Manuel Cicchetti – Monochrome
36 fotografie in Bianco e Nero, un lavoro di documentazione fotografica durato quattro anni e frutto di passeggiate in ogni stagione tra i boschi, gli altopiani, i sentieri delle Dolomiti della Conca d’Ampezzo.
Comunicato stampa
MONOCHROME
MANUEL CICCHETTI
è un creativo che si misura e si è misurato con varie attività artistiche, teatrali e musicali, tra le quali la Fotografia e la Regia sono state preponderanti.
Ha vissuto la sua infanzia e ha imparato a camminare a Cortina d’Ampezzo. La Conca, le montagne, i boschi e le Regole implicite ed esplicite di questa zona e di questo vivere luoghi e persone, lo hanno profondamente influenzato nel suo rapporto con la Natura, assolutamente particolare e unica in questo luogo, delle pur uniche e particolari Dolomiti.
Crescere in questi scenari ha guidato lo sguardo che ha imparato a cercare le regole insite in tutto, a trovare architetture nelle dorsali di roccia, nelle cime scabre e scolpite o innevate, in orizzonti chiusi e aperti, nelle fughe visive di tronchi, nel susseguirsi di boschi tra i quali l’acqua il ghiaccio la neve la brina e l’erba formano pozze di luce tra le ombre e danno riposo alla vista e allo spirito.
Cominciare a usare la macchina fotografica ha significato per l’Autore avvicinarsi a un approccio personale e speciale con la luce e l’ombra, con i giochi dei dettagli sovrapposti, o in sequenza, nella rappresentazione scenica di realtà condivisibili ma uniche quando mediate dal suo sguardo attento e fermo.
Fermare il tempo è la grande magia della fotografia ed è stata la grande sfida di Manuel Cicchetti degli ultimi quattro anni di passeggiate ed esplorazioni interiori, spunti e motivazioni alle fotografie nella Conca di Cortina d’Ampezzo e sui sentieri e tra i boschi delle Dolomiti.
LA MOSTRA
36 fotografie in Bianco e Nero, un lavoro di documentazione fotografica durato quattro anni e frutto di passeggiate in ogni stagione tra i boschi, gli altopiani, i sentieri delle Dolomiti della Conca d’Ampezzo.
Ogni fotografia è stata ricreazione di un palcoscenico, di una sceneggiatura visiva in cui il cielo è spesso coprotagonista in scenari di dettagli ineguagliabili e irripetibili, pur nel susseguirsi di giornate d’Inverno e d’Estate, di Autunno e Primavera.
Neve e disgelo, cascate e corsi d’acqua, laghi e fiumi antichi, alberi allineati e permanenti, in fuga allo sguardo e fissati dallo scatto, e, soprattutto, formazioni rocciose che furono in mari preistorici. Sabbie coralli molluschi, muschi e alghe, lucenti silici e graniti, dolmen sommersi tra i quali acque salate scavarono percorsi di correnti, oggi si elevano e conservano, in ogni piega della pietra, tesori che le fanno risplendere nella sempre diversa luce del Sole e della Luna, ecco le Dolomiti.
Monumenti della Natura ritratti come entità viventi e con spirito documentaristico attraverso l’uso scenografico delle luci, le inquadrature e con l’affettuosa dimestichezza di chi è parte di un luogo che lo emoziona e di cui vuole trasmettere la profonda sensazione di bellezza e grandezza.