Ugo La Pietra – Le case parlanti
Le case parlanti, mostra personale di Ugo La Pietra (Bussi sul Tirino, 1938).
Comunicato stampa
“L’interno verso l’esterno diventa così, oltre che uno slogan a cui rimandare sinteticamente tutte le mie ricerche tese al superamento della barriera, che ancora esiste, tra spazio privato e spazio pubblico, anche un metodo progettuale per la buona salute di un’architettura che sembra cercare con scarsi risultati nuovi modelli a cui fare riferimento.”
Ugo La Pietra, in “Promemoria”, ed. Katà, Milano 1979/80
MAAB Gallery è lieta di presentare Le case parlanti, mostra personale di Ugo La Pietra (Bussi sul Tirino, 1938). Architetto, designer e artista, tra i fondatori del Gruppo del Cenobio nel 1962, sin dagli esordi della sua attività La Pietra è un attento scrutatore della realtà urbana e sociale che ha ampiamente affrontato nei propri lavori evidenziandone spesso incongruenze e ombre.
Negli spazi di via Nerino, il visitatore sarà accolto da dieci sculture in ceramica (Interno/esterno, 1982 – ed.1/4 – Ceranima, Sesto Fiorentino) e da una selezione di disegni, realizzati a tecnica mista e ad acquarello, che ben identificano quella corrente sperimentale definita “architettura radicale”, sviluppatasi negli anni Settanta, volta a riproporre un’architettura che fosse in grado di comunicare.
Dopo l’installazione del 1979, Un pezzo di strada nella stanza e un pezzo di stanza della strada, presentata alla Triennale di Milano, con queste opere La Pietra affronta nuovamente il tema del superamento della barriera tra sfera privata e pubblica, creando conflittualità benefiche tra i due ambiti e giungendo al superamento dell’anonimato caratteristico dello stile internazionale.
Nelle opere di La Pietra gli elementi che generalmente qualificano l’interno, quali tazze, bottiglie, vasi e tende, si riversano sulle facciate delle case connotandole con oggetti della quotidianità che vengono ripetuti e ingranditi generando un “catalogo inesauribile di manipolazione”.
“La casa comunica ancora!
Portiamo sulle facciate le tende, i vasi da fiori, le poltrone, le abat-jour, le sedie,
i tavoli e le credenze, le bottiglie…
L’interno che va all’esterno.
Si rompe il muro tra spazio privato e spazio pubblico”
La mostra sarà accompagnata da un catalogo bilingue (italiano e inglese) con testi critici di Marco Meneguzzo e Gianluca Ranzi.