Artisti come categoria? Intervista a Roxy in the Box
Continua la nostra ricognizione sulla vita degli artisti. La parola va a Roxy in the Box.
Come vivono gli artisti? Quali sono le loro fonti di reddito più ricorrenti?
Avevo un posto fisso, poi dopo qualche anno, non avendo più le energie per poter far bene sia il lavoro da impiegata che l’artista, così come avevo fatto per tanti anni, ho deciso di fare una scelta. Tra una scelta funzionale e una scelta di cuore, ho scelto la più difficile, quella di cuore. In un momento di crisi economica mondiale, oltre a licenziarmi ho pensato bene anche di prendermi uno spazio importante in centro, dove attualmente vivo. Prima del licenziamento non riuscivo a vendere se non qualcosa tramite galleria. Da premettere che non ho rendite, che non provengo da una famiglia benestante, ma sarà stata la forte necessità o anche l’universo che premia il coraggio, ma oggi vivo di questo. Dico oggi, poi domani chissà, però è anche vero che senza un oggi produttivo non esiste un minimo di domani sereno.
Cosa vorresti dal sistema dell’arte?
Per mia formazione mentale non ho mai aspettato niente, ma ho sempre lavorato e progettato, e a ogni chiamata ricevuta mi sono sempre fatta trovare pronta. Però una cosa devo dirla: in Italia non si investe molto sull’arte contemporanea e se io da sola come artista non posso farcela, suppongo che anche il mondo delle gallerie, se non supportate, non possa farcela. È tutta una catena che fa fatica ad aggiungere anelli. Mi ritengo fortunata perché ho sempre amato il mondo della comunicazione e ne ho sempre seguito tutti gli sviluppi, soprattutto negli ultimi anni e con l’avvento del web, di cui faccio parte dal 1998. Ricordo bene quando ho iniziato a pubblicare i miei lavori e in tanti mi dicevano di non farlo e di stare attenta perché mi avrebbero copiata. Io rispondevo che mi piaceva troppo condividere e farmi vedere oltre la vita reale. Oggi chissà perché nessuno ha più paura di essere copiato! Io mi aspetto tanto dal mio lavoro, il sistema non funziona come dovrebbe e lo sappiamo bene, ma ciò non significa che io debba lasciare questo Paese per andare a fare l’artista trendy oltreoceano. Preferisco restare qua e tracciare bene un percorso.
Come riesce un artista completamente identificato con la propria pratica a gestire la vita privata e il rapporto con la famiglia?
Un artista riesce a gestire la propria vita privata solo se chi gli sta intorno si sposa al 100% con il suo lavoro. Non è per niente facile starci accanto, non lo è neanche per noi stessi. Ad esempio, io vivo nell’up and down continuo. Però chi ci ama difficilmente ci lascia, anzi amano starci vicino a ogni sfida iniziata. La mia sfida diventa anche la sfida della mia famiglia e dei miei amici più cari.
Se un artista ha delle difficoltà in termini di salute, la società come interviene per alleggerirlo? Ci sono degli ammortizzatori, dei benefici?
Noi artisti non esistiamo come categoria, siamo dei liberi professionisti come tanti. Quindi, se ci ammaliamo sono cavoli nostri. Non siamo protetti, non abbiamo benefit di nessun tipo, manco sulla carta di identità possiamo usare la parola artista, però a Natale tra una nocciolina e uno struffolo, quando giochiamo al mercante in fiera, la carta dell’artista esce sempre… e siamo tutti più felici!
‒ Santa Nastro
Articolo pubblicato su Artribune Magazine #48
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