Ars foemina: densità dei segni, profondità dei sensi
“Ars foemina: densità dei segni, profondità dei sensi” è una mostra inserita allʼinterno del progetto “Cammino al femminile: tappe, incontri, approdi nelle donne di ieri, di oggi, di domani” a cura dellʼAssociazione AnDROmeda di Dro guidata dalla presidente Ginetta Santoni. Si tratta di un percorso modulato intorno al tema femminile, volto a raccontarne e a valorizzarne le manifestazioni e la pluralità dei linguaggi.
Comunicato stampa
"Ars foemina: densità dei segni, profondità dei sensi" è una mostra inserita allʼinterno del progetto "Cammino al femminile: tappe, incontri, approdi nelle donne di ieri, di oggi, di domani" a cura dellʼAssociazione AnDROmeda di Dro guidata dalla presidente Ginetta Santoni. Si tratta di un percorso modulato intorno al tema femminile, volto a raccontarne e a valorizzarne le manifestazioni e la pluralità dei linguaggi.
Raccontando le donne di ieri, di oggi, di domani questo viaggio restituisce al femminile quella voce che per troppo tempo è rimasta muta a causa del retaggio culturale imposto dalla nostra civiltà. Nel fare questa delicata operazione, AnDROmeda non solo si è munita della sensibilità e dellʼaccortezza necessarie, ma ha anche adottato un criterio assolutamente non svalutante del genere maschile: il cuore del progetto è quello di promuovere un dialogo alla pari, di corresponsione e di reciprocità fra generi. Il progetto è un invito alla crescita, alla scoperta di ciò che vive dentro di noi e fuori di noi: perché solo attraverso il cammino e il movimento può generarsi vita, rinnovo, crescita.
La mostra Ars Foemina: Densità dei segni, profondità dei sensi che verrà inaugurata giovedì 12 aprile alle ore 19.30 vede riunite nello splendido spazio espositivo del Forte Superiore di Nago, le opere di 11 artiste, Gabriella Bais, Ines Fedrizzi, Elena Fia Fozzel, Rosanna Job, Francesca Lorenzi, Claudia Mageli, Laura Marcolini, Daria Santoni, Virginia Sartori, Rosanna Zen, Annamaria Rossi Zen, che racconteranno il loro Cammino al femminile nell’ambito dell’arte contemporanea.
Per comprendere l’arte e il ruolo della donna in quest’ambito è impossibile prescindere dalla predominante personalità di Artemisia Gentileschi, donna, artista, moglie madre, incontenibile viaggiatrice.
Pittrice che affronta in maniera determinata ed inamovibile temi sacri e profani con impianti monumentali riconosciuti, nel Seicento, come prerogativa del mondo maschile.
Donna che dopo aver vissuto e respirato l’arte del suo secolo nella bottega del padre assieme ai suoi sei fratelli, abbraccia la complessa lezione caravaggesca e, abbandonati i moduli iconografici tradizionali, crea contrasti di forme e colori e descrive dettagli che riescono a trasmettere allo spettatore il dramma del soggetto rappresentato. Grande professionista che riesce a far dimenticare la firma sul dipinto, colei che, nonostante le violenze fisiche e psicologiche subite, mostra per prima quanto l’arte non sia riconducibile e riconoscibile dal sesso del suo esecutore.
Una donna che ha sofferto per raggiungere questi traguardi e che ha combattuto con illustri personaggi dell’epoca denunciando pubblicamente lo stupro subito e pagando duramente la sua ribellione: tutti assolti i suoi carnefici, messa al bando la sua famiglia che per proteggerla l’allontana da Roma.
Artemisia potrebbe essere definita una femminista ante litteram, ma io preferisco riconoscerne la grandezza artistica ammirando le sue tele, nelle quali la ricchezza e complessità della poetica vanno oltre ed oscurano la sua vicenda biografica.
Oggi dopo la rivoluzione industriale, le suffragette, il sessantotto, l’esasperata rivoluzione femminista, le recentissime leggi contro la violenza sulle donne e il femminicidio, ancora oggi molte donne vivono l’ingiustizia dell’inadeguato riconoscimento del loro essere e si trovano spesso costrette a giustificare le proprie passioni, quasi si trattasse di inutili passatempi.
La mostra che inauguriamo oggi al Forte Superiore di Nago ha proprio lo scopo di aggiungere un tassello a questo comportamento tanto discusso e condannato, fin dai tempi della “clava matrimoniale”, anche se si continua a parlare di quote rosa … inutili se si equiparassero i ruoli tra i sessi.
Un importante tassello composto dalle opere di undici artiste che avremo modo di conoscere attraverso i loro lavori esposti in questa splendida location che domina il lago; undici artiste che nonostante il vivere quotidiano, che le vede impegnate in mille occupazioni diverse, non sempre auliche o creative, ma sempre condotte con onestà e professionalità, trovano il tempo e soprattutto il piacere di comunicare, in maniera indiscriminata, attraverso un linguaggio unico e originale: quello dell’arte.
