MEETing. I centri di cultura digitale si incontrano a Milano

In attesa dell’apertura di MEET, la sede milanese dedicata alla cultura digitale, i centri internazionali dediti a questo tema si sono dati appuntamento nella metropoli lombarda per condividere le proprie esperienze.

MEET e Fondazione Cariplo hanno organizzato a Milano il primo incontro internazionale dei centri di cultura digitale, all’interno di un luogo in divenire: l’ex Spazio Oberdan, in pieno cantiere di riprogettazione come ambiente sense and respond curato dall’architetto Carlo Ratti. La sede è evocativa e conserva la memoria di rassegne quali Invideo e Techne, che hanno segnato il passo sulla ricerca nell’ambito del video e del multimediale, del digitale e dell’arte interattiva dall’inizio degli Anni Novanta del secolo scorso.
L’incontro accompagna l’apertura di MEET prevista per l’autunno 2019, con main partner Intesa Sanpaolo e altri importanti supporter come Fondazione Fiera Milano, Repower, Sigest, i canadesi George Brown College e Institute Without Boundaries, e il partner accademico Politecnico di Milano.
Per il benvenuto istituzionale Filippo del Corno, assessore alla Cultura del Comune di Milano, Giuseppe Abbamonte, direttore del Dipartimento Media e Data della Europea Dg Connect, Fabrizio Paschina di Intesa Sanpaolo. Giuseppe Guzzetti, presidente di Fondazione Cariplo (prossima al cambio degli organi amministrativi) ha salutato la platea con una grande apertura verso i giovani, “un uomo della biro” − come si è ironicamente definito − che auspica MEET diventi fulcro di inclusione culturale e superamento del divario sulla conoscenza del digitale.
Grande è stata l’emozione di Maria Grazia Mattei, fondatrice e presidente di MEET, poiché dopo molti anni si avvera un sogno: far nascere un centro in una città come Milano, collettore di esigenze di coesione sociale e di un approccio innovativo alle arti, per rendere comprensibili e fruibili a tutti le conoscenze e le potenzialità del digitale come maggior garanzia di scelta per il futuro.

I PROTAGONISTI

Hanno parlato della propria attività i rappresentanti delle dodici istituzioni culturali ospiti, che da anni lavorano sui temi del digitale, della tecnologia, dell’interazione tra arte e scienza: tra gli altri il Senior Director Horst Hörtner con la quarantennale attività di Ars Electronica di Linz, Christophe De Jaeger con la recente esperienza del Gluon di Bruxelles, Philipp Zieler dello ZKM di Karlsruhe e Hugues Vinet dello storico istituto di ricerca sul suono Ircam di Parigi.
Impressiona in positivo trovarsi di fronte a un coeso discorso politico e programmatico: si respira la volontà di creare una rete diffusa in tutta Europa e di fatto questo è ciò che MEETing qui permette di fare.

MEET, Milano 2019

MEET, Milano 2019

DIGITAL HUMANISM

Tutti i centri convergono su una idea di cambio di mentalità nella nostra società: digital humanism è un concetto che ricorre tra gli ospiti, l’esigenza di andare oltre il termine digitale (Lorenzo Gerbi di Baltan Laboratories), verso la costruzione di una comunità (Mariano Salvador di Etopia), consapevoli di voler provare a rispondere ad alcune delle domande più urgenti della società, tra cui l’emergenza climatica e i flussi migratori.
Non si parla di un’arte fine a se stessa, interessa che l’innovazione culturale e artistica si innesti invece nello sviluppo economico e nel cambiamento sociale: le esperienze di Le Cube presentate dal direttore artistico Carine Le Malet, del RIXC di Riga in Lettonia, raccontate dal direttore Raitis Smits, e quelle del Public Art Lab a Berlino con la curatrice Susa Pop, sottolineano l’importanza di una consapevolezza culturale in merito all’uso della tecnologia e del digitale.
È necessario che emerga un pensiero filosofico in grado di accogliere la complessità come indicano i condirettori di MuDA in Svizzera, Caroline Hort, Christian Etter e Jadwiga Charzynska, direttore di Laznia, centro per l’arte contemporanea in Polonia.
Sul palco un cobot, robot collaborativo, interagisce con i relatori ballando infine insieme alla coreografa e danzatrice Ariella Vidach della compagnia AIEP, nella performance CoreoBot #1, co-diretta con Claudio Prati.
A chiusura Maria Grazia Mattei garantisce che le mura del palazzo non saranno un confine: MEET avrà come missione la circolazione delle idee, la messa in sinergia dei progetti in contrasto alla parcellizzazione tipica del sistema italiano. Un centro per tutti, quindi, e un luogo per nutrire la passione.

Silvia Scaravaggi

www.meetcenter.it

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Silvia Scaravaggi

Silvia Scaravaggi

Operatrice culturale e curatrice indipendente. Si è laureata con Sandra Lischi all'Università di Pisa in Teoria e tecniche dei mezzi di comunicazione audiovisiva; ha approfondito lo studio dei nuovi media durante il Socrates all’Universiteit van Amsterdam. Ha collaborato con Aiace…

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