Ugo Nespolo – Fuori dal Coro
Articolata come un viaggio non necessariamente cronologico, la mostra racconta la storia di un artista che nelle sue multiformi evoluzioni ha segnato tappe rilevanti nella storia dell’arte di casa nostra.
Comunicato stampa
Articolata come un viaggio non necessariamente cronologico, la grande mostra dedicata a
Ugo Nespolo, in programma dal 6 luglio al 15 settembre ad ingresso gratuito
nell’Appartamento dei Principi di Palazzo Reale, racconta il percorso di un artista che nelle
sue multiformi evoluzioni ha segnato tappe rilevanti nella storia dell’arte italiana.
La mostra, curata da Maurizio Ferraris, è promossa e prodotta dal Comune di Milano -
Cultura, Palazzo Reale e Studio Nespolo e realizzata grazie a Fondazione Bracco, main
sponsor del progetto, con il supporto organizzativo di Skira, editore del catalogo.
Ricco di un costante senso d’insofferenza verso gli obblighi del conformismo creativo e
critico, Nespolo ha infatti dato vita a una figura d’artista unica ed originale fatta di cultura e di
ironia, mischiando con sapienza l’alto e il basso del suo “fare” artistico e portando avanti una
costante e seria riflessione sull’arte.
La mostra presenta circa duecento opere che bene esemplificano la multiforme ricerca
creativa di Nespolo e una attenzione particolare per i materiali: dal legno ai metalli, dalle
ceramiche ai vetri.
“L’estate di Palazzo Reale è ormai da qualche anno dedicata alle espressioni della
contemporaneità – afferma l’assessore alla Cultura Filippo Del Corno –. Una proposta che si
sta consolidando grazie anche all’apprezzamento da parte del pubblico, italiano e
internazionale, sempre più numeroso in città durante la stagione estiva. Ripercorrendo le
tappe del lavoro di Ugo Nespolo in questa grande mostra, raccontiamo la vivacità della scena
italiana, la sua interdisciplinarietà, la sua capacità di contaminarsi e di contaminare,
diventando spesso modello, e talvolta avanguardia, per gli artisti di tutto il mondo”.
I primi lavori di Nespolo sono degli anni sessanta e vengono presentati da Pierre
Restany alla Galleria Schwarz di Milano, che annovera fra i suoi artisti Duchamp, Picabia,
Schwitters, Arman, Baj con cui l’artista intrattiene una lunga amicizia e fonda l’Istituto
Patafisico Ticinese, avendo l’onore di avere il proprio diploma firmato da Raymond Queneau:
queste prime opere anticipano il movimento dell’Arte Povera fondato da Germano Celant, le
cui prime mostre vedono infatti la partecipazione di Nespolo. Di questo periodo sono
Molotov, Condizionale, Power Violence, Radio, Semplicissimo e molti lavori Senza titolo,
assemblaggi ad alto tasso di creatività fatti di vimini, formica, legno, colle, acciaio, ferro,
carta, cui si accompagnano una ventina di Studi per opere Schwarz in tecnica mista su carta
e otto Tavole di Pastore, stampe su carta da spolvero dalle forme geometriche.
Nasce in questi anni la tecnica dei “puzzles”, che del lavoro di Nespolo diventano ben
presto la più riconoscibile cifra distintiva. L’artista ritaglia e rifila pezzi sagomati di legno,
incastrati e fatti combaciare fra di loro per comporre figure dai contorni irregolari: tessere
perlopiù monocromatiche, che danno vita alla combinazione di inedite immagini policrome.
Precoce è anche la passione di Nespolo per il cinema: l’artista dà vita, con Mario
Schifano, al Cinema degli Artisti, ispirato al New American Cinema, che conosce tramite
Jonas Mekas, Warhol, Yo¯ko Ono, P. Adams Sitney. Tra il 1967 e il 1968 realizza film come
Grazie Mamma Kodak, La galante avventura del cavaliere dal lieto volto, Le gote in fiamme,
Neonmerzare, Buongiorno Michelangelo, Boettinbianchenero, Tucci-Ucci, che hanno come
protagonisti gli amici Enrico Baj, Lucio Fontana, Mario Merz, Michelangelo Pistoletto,
Alighiero Boetti. A Milano, grazie a Fernanda Pivano, conosce anche i più significativi
esponenti della beat generation, Jack Kerouac e Allen Ginsberg, che diventa il protagonista
del film A. G. (1968).
