Trappole dell’acting (VIII)

Per cosa vale la pena vivere? Christian Caliandro prova a fare un elenco. E a essere ottimista.

L’unico problema delle realtà ai margini
è che prima o poi cominciano a sfilacciarsi”.
Chuck Palahniuk, Portland souvenir (2003)

Amico mio, tieni duro – che cosa vuol dire poi vincere? – non il successo, i soldi, l’ammirazione, ma il fatto di affermare uno stile, il nostro stile, contro tutto e tutti e a favore di tutto e di tutti, vedere che questa cosa contro ogni previsione e pronostico interessa e incanta, prende piede, diventa di pubblico dominio, viene adottata, viene assorbita, diventa parte delle persone e delle loro esistenze ‒ e poi guardare le facce che faranno gli altri.
Vorrei fare un libro con dentro tutto, tutte le cose per cui vale la pena vivere…
COSE CULTURALI (DEL PASSATO) PER CUI VALE LA PENA VIVERE:
I film di Kubrick / La dolce vita, 8 e mezzo, Roma, Amarcord e La città delle donne di Fellini / i libri di Kerouac / i libri di Bukowski / i dischi dei Dinosaur Jr. / i dischi dei Nirvana / la musica di Brian Eno / la chitarra di Robert Fripp / i dischi di Fripp ed Eno / la riflessione esistenziale nei concept-album dei Pink Floyd (da Dark Side of the Moon a The Wall) / Mother dei Pink Floyd / i quadri di Pollock / i quadri di van Gogh / Il giudizio universale di Michelangelo / i quadri di de Kooning / i quadri di Bacon / gli horror di Romero / gli horror di Carpenter / L’avventura, L’eclisse, Deserto Rosso e Zabriskie Point di Antonioni / la scrittura della Ortese / la scrittura di Parise / Mrs. Dalloway, Al faro e Una stanza tutta per sé di Virginia Woolf / le architetture di Borromini / i film di Scorsese / i libri di James Ellroy / la scrittura di Celati / la scrittura di Gadda / la scrittura di Céline / i libri di Henry Miller / Ragazzi di vita e Una vita violenta di Pasolini / i film di Pasolini / La prima notte di quiete di Zurlini / la scrittura di Moravia / la scrittura di David Foster Wallace / i dischi degli U2 (fino a Pop, e compreso Original Soundtracks 1 dei Passengers) / i dischi degli Slipknot / i libri di Elena Ferrante / i quadri di Picasso / i film di David Cronenberg / Divorzio all’italiana e Sedotta e abbandonata di Pietro Germi / Il sorpasso di Dino Risi / I soliti ignoti, La grande guerra, Amici miei e Un borghese piccolo piccolo di Monicelli / Audace colpo dei soliti ignoti di Nanni Loy / I mostri / Signore e signori, buonanotte /I nuovi mostri / i libri di Philip K. Dick / i libri di William Gibson / i libri di Bruce Sterling / il Manifesto S.C.U.M. di Valerie Solanas / Dramma della gelosia, C’eravamo tanto amati, Brutti sporchi e cattivi e La terrazza di Ettore Scola / i quadri di Mario Schifano / i quadri di Franco Angeli / i libri di Richard Matheson / il teatro di Sarah Kane / i dischi dei Public Image Limited / i dischi dei Soft Machine / i dischi dei Matching Mole / Rock Bottom di Robert Wyatt / i dischi dei Deftones / le opere di Giosetta Fioroni / le opere di Eva Hesse / le opere di Lynda Benglis / I Soprano, OZ, The Wire, Breaking Bad, Better Call Saul, Ray Donovan / i libri di Hunter S. Thompson / i libri di Shane Stevens / i libri di Jim Thompson / i libri di Stephen King / i libri di Chuck Palahniuk / i quadri di Arshile Gorky / i quadri di Robert Rauschenberg / le opere di Claes Oldenburg / i quadri di Peter Saul / le opere di Pino Pascali / i fumetti di Andrea Pazienza / Tetsuo: The Iron Man / i libri di De Roberto / I Malavoglia e Mastro Don-Gesualdo di Giovanni Verga / Cristo si è fermato a Eboli di Carlo Levi / i film di Rossellini / i film di Francesco Rosi / i film di Sergio Citti / i film di Matteo Garrone / Ten, Vs., Vitalogy e No Code dei Pearl Jam / i quadri di Jean Dubuffet / le opere di Mike Kelley / gli Untitled Film Stills di Cindy Sherman / Le Iene, Pulp Fiction e Jackie Brown di Quentin Tarantino / Parenti serpenti di Mario Monicelli / Straziami ma di baci saziami e Operazione San Gennaro di Dino Risi / le canzoni di Leone di Lernia / le opere di Gino De Dominicis / i quadri di Salvo / gli sketch con Alex Drastico e Frengo di Antonio Albanese / Non aprite quella porta di Tobe Hooper / Il Padrino (Parte I, II e III) di Coppola / Apocalypse Now di Coppola / THX1138 di George Lucas / Cinico TV / i Melvins / gli Stone Temple Pilots / i Kyuss /

