La performance di Loredana Longo da Officine Saffi in collaborazione con Francesco Pantaleone
Si terrà sabato 6 aprile, nell’ambito dell’art week milanese, la performance “Creative execution” di Loredana Longo: un’esplosione di cinquanta cilindri, una riflessione sull’estetica plurale della violenza, realizzata in collaborazione con la Galleria Francesco Pantaleone di Palermo
Chi la conosce, sa che Loredana Longo è artista dirompente, capace di relazionarsi di volta in volta con differenti materie e processi creativi mediante una prestanza speciale, che unisce dialetticamente vigore e progetto, forza fisica a materiali insieme delicati e (al contempo) potenti. In un dicotomico rapporto persistente tra opposti, quindi, si sviluppa anche il nuovo appuntamento da segnare assolutamente in agenda per l’art week milanese 2019. Sabato alle ore 19.30 da Officine Saffi andrà in scena la sua nuova performance, strettamente connessa con la sua riflessione a maglie larghe dedicata ai paradossi del presente e al contempo collegata alla sofisticata mission della galleria, ovvero la sperimentazione costante sulla ceramica e i suoi confini linguistici e di ricerca, mediante un rigoroso lavoro internazionale di mostre, residenze, progetti museali e, anche con questo nuovo appuntamento che vede protagonista Loredana Longo, con la performance.
“IL RITORNO DEL REALE”
A curarla, la storica dell’arte Irene Biolchini, guest curator del MIC di Faenza e già accanto a Loredana Longo da diversi anni per significative collaborazioni, che a proposito di questo nuovo progetto di Loredana Longo cita il critico d’arte Hal Foster de “Il Ritorno del Reale”: “siamo connessi ad eventi spettacolari. Questo collegamento ci connette e disconnette simultaneamente, ci rende psico-tecnologicamente in diretta connessione con gli eventi e geopoliticamente lontani da essi. […] Certo quando gli schermi delle bombe intelligenti si oscuravano, il mio corpo non esplodeva. Al contrario, era rinforzato: secondo una figura classica del fascismo, il mio corpo, la mia soggettività, si affermavano nella distruzione di altri corpi”. Cinquanta cilindri installati in file regolari realizzati in diretta da un maestro vasaio saranno esplosi in un’azione che si verificherà nel giro di pochi minuti. “Il vero problema con me stessa”, ci racconta l’artista, “è che io non voglio sapere cosa accadrà di preciso, amo quell’imperscrutabilità della forma che prenderanno le cose, come la vita. Ho scelto infatti di adottare delle tecniche che riesco a controllare ma che possono anche sfuggire a quella determinatezza che noi artisti perseguiamo per inseguire quella forma che corrisponda al nostro pensiero”. La terra fresca si trasformerà, nasceranno nuove forme, saranno generate nuove sculture. Il progetto, realizzato in collaborazione con la Galleria Francesco Pantaleone, mira a sollecitare una riflessione sull’estetica della violenza, ma anche sulla sua percezione in ognuno di noi e sulle tracce che potrebbe lasciare nella nostra memoria. Non resta che andarci per immergersi in quest’esperienza.
– Lorenzo Madaro
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