La realtà liquida di Guglielmo Castelli. A Roma
Francesca Antonini Arte Contemporanea, Roma – fino al 19 luglio 2019. Spazio e figure si compenetrano nella poetica pittorica di Guglielmo Castelli.
La poetica di Guglielmo Castelli (Torino, 1987) – che, per la terza volta, espone nella Galleria Francesca Antonini di Roma – è abilmente giocata su quel labile segmento liminale che congiunge (o distanzia) le figure e lo spazio che il genio di Kant intuì essere “la forma di tutti i fenomeni dei sensi esterni”. Dal critico Davide Ferri, che ha redatto un testo a commento della mostra, raccogliamo qualche possibile spunto per una ricerca delle fonti pittoriche ispirative: da quella, patente, che conduce a Francis Bacon, allo stile Nabi di Édouard Vuillard e a un affresco ‒ tra il mistico e il teatrale ‒ di Piero della Francesca, Il sogno di Costantino.
La parola ‘iposcenio’ che titola la mostra sposta il focus su quel che sta al di sotto (substans) della scena sensibile, sostanziandola quindi e ‒ verrebbe da dire – generandola.
La fluida compenetrazione cromatica tra spazio e figure è il segno visibile di un’originaria unità.
‒ Luigi Capano
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