Egan Chan e Stefan Pente / Gabriele Germano Gaburro

Informazioni Evento

Luogo
CARICO MASSIMO
Via della Cinta Esterna 48/50 57122 , Livorno , Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

Apertura, 1-15 giugno (su appuntamento)

Vernissage
01/06/2019

ore 18

Artisti
Gabriele Germano Gaburro, Stefan Pente, Egan Chan
Generi
arte contemporanea, personale, doppia personale

Mostra di fine residenza di due artisti Stefan Pente e Egan Chan e presentazione di un progetto speciale del giovane artista Gabriele Gaburro che sta chiedendo che “Il cielo sia riservato al cielo”.

Comunicato stampa

Carico Massimo inaugura la prima residenza 2019 con Stefan Pente e Egan Chan, due artisti e performer attivi a Berlino. Stefan Pente conosce la Toscana nel 2017 avendo vissuto per sei mesi a Firenze, all’interno di Villa Romana Art Fellowship e insieme a Egan Chan presentano: “errori di marmo bianco.”

Una mostra che restituisce una ricerca fatta sul territorio a partire da quelli che i due artisti definiscono “marcatori di violenza”, ovvero quei segni urbani scultorici e architettonici che affondano le radici nel Rinascimento italiano. Uno tra i primi e più influenti archeologi e storici dell'arte, Johann Joachim Winckelmann, nato in Germania nel 1716, è ampiamente ritenuto il responsabile dell'immagine dell'antichità bianca. In risposta, Neil Irvin Painter, storico e artista americano, scrive in 'The History of White People':

“Il colore nella scultura è diventato sinonimo di barbarismo... l'alta classe greca antica era troppo sofisticate per dare colore alla propria arte", ed enfatizza il perdurare "dei legami tra barbarismo e colore, civiltà e nell'essere bianco."

A Livorno, l’incontro con il cinquecentesco Monumento dei "4 Mori,” fa nascere “errori di marmo bianco”. Pente e Chan, attraverso una serie di performance, manufatti, passeggiate attivano una relazione tra il monumento e i loro corpi, tra storia personale e collettiva, tra il fondale e la superficie del mare, e decentrano quelle idee preconcette di bellezza, verità e potere. Questo racconto viene riportato nello spazio espositivo di Carico Massimo sotto forma di mostra.

“L’acqua del mare e il marmo diventano collaboratori in un tentativo di produrre anticorpi contro queste comprensioni virali sulla bellezza, la verità e il potere inerente al concetto di alta cultura europea”

Cielo riservato al cielo

“Cielo riservato al Cielo” un progetto di di Gabriele Gaburro che si articola a partire dalla richiesta che il cielo sopra Carico Massimo venga "dichiarato no-fly zone permanente e spazio aereo “esterno” a quello italiano in cui è geograficamente ubicato.

La richiesta si rivolge a enti nazionali e internazionali per produrre una sospensione nella suddivisione normativa dello spazio aereo.

Decolonizzato, il cielo torna al cielo: libero, indeterminato, senza genere.

Il cielo viene sgomberato e demilitarizzato non per ragioni strategiche o di sicurezza, ma per il riconoscimento e la tutela dell’aria in quanto vivente, sacra, fine a se stessa.

“Cielo riservato al Cielo” si oppone all’idea di profanazione di Giorgio Agamben, il quale con "profanare" intende "restituire all'uso comune ciò che è stato separato nella sfera del sacro". Il cielo viene invece separato dall’umano e l’aria da qualunque suo uso.

L’aria torna a l’aria, ristabilendo l’identità antica tra natura e sacro.

Cielo riservato al Cielo è una colonna trasparente di oltre trenta chilometri di altezza, un tempio di aria ne l’aria, sospeso ne l’azzurro, privo di alcuna architettura." (Gabriele Gaburro)

A partire da questo intervento, l’artista presenterà altri lavori anch'essi legati all'idea di andare oltre lo spazio di rappresentazione, tangenti a Carico Massimo, ai suoi fianchi e alle antipode degli Ex Magazzini Generali di Via della Cinta Esterna 48/50 57123.