Il paesaggio, tra particolare e universale. Marco Strappato a Roma
The Gallery Apart, Roma ‒ fino al 26 aprile 2019. Quarta personale di Marco Strappato negli spazi della galleria romana, “Au-delà” è una mostra intima e autobiografica. Al centro c'è il tema del paesaggio, indagato con un corpus di opere recenti.
È una mostra quasi interamente monocromatica quella di Marco Strappato (Porto San Giorgio, 1982; vive a Londra) in corso da The Gallery Apart a Roma. Il colore dominante è il bianco, l’atmosfera minimale è interrotta da pochi segni: quasi degli schizzi leggeri sulla tela immacolata dello spazio espositivo. Torna a più riprese un tema ricorrente nella ricerca dell’artista marchigiano, quello del paesaggio, inteso sia come scenografia dell’esistenza che come combinazione di segni. C’è il paesaggio della costa adriatica imbiancato dalla neve e sdoppiato in un video allestito sul pavimento; c’è l’orizzonte che divide il mare e il cielo in un piccolo scatto reso surreale dalla presenza contemporanea di due soli; ci sono due sfere di marmo, a terra, a simboleggiare l’idea stessa di mondo.
Un mondo sdoppiato tra interno ed esterno, tra universale e particolare, tra storia collettiva e biografia personale. Non a caso, sul muro successivo, Strappato regala allo spettatore il suo primo autoritratto, un piccolo dipinto dove la figura è ridotta a silhouette, una presenza suggerita più che esibita.
Al piano di sotto, quattro grandi pannelli di legno riprendono alcune famose fotografie di Luigi Ghirri; l’immagine, ridotta a poche linee essenziali, è stata incisa sul supporto meccanicamente. Tutto intorno, a terra, sculture dall’aspetto biomorfico trasformano in piccoli monumenti dei legni trovati in riva al mare.
‒ Valentina Tanni
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