La polemica sulla street art di Palazzo Collicola a Spoleto. Risponde il direttore Marco Tonelli

Riceviamo e pubblichiamo la lettera aperta inviataci da una lista politica di Spoleto per salvare i murali di Palazzo Collicola, realizzati durante gli anni di direzione di Gianluca Marziani e oggi, stando a quanto dichiarato dalla lettera, “in pericolo” per la linea di intervento del neodirettore Marco Tonelli. Quest’ultimo, però, ci ha raccontato la sua versione dei fatti…

Lo scorso gennaio Alberto Fiz intervistava su Artribune Marco Tonelli, all’indomani della nomina di quest’ultimo a direttore di Palazzo Collicola a Spoleto. Da questo confronto emergeva la volontà, da parte del direttore, di lavorare alla valorizzazione della collezione permanente del Palazzo, a partire dal restauro delle opere di Richard Serra e Sol LeWitt. Tonelli, arrivato a Spoleto dopo essere stato assessore alla cultura di Mantova e direttore artistico della Fondazione Museo Montelupo Fiorentino, succedeva a Gianluca Marziani, alla direzione di Palazzo Collicola per quasi un decennio: un periodo in cui l’istituzione ha instaurato un dialogo diretto con il territorio e i linguaggi più contemporanei dell’arte, in linea con il concetto di “museo diffuso”. Tornando ad essere un soggetto riconosciuto nella rete dei più attivi centri d’arte contemporanea italiani. Tra le iniziative promosse da Marziani, una era dedicata proprio alla urban art (Collicola on the Wall), e ha visto l’intervento di numerosi street artist invitati a realizzare murales per Palazzo Collicola. Qualche nome? Stan Lex, Danilo Bucchi, Moneyless e Alo. “Le opere rappresentano ulteriori inserimenti nelle zone interstiziali della struttura, ampliando così una mappatura parietale che prende spunto dalla sala di Sol LeWitt dal titolo ‘Bands of Color’. Per il museo spoletino è la conferma di una speciale attenzione ai codici dell’arte metropolitana, in sintonia con il Moca di Los Angeles, la Tate Modern di Londra e gli altri spazi che seguono le frequenze più innovative dell’arte contemporanea”, si legge in una nota stampa del 2013 che spiega il progetto.
Dallo scorso febbraio, però, sembra che questi murali siano diventati oggetto di una polemica sviluppatasi soprattutto sui social: tutto parte dalla conferenza stampa di presentazione del neodirettore Marco Tonelli, che avrebbe lasciato intendere la sua intenzione di rimuovere i lavori da Palazzo Collicola, causando la reazione degli artisti coinvolti nel progetto Collicola on the Wall e non solo. Abbiamo ricevuto e pubblichiamo la lettera aperta che gli esponenti della Lista per Spoleto (capeggiati da Camilla Laureti, candidata a sindaco ed ex assessora alla cultura della città) hanno indirizzato al Sindaco Umberto De Augustinis e all’Assessore alla Cultura Ada Urbani per chiedere loro di intervenire affinché i murali vengano conservati.

Intervento di Borondo per Collicola on the Wall - Spoleto, Palazzo Collicola

Intervento di Borondo per Collicola on the Wall – Spoleto, Palazzo Collicola

LA LETTERA APERTA PER SALVARE I MURALI DI PALAZZO COLLICOLA A SPOLETO

“Gentile Sindaco Umberto De Augustinis, Gentile Assessore alla Cultura Ada Urbani, come saprete il nuovo Direttore di Palazzo Collicola, Marco Tonelli, sta procedendo alla cancellazione delle opere murali che fanno parte del progetto “Collicola on the Wall”, all’interno del museo. Opere che, per la nostra città, hanno un valore non solo artistico ma anche economico. Il valore stimato si aggira, infatti, intorno ai 500mila euro e il Comune stesso ha pagato molte delle opere degli artisti presenti nel museo. Cancellare le opere vuol dire perdere un patrimonio di cui oggi conosciamo il valore economico che è però incalcolabile a quanto possa ammontare in futuro. Sten Lex, Danilo Bucchi, Alberto Di Fabio, Moneyless, Alo solo per citarne alcuni. Quest’ultimo, tra l’altro, è nato a Spoleto e ora vive e lavora a Londra. Eliminare ogni traccia della direzione passata. Sembra questo l’obiettivo alla base di una decisione che a noi pare scellerata. Le opere sono di artisti, nazionali ed internazionali, conosciuti nel mondo ma, cosa ancora più importante, che potrebbero crescere ancora di più di quello che sono ora come spesso succede nel campo dell’arte. Basti pensare ad un altro artista che era solito dipingere le pareti nostrane come Sol LeWitt.

