Oro Rosso: grande mostra diffusa di Jan Fabre a Napoli. Da Capodimonte al Madre
Fino al prossimo settembre, sarà possibile scoprire alcuni dei lavori più celebri dell’artista fiammingo in quattro luoghi d’eccezione della città: il Museo di Capodimonte, la Chiesa del Pio Monte della Misericordia, il Madre e lo Studio Trisorio. Dialogo viscerale tra antico e contemporaneo
È una riflessione attorno ai temi della creatività e della bellezza, ma anche della vanitas, della vita e della morte, il ciclo di mostre attualmente in corso a Napoli che vede protagonista Jan Fabre (Anversa, 1958), al Museo e Real Bosco di Capodimonte, nella Chiesa del Pio Monte della Misericordia, al Museo Madre e nella storica galleria Studio Trisorio. Quattro sedi per quattro mostre che raccontano le diverse sfaccettature concettuali ed estetiche del lavoro dell’artista, un viaggio a tappe che racchiude l’essenza della ricerca e dell’opera di Fabre. Un ciclo di mostre che, per caratteristiche, ricorda quello inaugurato lo scorso luglio in Sicilia, tra Monreale e Agrigento: anche in quel caso, Fabre è entrato in relazione con luoghi carichi di storia, mitologie e capolavori d’arte antica, e adesso il rituale si ripete anche a Napoli, fino al prossimo settembre. Nella città partenopea, inoltre, l’intervento di Fabre è stato occasione per riaprire il dibattito, acceso nei mesi scorsi, che vede protagonista il dipinto di Caravaggio Sette opere di Misericordia, custodito al Pio Monte della Misericordia: la tela avrebbe dovuto essere esposta al Museo di Capodimonte, nell’ambito della mostra attualmente in corso dedicata al periodo napoletano del pittore (Caravaggio Napoli, a cura di Maria Cristina Terzaghi e Sylvain Bellenger). Ma il Mibac non ha concesso lo spostamento dell’opera, per motivi di sicurezza della stessa. Decisione, questa, che ha determinato la logistica della mostra, oltre ad avere influito anche sull’organizzazione della mostra di Fabre: “avevamo programmato l’esposizione dell’opera di Jan Fabre presso di noi per il periodo in cui si prevedeva che il Caravaggio non sarebbe stato in situ”, ha dichiarato al Mattino Pierluigi Rocco di Torrepadula, governatore degli affari legali del Pio Monte, “poi siamo stati costretti a rivedere i nostri programmi”. Un episodio che, su Repubblica, Fabre ha commentato con queste parole: “certamente sono sempre a favore che opere di tale immensa bellezza possano essere viste da tutto il pubblico possibile, ma ovviamente dipende dalle condizioni dell’opera e dal suo stato di conservazione… Non credo però che questo sia il caso di ‘Sette Opere di Misericordia’”.
JAN FABRE A CAPODIMONTE E AL PIO MONTE DELLA MISERICORDIA
Oro Rosso. Sculture d’oro e corallo, disegni di sangue è il titolo della mostra curata da Stefano Causa insieme a Blandine Gwizdala in corso al Museo e Real Bosco di Capodimonte: qui sculture in oro e disegni di sangue creati dall’artista dagli anni Settanta ad oggi, oltre a una serie inedita di sculture in corallo realizzata appositamente per Capodimonte, dialogano con opere d’arte di epoca rinascimentale, manierista e barocca provenienti dalla collezione permanente del museo e da altre istituzioni museali napoletane. Il titolo della mostra, Oro Rosso, si riferisce alla valenza apotropaica che da sempre viene data al corallo: “le dieci nuove sculture di corallo rosso che il maestro belga ha creato per la sua mostra personale al museo di Capodimonte sembrano un tesoro proveniente dagli abissi della mente dell’artista. Concrezioni che fanno pensare a fantasiose barriere coralline assumono alcune tra le forme più care a Fabre: teschi, cuori anatomici, croci, spade e pugnali”, scrive la curatrice Melania Rossi. Il dialogo con l’antico continua poi nella Chiesa del Pio Monte della Misericordia, dove la scultura del 2015 The Man Who Bears the Cross (L’uomo che sorregge la croce) – autoritratto dell’artista in cui sorregge una croce sul palmo della mano – entra in relazione con il dipinto Sette opere di Misericordia del Caravaggio. “Nel dipinto di Caravaggio, il bello e il vero coincidono mirabilmente e la sua opera è un incredibile intreccio di luce e buio in cui la volontà di rappresentare la verità dell’essere umano del 1600 trova piena soddisfazione. Tutta la ricerca di Jan Fabre, artista del nostro tempo, va nella stessa direzione; il ciclo vita-morte-rinascita è centrale nel suo pensiero in cui religione e scienza, simbolo e corpo si compenetrano in un vortice geniale di immagini e azioni”, continua Rossi.
LE SCULTURE E I MOSAICI DI JAN FABRE AL MADRE E ALLO STUDIO TRISORIO
È a cura di Andrea Viliani, Melania Rossi e Laura Trisorio l’esposizione al Museo Madre che vede protagonista un’inedita versione della celebre scultura The Man who Measures the Clouds (L’uomo che misura le nuvole) del 2018, realizzata in marmo di Carrara e allestita nel cortile d’onore del museo. La versione in bronzo della scultura è già stata presentata a Napoli in due occasioni, nel 2008 e nel 2017, in Piazza del Plebiscito e sul terrazzo del Madre. Tribute to Hieronymus Bosch in Congo (Omaggio a Hieronymus Bosch in Congo) è invece il titolo della mostra allestita presso la galleria Studio Trisorio, con una selezione di opere di Fabre realizzate con cangianti corazze di scarabei. I pannelli e le sculture a mosaico creati con i gusci dei piccoli insetti sono ispirati alla storia dai tratti tragica e violenta della colonizzazione del Congo belga. In queste opere, l’ispirazione storica si unisce alla simbologia medioevale tratta dal maestro fiammingo Hieronymus Bosch, e in particolare dal suo capolavoro Il Giardino delle Delizie (1480-1490).
Ecco le immagini delle quattro mostre…
– Desirée Maida
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