GAM di Torino e Fondazione Spinola Banna: bilancio del progetto triennale di residenza d’artista
Conclusa, con mostra finale, la collaborazione tra Fondazione Spinola Banna per l’Arte e GAM di Torino che ha permesso a 15 giovani artisti nell’arco di 3 anni di formarsi con tutor e un piano di lavoro condiviso dalle due sedi
Dopo un lungo percorso durato otto mesi, fatto di workshop, incontri e performance, è giunto al suo termine anche il terzo e ultimo appuntamento della residenza annuale e congiunta GAM di Torino e Fondazione Spinola Banna, con un evento espositivo finale l’8 e il 9 giugno negli spazi della Fondazione che ha sede a Poirino, immersa nei campi agricoli vicino a Torino. “L’articolato progetto triennale, promosso e realizzato grazie al sostegno della Compagnia di San Paolo, è stato sviluppato dagli artisti tutor (nelle singole annualità Elena Mazzi, la coppia Andrea Caretto/ Raffaella Spagna e Maria Morganti) in un articolato palinsesto di workshop, seminari, conferenze, azioni performative e visite ad altre istituzioni che ha condotto ciascuno dei 15 giovani artisti partecipanti, 5 per ogni edizione, alla realizzazione di un’opera per la mostra conclusiva e alla stesura di un contributo per il relativo catalogo”, spiega ad Artribune il Direttore della Fondazione Spinola Banna per l’Arte, Luisella Molina. “E questo palinsesto si è ulteriormente nutrito di incontri con artisti o esperti che con disponibilità e generosità hanno condiviso la loro arte e il loro sapere”.
GAM TORINO E FONDAZIONE SPINOLA BANNA. LA RESIDENZA 2018-2019
L’edizione 2018-2019 è stata elaborata e coordinata dall’artista tutor Maria Morganti (Milano, 1965), con il progetto Diari tra Diari che ha avuto come filo conduttore l’espressione diaristica in tutte le sue forme: visive, letterarie, tecniche, archivistiche e musicali. “Il diario è per me il modo di prendermi cura della mia intimità. Non si può far altro che partire da sé, dall’unicità che ogni persona rappresenta. È solamente a partire dalla propria soggettività e dalle proprie reciproche differenze che vedo la possibilità di un dialogo. Un’individualità che si può espandere solo se viene a mettersi in relazione con quella di qualcun altro”, ci racconta Morganti. “All’interno di questa esperienza, nell’arco di questo tempo condiviso mi sono sincronizzata con la curatrice Elena Volpato e i cinque artisti Daniele Costa, Alice Mazzarella, Davide Sgambaro, Caterina Silva e Virginia Russolo con la percezione di avere attraversato un pezzo di esistenza insieme, di essere andata in un certo senso all’unisono con tutti loro”. Un’esperienza coadiuvata appunto dal curatore del progetto di residenza, il Conservatore della GAM, Elena Volpato. “Quest’ultimo anno, grazie al tema del diario proposto da Maria Morganti, ci siamo addentrati per diverse vie in quello spazio di riflessione che pone l’artista a confronto con il fluire della vita. È uno spazio tra i più intimi e necessari, è il luogo da dove guardiamo in filigrana il mondo e riconnettiamo gli accadimenti quotidiani con il senso umano dello stare al mondo”.
LA MOSTRA DEGLI UNDER 35 DELLA RESIDENZA DI GAM & FONDAZIONE SPINOLA BANNA
Gli artisti under 35 partecipanti al progetto, scelti tramite bando di selezione a livello nazionale, sono stati supportati nella creazione dell’esposizione finale da Stefano Arienti (Asola, Mantova, 1961) – presente anche lui in mostra con le sue opere insieme a quelle del tutor Maria Morganti – che ha accompagnato le riflessioni degli artisti durante l’ultima parte del percorso. “La Fondazione Torino Musei è felice di aver portato a compimento un importante progetto di collaborazione che grazie alla curatela della GAM ha provato a ridisegnare la formula classica delle residenze iniziate più di un decennio fa dalla Fondazione Spinola Banna”, conclude Riccardo Passoni, Direttore GAM. “Grazie al contributo della Compagnia di San Paolo si è data la possibilità a 15 giovani artisti nell’arco di tre anni di misurarsi nel lungo periodo con metodi di ricerca e di verifica, attraverso il tempo lungo di un impegno annuale nel quale hanno potuto mettere a confronto i loro percorsi personali con il sapere di diverse discipline”.
– Claudia Giraud
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