Nazareno Biondo – Polvere d’artista
La mostra presenta negli spazi dell’ex Teatro Paesana una selezione di 20 opere in marmo di Carrara dal 2011 ad oggi, dove oggetti di uso comune, scarti del quotidiano come mozziconi di sigaretta o lattine schiacciate, rappresentati in grandi dimensioni, sono resi eterni dal materiale nobile in cui vengono scolpiti.
Comunicato stampa
L’Associazione Culturale BArock in collaborazione con l’Associazione Archivio Storico Mario Giansone presenta POLVERE D’ARTISTA, una mostra personale dedicata all’artista scultore NAZARENO BIONDO con inaugurazione martedì 7 maggio alle ore 18.00 negli spazi dell’ex Teatro Paesana e apertura gratuita al pubblico da mercoledì 8 maggio a sabato 8 giugno (ingresso da Via Bligny n. 2 - Torino).
La mostra presenta negli spazi dell’ex Teatro Paesana una selezione di 20 opere in marmo di Carrara dal 2011 ad oggi, dove oggetti di uso comune, scarti del quotidiano come mozziconi di sigaretta o lattine schiacciate, rappresentati in grandi dimensioni, sono resi eterni dal materiale nobile in cui vengono scolpiti.
I lavori di Nazareno Biondo sono la metafora di uno stato d’animo collettivo, rappresentano una sensazione comune diffusa tra gli individui della società contemporanea, ovvero il sentirsi usati, per precisi scopi, per poi esser scartati e abbandonati.
“Se bisogna riuscire a comunicare qualcosa attraverso l’arte, e più precisamente attraverso la scultura, allora scelgo, con occhio critico, di sottolineare quanto sia importante abbandonare la cultura dello spreco in favore a quella del riutilizzo” aggiunge l’artista Nazareno Biondo. “Ed è per questo motivo che uso gli scarti delle grandi sculture per ricavare la rappresentazione di beni di lusso come mazzette e lingotti. La riflessione sulla quotidianità e sulla cultura di massa occidentale è una costante imprescindibile delle mie opere. Nulla nel mio lavoro, come nel mondo in cui viviamo, dovrebbe esser sprecato.”
“Il titolo della mostra trae origine dalla materia di scarto che l’artista produce realizzando le sue sculture, il lavoro che resta dopo aver sottratto materia al blocco di marmo è a tutti gli effetti l’opera, ma il materiale che ne rimane è il prodotto del lavoro artigianale e della fatica” commenta Enrico Debandi, responsabile artistico degli spazi di Palazzo Saluzzo Paesana e curatore della mostra. “Allo stesso tempo, il titolo vuole rimandare alla celebre opera di Piero Manzoni ed essere una provocazione nei confronti degli artisti che vedono nell’arte un mezzo di eternarsi. In un’epoca in cui l’arte concettuale viene spesso sovrastimata, Nazareno Biondo sposta l’attenzione del pubblico su un modus operandi che utilizza magistralmente tecniche tradizionali per riprodurre oggetti di uso comune con stupefacente realismo”.
L’artista è al momento al lavoro su un blocco di marmo bianco di 15 tonnellate da cui, tra scalpello e dischi diamantati, sta progressivamente intagliando una vecchia FIAT 500, simbolo di un luogo e soprattutto di un tempo in cui il destino di una generazione che poteva ancora scegliere.