Olafur Eliasson, per esempio, ha disegnato per il brand suo compatriota una lampada basata su modelli geometrici. Olafur Eliasson in persona ha tenuto il 9 aprile la conference On Art and Experimentation al Museo della Scienza e della Tecnologia di Milano, trattando ampiamente dei propri progetti architettonici, di lighting art e di design. Un accenno al gigantesco “sole” installato nella Turbine Hall alla Tate Modern di Londra nel 2003, The Weather Project, è stato sufficiente a evidenziare la portata della sua attitudine sperimentale e dei suoi interventi. Un incontro del tutto insolito per le scene milanesi, organizzato con Gluck50 e curato Maurizio Bortolotti, in occasione del cinquecentenario della morte di Leonardo da Vinci.
OLAFUR ELIASSON: LA CONFERENZA
L’artista danese, prossimo ad una nuova grande mostra proprio alla Tate (luglio 2019-gennaio 2020), ha messo in luce uno dei concetti base di tutta la propria opera, ovvero la sfida ingaggiata con la luce, usata per rileggere la realtà in modo diverso a seconda dello sguardo umano che la indaga. “Il visitatore”, ha sottolineato, “diventa anche co-producer dell’opera nel momento in cui si avvicina a essa applicando la sua personale visione del reale”. Pur essendo la natura uno dei focus della sua ricerca (oggi, in particolare, i grandi cambiamenti climatici), è la scienza rapportata alle facoltà percettive l’ambito fondamentale della sua ricerca.
OLAFUR ELIASSON: ULTIMI PROGETTI
Ultima espressione delle sue provocatorie applicazioni della luce al design, come lui stesso ha evidenziato durante la conference, la lampada OE Quasi Light realizzata dall’azienda danese Louis Poulsen e presentata per la Milano Design Week presso l’ex galleria Massimo de Carlo (in via Ventura 5). Le formule matematiche, le “frecce più acuminate” dell’arco dell’artista, ancora una volta hanno permesso di modellare la fonte luminosa e i suoi effetti emozionali – sempre destabilizzanti dal punto di vista sensoriale e percettivo – applicando il modello geometrico dell’icosaedro alla struttura esterna in alluminio (riciclato al 90%) e quello del dodecaedro al corpo illuminante (LED) all’interno. “La lampada combina la precisione matematica del design”, ha commentato Eliasson, “con la qualità del lighting atmosferico”.
–Alessandra Quattordio
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