Presentando le undici protagoniste di questa mostra, Gabriella Bais, Ines Fedrizzi, Elena Fia Fozzel, Rosanna Job, Francesca Lorenzi, Claudia Mageli, Laura Marcolini, Daria Santoni, Virginia Sartori, Rosanna Zen, Annamaria Rossi Zen, sono obbligata a segnalare che ho conosciuto prima le loro opere dei loro nomi e, nonostante le tecniche, i materiali, la formazione, ma soprattutto le poetiche evidentemente differenti, ho capito subito che quei particolari lavori avevano molto da raccontare. Probabilmente vedendo le splendide immagini che mi erano pervenute al computer non mi ero nemmeno chiesta se quelle opere erano state realizzate da uomini o donne, avevo solo intuito che si trattava di artisti. Quindi sono venuta a conoscere questi artisti e a parlare con loro per trovare il giusto equilibrio per fondere il mio sentire col loro linguaggio e soprattutto per ottenere una corretta lettura, dopo un confronto diretto con le esecutrici che, tuttavia, mi hanno lasciata libera di viaggiare con l’immaginazione.
Ho subito percepito che il loro Cammino al femminile è sempre vivo, come si dice ormai in lingua universale un work in progress, perché, come ognuna di queste artiste dimostra anche nel suo quotidiano, il principio è quello di trovare tutti i giorni la forza e il coraggio di rivoluzionare il proprio pensiero, orientandosi verso quelle percezioni che colpiscono la sensibilità e la curiosità.
Sono infatti questi due elementi, sensibilità e curiosità, più che la ricerca del prestigio o della fama, che caratterizzano le opere esposte in questa mostra: il primo gioca il ruolo della voglia di dare un senso al proprio Io, costruito su stati d’animo e strati di emozioni, il secondo spinge verso la sperimentazione e l’analisi dei mutamenti e dell’imprevedibilità del mondo moderno e tecnologico.
E’ in questo modo che si muovono le undici artiste presenti in questa mostra Ars Foemina: Densità dei segni profondità dei sensi, lavorando ogni giorno per trovare il perfetto connubio tra tecnica e pensiero, artigianalità e creatività.
Artiste che hanno guardato con attenzione al passato, al presente, ma che soprattutto sono proiettate verso il futuro senza esporsi con giudizi, ma proponendo chiavi di lettura che permettano di oltrepassare i confini spazio/temporali attraverso la contemplazione del loro progetto artistico che nasce dall’utilizzo di concetti attualissimi, espliciti, fortemente meditati, privi di qualunque forma di retorica.
Pittura, scultura, fotografia, body art, performance, materiali e tecniche che si mescolano tra loro costringendo l’osservatore a soffermarsi per comprendere e appropriarsi dell’esperienza conoscitiva, basata sull’empatica trasposizione di sentimenti e realtà, dalla quale prende origine il lavoro di ogni artista.
L’emozione profonda che riescono a trasmettere opere così diverse tra loro è quella di proporre una comune volontà di opporsi alle convenzioni, affrontando l’esistenza con dignità, decisione e altruismo, perché è proprio questo il ruolo dell’artista, quello di offrire strumenti che nella uniformità percettiva, aprano mondi fantastici nel quali l’osservatore possa perdersi o ritrovarsi.
L’arte ha questo potere, basta imparare a lasciarsi trasportare dalla sua magia ed è proprio il messaggio che tra luce e colore, forma e materia, tradizione e innovazione, Gabriella Bais, Ines Fedrizzi, Elena Fia Fozzel, Rosanna Job, Francesca Lorenzi, Claudia Mangeli, Laura Marcolini, Daria Santoni, Virginia Sartori, Rosanna Zen, Annamaria Rossi Zen, riusciranno a trasmette, trasferendo nelle opere aspetti della loro vita e delle loro esperienze, attraverso un velo impalpabile di mistero che si carica di una straordinaria consistenza oggettiva. Ogni dimensione dell’esistenza viene infatti evocata e collegata grazie a gesti, ma anche sensazioni, pensieri, cornici cognitive, entro cui si srotolano le esperienze e le vicissitudini di donne capaci di trasportarci nell’oblio dell’essere e dell’esistere presente nella contemporaneità.
Paola Cassinelli
Artisti: Gabriella Bais, Ines Fedrizzi, Elena Fia Fozzel, Rosanna Job, Francesca Lorenzi, Claudia Mageli, Laura Marcolini, Daria Santoni, Virginia Sartori, Rosanna Zen, Annamaria Rossi Zen
Curatrici: Ginetta Santoni – Daria Santoni per Associazione AnDromeda Dro