Franco Angeli, Abbraccio eterno, 1968

Franco Angeli, Abbraccio eterno, 1968

… tutte le cose per cui vale la pena vivere, il sole, il mare, birra e bourbon, le risate, le battute feroci e surreali, le chiacchiere alterate, i posti da visitare, le mostre da vedere, i dischi da ascoltare a palla (volume 24-25) nella macchina tutta impolverata, sbeffeggiare il modo tronfio e becero in cui gli altri ostentano IOIOIO (specialmente sui social, ma anche nella realtà), ottenere un progetto, realizzare un progetto, camminare in un quartiere interessante, leggere e farsi venire delle idee.
La rigenerazione urbana non è stata mai attivata e portata avanti da persone che si prefiggevano come obiettivo virtuoso la “rigenerazione urbana” – ma da gente rabbiosa, sperimentale, sarcastica, tendenzialmente autodistruttiva, un po’ pericolosa e non esattamente animata da amore profondo e incondizionato per il genere umano.
Quando mi affaccio al mattino e vedo quel nuovo complesso, Hudson Yards, sul versante ovest della città, mi sembra di avere davanti un alieno che cresce, cresce, cresce. I milionari che ci sono finiti dentro non hanno la più pallida idea di che cosa si provi a vivere fuori. Loro abitano felici nel recinto del lusso. (…) New York sa farsi ancora sentire ma – mettiamola così – amavo di più il Lower East Side quando i miei amici pagavano sette dollari al mese di affitto” (Milton Glaser in Filippo Brunamonti, I love NY. Ho detto tutto con il cuore, “il Venerdì”, 5 luglio 2019, n. 1633, p. 82).
Il fatto che l’eleganza raffinata e brutale non sia molto di moda oggi non vuol dire affatto che non lo sarà di nuovo; l’assenza totale di gusto è una condizione storica del presente, e come tale può mutare – e muterà.
(Chi me lo dice? Chi me lo assicura? Nessuno. Il fatto è che in molti pensano che io sia pessimista, ma non è per niente così: sono un realista, certo, e sono convinto che infiorettare i fatti e addolcire le pillole non porti mai nulla di buono; ma sono anche un inguaribile e imperterrito ottimista. Credo fermamente che le cose possano cambiare, che le cose cambieranno, evolveranno, e con loro gli esseri umani. Altrimenti, che cosa campiamo a fare?)

Christian Caliandro

Trappole dell’acting (I). May You Live in Interesting Times
Trappole dell’acting (II). Padiglione Italia. Né altra, né questa
Trappole dell’acting (III). Rebecca Moccia, Fireworks
Trappole dell’acting (IV)
Trappole dell’acting (V)
Trappole dell’acting (VI)
Trappole dell’acting (VII)

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Christian Caliandro

Christian Caliandro

Christian Caliandro (1979), storico dell’arte contemporanea, studioso di storia culturale ed esperto di politiche culturali, insegna storia dell’arte presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze. È membro del comitato scientifico di Symbola Fondazione per le Qualità italiane. Ha pubblicato “La…

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