La terre est bleue comme une orange – Concerto Mario Merz Prize
Il concerto conclusivo della seconda edizione del Mario Merz Prize offre, nella prestigiosa cornice del Museo archeologico regionale “Antonino Salinas” di Palermo, sia un’inedita opportunità di ascolto sia una formula libera di percorso nell’ambito delle collezioni archeologiche dell’istituzione che ospita Pittore in Africa di Mario Merz, opera presentata nel quadro di Punte brillanti di lance, programma di mostre, concerti ed eventi che la Fondazione costruisce per Palermo, in collaborazione con le maggiori istituzioni culturali e comunità della città.
Comunicato stampa
Il concerto conclusivo della seconda edizione del Mario Merz Prize offre, nella prestigiosa cornice del Museo archeologico regionale “Antonino Salinas” di Palermo, sia un’inedita opportunità di ascolto sia una formula libera di percorso nell’ambito delle collezioni archeologiche dell’istituzione che ospita Pittore in Africa di Mario Merz, opera presentata nel quadro di Punte brillanti di lance, programma di mostre, concerti ed eventi che la Fondazione costruisce per Palermo, in collaborazione con le maggiori istituzioni culturali e comunità della città.
Il brano presentato in prima assoluta La terre est bleue comme une orange, per doppio quartetto d’archi, di Geoffrey Gordon, vincitore del concorso, è il centro dell’evento. Esso consiste in una registrazione diffusa all’interno del Museo. Attorno a questa presenza centrale si snoda un percorso di ascolti che va dai più antichi reperti di musica greca fino al contemporaneo.
Il pubblico, accompagnato da una ricostruzione del Peana di Limenios, brano di epoca ellenistica, prosegue liberamente attraverso le sale del museo, dove si possono trovare esecuzioni dal vivo di musiche delle più varie epoche. Da Bach a Bartok, dalla musica inglese del Novecento alle creazioni contemporanee, la selezione sottolinea come queste musiche – tra le più diverse fra loro – siano comunque legate concettualmente all’eredità della Grecia ellenistica.
La caratteristica della dislocazione dei musicisti permette a ciascun partecipante di costruire il proprio “programma”, eventualmente saltando alcuni luoghi e quindi alcuni brani, come anche di ripetere gli ascolti particolarmente graditi.
Un’attivazione e una “scoperta”, da parte del pubblico, che propone di reagire a certe rigidità della forma classica della serata concertistica.
Le esecuzioni sono affidate a elementi del WadiEnsemble, un progetto sostenuto dalla Fondazione Merz a Palermo e nato per offrire ai migliori talenti siciliani una possibilità di crescita e di confronto con importanti figure del concertismo europeo.
Una serata che unisce la bellezza del luogo, il blu del verso di Eluard ripreso nel titolo di Gordon, alla pienezza del messaggio musicale: l’orange.
WADIENSEMBLE
Domenico Marco, violino
Marco Badami, violino
Federico Botta, viola
Riccardo Botta, viola
Paolo Pellegrino, violoncello
Michele Li Puma, contrabbasso
Limenios (II sec. a.C.) Inno ad Apollo (versione per violino e live-electronics)
J.S. Bach dalla II Suite per violoncello: Preludio, Sarabanda e Giga
W. Merz Dhil per contrabasso solo
B. Bartok dai Duetti per due violini: nn. 8 e 17
F. Bridge Lament per due viole
G. Gordon La terre est bleue comme une orange per 2 quartetti d’archi
(registrazione a cura del Quartetto Maurice)
L’evento è parte del programma Punte brillanti di lance
Si ringrazia: Fondazione Spinola Banna per l’Arte, Planeta