Le provocazioni di Robert Mapplethorpe. A Roma

Gallerie Nazionali di Arte Antica – Galleria Corsini, Roma ‒ fino al 30 giugno 2019. Nella quadreria del cardinale Neri Corsini trovano spazio le opere fotografiche di Robert Mapplethorpe.

Si allungano le ombre del vespro sulle pietre e sui marmi della Città Eterna. Tra le stanze del nobile palazzo di famiglia alla Lungara, il Cardinale Neri Corsini, come d’abitudine, si concede una sosta di sublime ristoro contemplativo dinanzi ai capolavori della sua preziosa collezione, posando placidamente lo sguardo su un efebico Giovanni Battista del Caravaggio, su un’accigliata Testa di vecchio di Rubens, su un’iconica Salomè di Guido Reni, sulla concitata Venere e Adone di Ribera. Il cortocircuito storico di questa immaginazione postuma ci strappa un sorriso ‒ che sfiora il sogghigno ‒ quando, sull’onda lunga della visione, sorprendiamo il porporato, pallido e sbigottito, guatare l’algida posa androgina della culturista Lisa Lyon, impietrire dinanzi a una crocifissione capovolta in stile sadomaso, sbirciare un ironico fallo avvolto da un cavo elettrico e insidiato dal forcone di un diavoletto irridente.

IL MONDO DI ROBERT MAPPLETHORPE

È il mondo di Robert Mapplethorpe (New York, 1946 ‒ Boston, 1989) a dialogare e a confrontarsi ‒ nello spericolato e provocatorio progetto curatoriale di Flaminia Gennari Santori, direttrice delle Gallerie Nazionali Barberini Corsini ‒ con la prestigiosa quadreria settecentesca, in occasione del trentesimo anniversario della morte del controverso fotografo americano. Non nuovo, in verità, a simili audaci sincronismi, incoraggiati – è verosimile ‒ dal suo stile classico nella composizione e nelle proporzioni, euritmico, formalmente rigoroso: dieci anni fa, in una mostra alla Galleria dell’Accademia di Firenze, le sue immagini furono accostate al David e ai Prigioni di Michelangelo. “Se io fossi nato cento o duecento anni fa” – ebbe a dichiarare ‒ “avrei potuto fare lo scultore, ma la fotografia è un modo più veloce per vedere le cose, per fare scultura”. Cattolico a suo modo, predilesse il clima artistico e culturale della Minimal Art (distanza emotiva, razionalità geometrica) al Pop e all’Underground, come ha sottolineato la curatrice nella prolusione inaugurale. Amò e collezionò le fotografie storiche dell’Ottocento (in particolare di Nadar e di Julia Margaret Cameron).

Robert Mapplethorpe, Marcus Leatherdale, 1978 © Robert Mapplethorpe Foundation. Used by permission

Robert Mapplethorpe, Marcus Leatherdale, 1978 © Robert Mapplethorpe Foundation. Used by permission

LA MOSTRA ALLA GALLERIA CORSINI

Percorriamo con divertita curiosità l’itinerario della mostra. Una quarantina di opere, provenienti dalla Robert Mapplethorpe Foundation di New York, distribuite in tutte le sale del museo con l’intento – nell’ideazione curatoriale – di condurre lo spettatore in un gioco di rimandi, di somiglianze, di evocazioni, di connessioni, sia tematiche che compositive, tra le opere della collezione ‒ segnatamente quelle più defilate e sfuggenti – e il disturbante corpus fotografico del sulfureo Mapplethorpe.

Luigi Capano

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Luigi Capano

Luigi Capano

Di professione ingegnere elettronico, si dedica da diversi anni all’organizzazione di eventi culturali sia presso Gallerie private che in spazi istituzionali. Suoi articoli d’arte sono apparsi su periodici informatici e cartacei: Rivista dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Roma, Expreso…

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