L’imprenditore Alejandro Bulgheroni realizza cantina d’autore in una ex cava in Toscana
Continua l'espansione del gruppo ABFV Italia - Alejandro Bulgheroni Family Vineyards, che ha stanziato un ingente investimento in Toscana per realizzare una nuova cantina vista mare, riqualificando l’ex cava di arenaria di Cariola. La conclusione dei lavori è prevista per fine 2021
Vino di qualità e architettura contemporanea sembrano essere sempre di più un binomio vincente. Lo sa bene l’ingegnere Alejandro Bulgheroni, imprenditore argentino di origini italiane che dal 1999 ha scelto di occuparsi, oltre al settore energetico, anche del comparto agricolo. Fino al 2006 almeno, quando decide di dedicarsi anche al vino: un investimento centrato, dato che, in poco più di 10 anni, il suo marchio è diventato uno dei protagonisti della viticoltura internazionale con 13 cantine in giro per il pianeta, dall’Argentina all’Uruguay, dagli Stati Uniti all’Australia, dalla Francia all’Italia. Punto cardine della filosofia Bulgheroni è il concetto – oggi sempre più utilizzato – della wine experience, vale a dire l’offrire in ogni tenuta un servizio immersivo e personalizzato che dia grande valore all’accoglienza, intesa come eno-turismo e valorizzazione del territorio.
L’ARRIVO IN ITALIA
Il progetto enologico di Bulgheroni in Italia nasce nel novembre 2012, nel Chianti Classico, con l’acquisto della storica cantina di Dievole; prosegue a Montalcino, nel dicembre 2012, con Poggio Landi e con Podere Brizio, l’anno successivo. Oggi, grazie al raggiungimento dell’accordo con il comune di Castagneto Carducci e la Regione Toscana, il gruppo ABFV Italia dà il via ai lavori di costruzione nell’area del Bolgherese di quella che oggi ha tutte le caratteristiche per divenire una delle cantine simbolo dell’architettura enologica italiana. Un progetto globale, sostenibile e inclusivo, che racconta la passione per il territorio, attraverso la valorizzazione delle proprietà acquisite – tenuta Meraviglia e tenuta le Colonne – e degli alti standard qualitativi di produzione (rigorosamente biologica), attenti all’impatto ambientale, alla tradizione e al tessuto sociale ed economico delle zone interessate. A Il Sole 24 Ore Stefano Capurso, direttore generale di ABFV Italia, ha dichiarato: “A oggi come gruppo abbiamo stanziato circa 120 milioni di euro fra acquisizioni, ristrutturazioni e reimpianti. Il progetto prevede almeno altri 20 milioni di investimento nei prossimi anni, di cui una consistente parte sarà destinata alla nuova cantina di Bolgheri, ricavata in una vecchia cava di marmo dismessa”.
L’INTERVENTO ARCHITETTONICO
Il progetto in questione nasce dalla volontà di riqualificare un sito di estrema bellezza nel comune di Castagneto Carducci (Livorno): la ex cava di Cariola, abbandonata da oltre 30 anni. Dopo l’approvazione da parte della Regione Toscana, sono iniziati i lavori preliminari di messa in sicurezza geologica dell’area, per dare poi il via alla costruzione del nuovo fabbricato, il cui termine è previsto per fine 2021. La parte architettonica è stata curata dallo studio Tori di Firenze: fondato da Bernardo Tori nel 1980, è noto per la riqualificazione di edifici storici, capaci di coniugare le esigenze di tutela del patrimonio artistico e paesaggistico a quelle legate alle moderne trasformazioni d’uso. Accanto ai lavori di restauro delle ville storiche e sulla spinta del potente sviluppo turistico che il mondo del vino ha portato alle aziende agricole dei colli toscani, lo studio si è anche occupato di importanti lavori per nuove costruzioni. “Quello che oggi chiamiamo cantina altro non è che non un moderno opificio: un luogo dove l’ergonomia e la logica produttiva siano al primo posto nella piramide delle priorità e dove anche la tecnologia, al servizio del lavoro prodotto nelle vigne, rivendichi il proprio ruolo e i propri spazi”, affermano i progettisti in merito a questo settore.
UNA CANTINA CHE SI INTEGRA CON IL CONTESTO
I 4500 metri quadrati previsti saranno articolati su tre livelli, completamente immersi e integrati nel territorio, costituiti da un ampio tetto verde da cui poter godere una vista panoramica sul mare. Un volume che scompare quasi, riprendendo i tratti somatici della cava, i suoi colori e le sue morfologie spigolose, grazie ad una tettonica che sfrutta l’orografia per generare spazi fluidi e altamente performanti. Oltre alla cantina, il recupero architettonico coinvolgerà anche tre fabbricati storici che ospiteranno un centro aziendale e produttivo, un wineshop e una struttura di accoglienza. L’intera area poi subirà operazioni di sviluppo agricolo e ri-naturalizzazione, per consentire la crescita di essenze arboree e giardini.
– Giulia Mura
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