Colonialismi territoriali e digitali. Intervista a Debora Hirsch
Debora Hirsch presenta “Firmamento”, il suo ultimo progetto. Un lavoro composto da dipinti, video e “oggetti specchio” che sarà in mostra a Parigi alla galleria Dix9 dal prossimo 17 maggio. Artribune Television l'ha intervistata
Firmamento, il progetto più recente di Debora Hirsch (1967, San Paolo del Brasile; vive a Milano) è una lucida analisi dei limiti della rappresentazione che guarda anche alla dimensione virtuale creata dalle reti digitali. Nei dipinti della serie convivono in grande equilibrio mondi solo apparentemente lontani tra loro, in una trasposizione spazio-temporale che ha come obiettivo lo svelamento di realtà nascoste. Come ad esempio le affinità tra il colonialismo inteso come fenomeno storico e il colonialismo digitale che tanto influenza le nostre vite. Queste sottili connessioni sono al centro dell’opera e l’approccio metafisico all’arte sembra generare realtà sempre diverse. L’armonia estetica si interseca con la natura dando vita a un finale sorprendentemente magrittiano: alla fine del video lo scorrere dell’acqua ci riporta al Panta Rei di Eraclito, dove il divenire è il nuovo essere, vera essenza di un’esistenza in costante cambiamento.
Oltre a Firmamento, Debora Hirsch presenterà a Parigi in anteprima internazionale The Iconography Of Silence, un lavoro che affronta il delicato tema della violenza sulle donne. La mostra, intitolata Somewhere Under a Vast Solid Dome, sarà aperta alla Galleria Dix9 di Parigi dal 17 maggio al 15 giugno 2019.
– Francesca Francone Maitreya
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