Intervento di 2501 per Collicola on the Wall - Spoleto, Palazzo Collicola

Intervento di 2501 per Collicola on the Wall – Spoleto, Palazzo Collicola

LA VECCHIA E LA NUOVA DIREZIONE DI PALAZZO COLLICOLA A SPOLETO

Giustissimo che un nuovo Direttore abbia una sua idea del Museo e la porti avanti, la rispettiamo, ma non crediamo sia necessario ‘cancellare’, con un colpo di pennello, una parte di quello che è stato fatto prima di lui, per ragioni pratiche e di una nuova segnaletica di cui ha bisogno il museo. Cercate voi, che rappresentate la nostra città, di far cambiare idea al Direttore e di fargli capire che quei muri dipinti sono parte del patrimonio artistico di questa città. Cercate di trovare soluzioni alternative alla cancellazione di opere murali che hanno un valore economico per Spoleto ma anche un valore artistico e un valore affettivo per tanti noi cittadini. In questi anni ci siamo abituati alla parete di Dana di Sten Lex, al Wall Painting di Moneyless, alla Migrazione di Ob Queberry, un altro spoletino, o al Social Cube di Danilo Bucchi e dispiacerebbe poterlo rivedere da ora in poi solo nel, seppur ben fatto, catalogo del progetto “Collicola on the Wall”. Certi che saprete fare tesoro di queste nostre parole vi ringraziamo per l’attenzione. Un saluto cordiale.
Camilla Laureti (consigliere comunale), Luigina Renzi, Stefano Lisci, Marco Trippetti, Carla Erbaioli”.

LA RISPOSTA DI TONELLI ALLA LETTERA APERTA SU COLLICOLA ON THE WALL

“È inutile alimentare polemiche, non c’è intenzione di rimuovere alcunché”, risponde Marco Tonelli, contattato da Artribune per commentare la vicenda. “Quelle che stanno circolando sono cattive informazioni. Il concetto di rimozione è una cosa diversa rispetto ad altre tipologie di riadattamento degli spazi. È una polemica che trovo sterile e strumentale”. Chiediamo a Tonelli come possa essere nato questo malinteso, dato che non sarebbe nelle sue intenzioni rimuovere i murali: “come nasce la polemica dovreste chiederlo a chi la polemica l’ha sollevata”, risponde ancora il neo direttore di Palazzo Collicola, che continua: “in conferenza stampa ho detto alcune cose abbastanza chiare, ma sono state lette in maniera differente. Molti degli artisti contattati preventivamente da me mi hanno risposto che ‘il direttore ha tutto il diritto di rivedere il piano allestitivo, siamo d’accordo con qualsiasi decisione abbia intenzione di prendere’”.

STREET ART FUORI CONTESTO E IN CONDIZIONI PESSIME

Sui murali quindi Tonelli in che modo intende procedere? “Fate un giro e vedete in che condizioni versano i murali”, continua il direttore, “molti stanno perdendo colore e stanno ammuffendo. Ditemi voi poi se è giusto o meno che un palazzo del Settecento con un’importante pinacoteca venga totalmente riempito di graffiti e street art. Inoltre fate un’indagine sul tipo di contenuti espresso da quei murali e poi discutiamo sulla base di cose reali. Ho la necessità di rivedere tutto il piano museologico e allestitivo della collezione”, conclude Tonelli, “il progetto va visto nella sua totalità, non ci si può soffermare solo sui murali e, ripeto, alcuni di loro stanno cadendo a pezzi. Magari bisognerebbe riflettere sul fatto se valga la pena o meno restaurare murali autorizzati per essere temporanei, e se forse sarebbe valsa la pena di restaurare il Wall drawing di Sol LeWitt, che è seriamente danneggiato, e parliamo di un intervento di uno dei più importanti artisti al mondo. Sto cercando di farlo restaurare, e questa sarebbe una notizia più interessante rispetto a tutto il resto”. Insomma, Tonelli dice di non voler rimuovere le opere ma poi dichiara di non avere intenzione di restaurarle pur essendo ammalorate e sottolinea che non c’entrano alcunché col palazzo e veicolano messaggi sbagliati. Diciamo che anche se non le rimuoverà il neo direttore, le opere, leggendo tra le righe, si rimuoveranno da sole…

– Desirée Maida

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Desirée Maida

Desirée Maida

Desirée Maida (Palermo, 1985) ha studiato presso l’Università degli Studi di Palermo, dove nel 2012 ha conseguito la laurea specialistica in Storia dell’Arte. Palermitana doc, appassionata di alchimia e cultura giapponese, approda al mondo dell’arte contemporanea dopo aver condotto studi…

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