Partita la Biennolo 2019 a Milano. Le foto dall’inaugurazione
Resterà aperta una decina di giorni la prima edizione di questo esperimento di mostra d'arte contemporanea molto molto legata al quartiere in cui nasce
Col sapore schietto e energetico delle cose eroiche e realizzate sulla spinta dell’entusiasmo più che del tornaconto, ha inaugurato a Milano a pochi giorni dalla Biennale di Venezia, la Biennolo. NoLo come il quartiere che la ospita, che deve il suo toponimo al fatto di stare a “Nord di Loreto” (Loreto nel senso di Piazzale, non nel senso del comune marchigiano) perché a Milano ormai si denominano i quartieri come si fa a New York, persuasi che possa bastare un nome nuovo per riscattare un’area vecchia, malfrequentata, derelitta e anche pericolosa. Il fatto è che a NoLo è successo proprio così, grazie a quel nomignolo simpatico il quartiere è migliorato. Tanto. E tanto migliorerà.
UN SEGNO DI MATURITÀ PER MILANO
Al di là dei toponimi e delle dinamiche dello sfidante mercato immobiliare meneghino, qui forse Milano dimostra un altro pezzetto della sua nuova maturità. Una mostra d’arte che prova – davvero – a dialogare col territorio, che sperimenta, si fa carico e si misura con la dimensione del quartiere (solitamente rifuggita dall’arte contemporanea di ricerca, lasciata alle mostrine amatoriali). Ne è controprova il fatto che la Biennolo è stata pensata da un creativo – Carlo Vanoni – che a NoLo vive e lo certifica nel novero dei curatori assieme a Matteo Bergamini il coinvolgimento di ArtCityLab, l’associazione di Gianni Romano e Rossana Ciocca che proprio di dinamiche relazionali da sempre urbane si occupa.
NOLO, NON SOLO QUARTIERE COOL
Porsi su una scala “locale”, rivolgersi alle persone che abitano nei dintorni, attivare connessioni circostanti, concentrarsi in uno spazio limitato e grazie a questo provare ad approfondire, provare a coinvolgere, attivare gli spazi, aprire luoghi che non sono mai stati veduti, generare appartenenza e orgoglio. NoLo – ma vale, specie a Milano, per molti quartieri – rischia grosso in considerazione della sua nuova e inedita deriva da quartiere cool in cui si ritrova. Provare a pensarsi dunque come luogo dove si possono svolgere manifestazioni culturali di livello e non solo come area dove venire ad investire comprando appartamenti prima che salgano (ancora) di prezzo è un passo verso la edificazione di una identità nuova o verso la tutela della identità esistente. Ecco perché l’approccio di Biennolo è interessante e da seguire a prescindere dalla qualità delle opere (della lista degli artisti avevamo già detto qui) che tuttavia in molti casi si è rivelata di buon livello, supportata talvolta da un contesto di una magia rara, nel quadro di una fabbrica in rovina divorata dalla vegetazione e illuminata solo dalla luce naturale di uno straniante maggio freddo e piovoso. Nella gallery un po’ di foto dalla fase finale dell’opening, durato (“per far venire la gente del quartiere“) dalle 12 in poi.
– Massimiliano Tonelli
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