Tutta la gioia del dolore. Il primo libro di Luca Cantore D’Amore
In un intreccio tra malinconia e divertimento si srotolano le avventure del protagonista del libro di Luca Cantore D’Amore, che riflette sull'assenza di senso dell'esistenza. Oscillando tra l’ironia, il sarcasmo, il giudizio e non senza una patina di nostalgia.
Il giornalista Massimo Crotti esordisce così per introdurre al lettore L’estetica del decanter: opera prima del giovane critico d’arte Luca Cantore D’Amore (Salerno, 1991), fresco di una recente presentazione al Salone dei Marmi, prestigiosa sede Comunale della sua città natale.
L’autore sceglie maggio per quest’esordio. Sceglie la primavera e il tempo delle grandi mostre, suo terreno prediletto. Per le sue pagine sono perfettamente calzanti le parole del curatore della Biennale appena iniziata, Ralph Rugoff: “Cosa sarebbe la vita senza gioco? Sarebbe terribilmente noiosa”.
In un susseguirsi apparentemente disordinato di ricordi e suggestioni, Cantore D’Amore compone una narrazione sentimentale elegante, nella quale gli episodi familiari dell’autore vengono ritratti con massima semplicità. Ed è proprio il gioco della vita, schietto e quasi violento, il concetto principe con il quale ci misuriamo, un racconto che appartiene alla storia di tutti noi.
COME UN DECANTER
La vita, spesso condivisa, talvolta solitaria, ma da tutti vissuta, viene esaltata nella sacralizzazione di eventi ordinari, come una partita di calcio o una corsa sotto la neve: da sempre meraviglia per l’uomo, nonché costante e poetica presenza in tutta la narrazione. La copertina di Paolo Ventura è una volata sui tetti delle nostre esistenze, spesso malinconiche e mai banali, tutte a ogni modo uniche e irripetibili. In tal modo la nostra vita diventa opera d’arte ‒ è questo il tentativo che emerge dalle pagine dell’autore, che risulta essere quasi un incoraggiamento al far caso alle cose semplici ‒, la quale, proprio nelle sue forme espressive più pure, permette di fissare in eterno esistenze solo all’apparenza passeggere. Proprio come per un decanter, oggetto ipnotico grazie alle sue sinuose forme pur senza un’utilità effettiva, ci innamoriamo del bello formale tralasciando la sostanza: è questo ciò che, provocatoriamente e con ironia, l’autore ci vuole far notare. Cantore D’Amore scivola dentro le curve di queste forme provando a prendersi solo il reale significato di esse. Un tentativo a volte riuscito e a volte meno di dipingere ogni nostra vita come unica e indimenticabile.
VITE E POESIA
Un libro nel quale gli aspetti più insignificanti possono diventare straordinari e dove non esistono vite ordinarie o straordinarie, bensì solo i più poetici racconti di esse.
“Già perché, del resto, in fondo in fondo, come accadeva quattrocento anni fa, anche noi del terzo millennio siamo i protagonisti di un’epoca barocca: laddove l’immagine scavalca completamente il contenuto e la realtà, in virtù della finzione scenica. Solo che, a differenza di quattrocento anni fa, le immagini che produciamo oggi sono tristemente metafora di nulla. Allegoria di contenuto inesistente”. “Siamo un’illusione e siamo anche felici e consapevoli di esserlo. Come il barocco”.
‒ Davide Merlo
Luca Cantore D’Amore – L’estetica del decanter
Edizioni Il Papavero – Manocalzati, 2019
€ 20
ISBN 9788832940367
http://edizioniilpapavero.it
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