A Parigi con Baj Nespolo incontra Man Ray che gli dà un testo da utilizzare per il film
Revolving Doors del 1982. Quella del cinema è un’esperienza che dura negli anni, dando
luogo a importanti retrospettive a lui dedicate da Musei, Gallerie, Fondazioni ed Istituzioni
culturali in America, Europa e Asia fino al Beaubourg di Parigi con la rassegna del 1984
intitolata Le cinéma diagonal, dove viene anche presentato, nel 2001, Film/a/To, sceneggiato
e interpretato da Edoardo Sanguineti.
A Palazzo Reale sono esposti vari fotogrammi e straordinari manifesti di film, ideati e
disegnati dall’artista anche per le proiezioni in musei internazionali quali Londra, Berlino,
Bucarest, Shanghai.
segue
Una mostra Main Sponsor Sponsor Tecnici con il contributo di Catalogo
Milano
Palazzo Reale
6 luglio
15 settembre
2019
Gli anni settanta e ottanta vedono Nespolo ampliare ancora la scelta dei materiali e di
conseguenza innovare le forme dei suoi lavori: Fuga in avanti è uno stivale rovesciato in legno
e cuoio; Gentlemen’s Agreement un divertente porta-cappelli; Ipotesi dialettica sono animali
in cartapesta dipinta, ma anche fotografie dell’artista che salta nel vuoto, Les mains pleines
una spettacolare scultura in legno e alabastro, Tranche de vie un grande ventaglio in legno,
madreperla e argento; Nesporama, un coloratissimo smalto su legno; Adesso avete voi, Barbe
posticce, Con i vostri mostri sacri e Grande conto, splendidi acrilici su legno.
Tra il 1973 e il 1985 Nespolo è a New York dove si afferma la pop art, cui guarda con
interesse, pur senza trascurare la tradizione delle avanguardie europee, dal Futurismo al
Dada: Depero, in particolare, gli offre il modello di un’arte ludica, pienamente inserita nel
contesto della vita quotidiana. Sono di questo periodo quadri come Fuga da New York,
Quando la città dorme, Soft New York e la serie Vetrine di New York. Artista e uomo di cultura
– è anche critico d’arte – Nespolo è profondamente contrario allo sprezzante isolarsi
dell’artista e rivendica invece l’esigenza di “contaminarsi”, scendendo in mezzo alla gente e
adattando l’arte alle sue esigenze, per farla entrare nei circuiti dell’esistenza quotidiana.
Di qui l’attenzione per il design e la pratica assidua di un’arte applicata, che ha portato
Nespolo a cimentarsi nei settori più disparati, dall’abbigliamento all’arredamento, dalle
copertine di libri e di dischi alla grafica pubblicitaria (le campagne dedicate a Campari e alla
Richard Ginori di cui è stato il direttore artistico): fondamentale risulta la creazione di
manifesti dedicati a importanti eventi culturali e sportivi, da Azzurra ai Mondiali di Calcio e al
Giro d’Italia. Troviamo in mostra molti manufatti del genere, come i prototipi di bellissimi
mobili colorati, modelli di fontane pubbliche, set di tazzine e servizi di piatti per Renault e
Richard Ginori, orologi Swatch, accendini Zippo, modelli di moto per BMW e Piaggio.
Ma Nespolo è stato anche autore di celebri scenografie e costumi per il teatro - come la
Turandot di Busoni, il Don Chisciotte di Paisiello e l’Elisir d’amore di Donizetti, la Butterfly di
Giacomo Puccini, oltre a occuparsi del tour di Ivano Fossati nel 2000: in mostra si trovano vari
bozzetti in modelli acrilici su legno e disegni a tecnica mista su carta.
E vi sono anche splendide maioliche dipinte, acrilici e foglie oro su legno, un’enorme
opera polimaterica abitabile, sculture in vetro, opere dedicate a temi chiave come i Numeri e
le Lettere, bronzi dipinti e sculture in bronzo come Lavorare, lavorare, lavorare, preferisco il
rumore del mare, di cui realizza nel 1999 una scultura alta 10 metri in acciaio dipinto per il
Comune di San Benedetto del Tronto, inaugurata alla presenza di Renzo Arbore.
E ancora opere realizzate con materiali preziosi in omaggio alla capacità esecutiva, libri
d’artista stampati con prestigiosi editori e personalità della cultura letteraria, filosofica e
scientifica.
Nespolo è stato protagonista di importanti mostre realizzate in tutto il mondo: da New
York a Tokio, da Londra a Seoul, da Pechino a Mosca, sino a quella itinerante del 1997 nelle
capitali del Sud America, in una ininterrotta e straordinaria esperienza di arte e vita.
Un percorso dunque estremamente lineare fatto di eclettismo e di ricerca per una
mostra e un personaggio che insieme alla dimensione culturale rivendica con le sue opere un
ruolo autonomo, originale, popolare e per questo “fuori dal coro”