Teofanie e apparizioni di cosmi. Omar Galliani in Toscana
Oratorio di Santa Caterina delle Ruote, Ponte a Ema – fino al 28 aprile 2019. La forza attrattiva e la coerenza del tratto del maestro emiliano resistono nel parallelismo con gli affreschi che narrano le Storie di Santa Caterina d’Alessandria.
È Ancora fiori per Alice, opera di Omar Galliani (Montecchio Emilia, 1954) del 2016, a conquistare lo sguardo una volta varcata la soglia dell’Oratorio di Santa Caterina delle Ruote di Ponte a Ema, poco lontano da Firenze. Sotto le accoglienti volte a crociera dell’edificio risalente alla metà del XIV secolo, restaurato negli anni scorsi e sede di iniziative culturali, tredici monumentali lavori del “maestro indiscusso del disegno italiano” occupano diligentemente le due pareti espositive parallele alle storiche mura.
Solo Ancora fiori per Alice abbandona tale impostazione per annunciare al visitatore, dalla sua posizione privilegiata al centro del podio, della “temporanea convivenza” in corso in questo luogo. Tra le narrazioni pittoriche della vicenda di Santa Caterina d’Alessandria, potenti nelle loro cromie quanto statiche nei riquadri geometrici di appartenenza, la capacità evocativa dei lavori di Galliani rivela tutto il proprio potenziale, conducendo la mente verso oniriche destinazioni. Attraverso una tavolozza ridotta al bianco e al nero, l’artista riesce a definire apparizioni di luoghi sognati, forse impossibili. A prendere vita sono i grandi supporti in legno di pioppo, sui quali sono riconoscibili elementi desunti da un fidato repertorio di simboli e alcuni volti. Tra questi, seppur di profilo, è riconoscibile anche il viso di Galliani, fissato nell’Autoritratto che appartiene alla collezione delle Gallerie degli Uffizi di Firenze.
‒ Valentina Silvestrini
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