Formafantasma e Pier Luigi Nervi. A Roma
Maxxi, Roma ‒ fino al 4 aprile 2019. La ricetta, a detta di Domitilla Dardi, design curator del Maxxi, è tutto sommato semplice: prendi dei designer particolarmente talentuosi (e sulla cresta dell'onda), chiudili negli archivi del museo, e butta – metaforicamente – la chiave, lasciandoli studiare. Il risultato sarà una visione inedita nel lavoro di entrambi. O almeno, questo è quello che è successo tra Pier Luigi Nervi e i Formafantasma, chiamati a rileggere l'opera del maestro in occasione del nuovo appuntamento degli Alcantara Project/ Studio Visit.
Una collaborazione culturale, quella tra il MAXXI e Alcantara, che prosegue dal 2011: in questi otto anni infatti, grazie al loro sostegno, sono state realizzate sei mostre collettive (che hanno coinvolto oltre trenta fra designer e studi nazionali e internazionali) e due monografiche. Obiettivo di Studio Visit ‒ format che dallo scorso anno si è modificato, divenendo personale ‒ è far sì che si inneschino ibridazioni tra generazioni di progettisti, chiamati a confrontarsi sul terreno della storia e dell’interpretazione di essa. Questo vuol dire consentire loro libero accesso a tutto l’immenso materiale archivistico del museo, lasciarli scegliere il protagonista cui ispirarsi e farli elaborare una personale rilettura. Unico vincolo da rispettare: utilizzare l’Alcantara come materiale.
SPERIMENTAZIONE E MATERIALI
Nel 2018, è stata la volta di Nanda Vigo, che con Arch-Arcology ha reso omaggio al visionario architetto Paolo Soleri, mentre quest’anno tocca al duo Formafantasma (Andrea Trimarchi e Simone Farresin), designer quotatissimi di base ad Amsterdam, dialogare con Pier Luigi Nervi, maestro indiscusso nella progettazione del ferro-cemento.
“Lavorare con Studio Formafantasma”, racconta Domitilla Dardi, “significa sempre seguire un lavoro di ricerca che procede mescolando conoscenza scientifica e istinto progettuale. Mai come in questo progetto su Nervi queste loro due anime sono emerse nitide: la passione dei ricercatori che rileggono il lavoro a suo tempo fatto da un grande studioso dei materiali come Nervi e la capacità progettuale di fare entrare queste riflessioni in una propria opera”.
Sì, perché i Formafantasma con Pier Luigi Nervi hanno molto in comune. Innanzitutto l’attenzione all’immagine, cioè al modo in cui un progetto è restituito, espresso e comunicato. Loro oggi utilizzano Instagram, Nervi usava fotoschede in bianco e nero che venivano incollate su cartoncini precompilati e siglate a mano (l’archivio ne possiede 4315, di 124 progetti diversi). Poi l’amore per i materiali, per la loro stratificazione, la loro natura tattile capace di stabilire nuove connessioni: Nervi lavorava principalmente con il cls armato, “stressandolo” al punto da spingerlo a essere incredibilmente duttile oltre che resistente.
Ha potuto farlo in quanto ousider, un ingegnere poeta che amava il Gotico e la natura. E anche i Formafantasma qui hanno utilizzato un solo materiale, l’Alcantara ®, cogliendone a pieno potenzialità, texture, bellezza e versatilità in molte applicazioni.
L’INSTALLAZIONE DI FORMAFANTASMA
Il risultato è un’installazione site specific che ricrea un ambiente, fisico e mentale al tempo stesso, particolarmente incentrato sul tema del cantiere, momento in cui l’architettura è nuda, vulnerabile, in costruzione. “Struttura”, spiegano i Formafantasma, “è la parola chiave che più di ogni altra accomuna i due materiali. Nervi ha dimostrato con una ricerca impressionante, fatta di prove, test e calcoli, le conquiste di cui il cemento poteva essere portatore. Grazie al suo lungimirante lavoro il nostro Paese è stato costruito negli ultimi sessant’anni. Noi ci siamo addentrati nell’Alcantara con uno spirito analogo e ne abbiamo studiato le ampie potenzialità di applicazione. Ma soprattutto abbiamo sperimentato ciò che lo rende un materiale unico nel suo genere, governato da una sorta di intelligenza artificiale che lo rende incredibilmente duttile”. La vera chicca di questa installazione è il ritrovamento autonomo, da parte dei designer, di rarissimi file audio con la voce di Nervi, lezioni registrate a metà Anni Sessanta e conservate a Latina da uno studente di allora: queste bobine sono ora acquisite dal museo come nuovo materiale archivistico e documentario.
‒ Giulia Mura
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