112.705 metri di cavi elettrici
La mostra è corredata dalla riedizione del volume Storia di un’avventura.
L’inaugurazione si svolgerà domenica 17 marzo 2019, a partire dalle ore 15.30.