wo-MAN RAY. La seduzione della fotografia

Informazioni Evento

Luogo
CAMERA CENTRO ITALIANO PER LA FOTOGRAFIA
Via delle Rosine 18 10123 Torino, Torino, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

Lunedì 11.00 – 19.00
Martedì Chiuso

Mercoledì 11.00 – 19.00
Giovedì 11.00 – 21.00
Venerdì 11.00 – 19.00
Sabato 11.00 – 19.00
Domenica 11.00 – 19.00

Vernissage
16/10/2019

su invito

Biglietti

Ingresso Intero € 10 Ingresso Ridotto € 6, fino a 26 anni, oltre 70 anni Soci Touring Club Italiano, Amici della Fondazione per l’Architettura, iscritti all’Ordine degli Architetti, iscritti AIACE, iscritti Enjoy, soci Slow Food, soci Centro Congressi Unione Industriale Torino, possessori Card MenoUnoPiuSei. Possessori del biglietto di ingresso di: Gallerie d’Italia (Milano, Napoli, Vicenza), Museo Nazionale del Cinema, MAO, Palazzo Madama, Borgo Medievale, GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna, Forte di Bard, MEF – Museo Ettore Fico, FIAF. Ingresso Gratuito Bambini fino a 12 anni Possessori Abbonamento Musei Torino Piemonte, possessori Torino+Piemonte Card, possessori tessera ICOM. Visitatori portatori di handicap e un loro familiare o altro accompagnatore che dimostri la propria appartenenza a servizi di assistenza socio-sanitaria. Servizio di biglietteria e prevendita a cura di Vivaticket.

Artisti
Man Ray
Curatori
Walter Guadagnini, Giangavino Pazzola
Uffici stampa
STUDIO ESSECI
Generi
fotografia

CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia rende omaggio al grande maestro con la mostra wo/MAN RAY.

Comunicato stampa

“Solo da Man Ray potevamo attenderci la Ballata delle donne del tempo presente”, scriveva André Breton a proposito dei ritratti femminili del genio nato a Philadelphia nel 1890, sbarcato a Parigi nel 1921 e lì divenuto protagonista assoluto delle stagioni dadaista prima e surrealista poi.
Dal 17 ottobre 2019 al 19 gennaio 2020, CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia rende omaggio al grande maestro con la mostra wo/MAN RAY. Le seduzioni della fotografia che racchiuderà circa duecento fotografie, realizzate a partire dagli anni Venti fino alla morte (avvenuta nel 1976), tutte dedicate a un preciso soggetto, la donna, fonte di ispirazione primaria dell’intera sua poetica, proprio nella sua declinazione fotografica.

In mostra alcune delle immagini che hanno fatto la storia della fotografia del XX secolo e che sono entrate nell’immaginario collettivo grazie alla capacità di Man Ray di reinventare non solo il linguaggio fotografico, ma anche la rappresentazione del corpo e del volto, i generi stessi del nudo e del ritratto. Attraverso i suoi rayographs, le solarizzazioni, le doppie esposizioni, il corpo femminile è sottoposto a una continua metamorfosi di forme e significati, divenendo di volta in volta forma astratta, oggetto di seduzione, memoria classica, ritratto realista, in una straordinaria – giocosa e raffinatissima – riflessione sul tempo e sui modi della rappresentazione, fotografica e non solo.

Assistenti, muse ispiratrici, complici in diversi passi di questa avventura di vita e intellettuale sono state figure come quelle di Lee Miller, Berenice Abbott, Dora Maar, con la costante, ineludibile presenza di Juliet, la compagna di una vita a cui è dedicato lo strepitoso portfolio “The Fifty Faces of Juliet” (1943-1944) dove si assiste alla sua straordinaria trasformazione in tante figure diverse, in un gioco di affetti e seduzioni, citazioni e provocazioni.
Ma queste donne sono state, a loro volta, grandi artiste, e la mostra si concentrerà anche su questo aspetto, presentando un corpus di opere, riferite in particolare agli anni Trenta e Quaranta, vale a dire quelli della loro più diretta frequentazione con Man Ray e con l’ambiente dell’avanguardia dada e surrealista parigina. Ecco allora gli splendidi ritratti dei protagonisti di quella stagione di Berenice Abbott, le stranianti visioni della quotidianità di Lee Miller e di Dora Maar: figure, tutte, che oggi ottengono i meritati riconoscimenti al loro lavoro artistico, all’interno di una generale revisione dei modi di narrazione della storia dell’arte del Novecento.
A rappresentare l’opera di Berenice Abbott saranno in mostra i ritratti scattati tra il 1926 e il 1938 a Parigi e a New York, capitali dell’arte di avanguardia della prima metà del XX secolo, come quello iconico a Eugene Atget o James Joyce. Dora Maar – alla quale nello stesso periodo della mostra Centre Pompidou e TATE Modern dedicheranno la prima grande ricognizione mondiale – sarà presente con opere riconducibili ad un linguaggio di street photography e di paesaggio come in “Gamin aux Chaussures Dépareillés” (1933). L’indagine del corpo femminile sarà il fulcro del lavoro di Lee Miller, con numerosi autoritratti e nudi di modelle e modelli che lavoravano con lei sia in ambito di ricerca che di fotografia di moda.

Una mostra unica, dunque, sia per la qualità delle fotografie esposte, sia per il taglio innovativo nell’accostamento insieme biografico e artistico dei protagonisti di queste vicende. Un grande repertorio di immagini a disposizione del pubblico reso possibile grazie alla collaborazione con numerose istituzioni e gallerie nazionali e internazionali dallo CSAC di Parma all’ASAC di Venezia, dal Lee Miller Archive del Sussex al Mast di Bologna alla Fondazione Marconi di Milano. Realtà che hanno contribuito, tanto con i prestiti quanto con le proprie competenze scientifiche, a rendere il più esaustiva possibile tale ricognizione su uno dei periodi più innovativi del Novecento, con autentici capolavori dell’arte fotografica come i portfoli “Electricitè” (1931) e il rarissimo “Les mannequins. Résurrection des mannequins” (1938), testimonianza unica di uno degli eventi cruciali della storia del surrealismo e delle pratiche espositive del XX secolo, l’Exposition Internationale du Surréalisme di Parigi del 1938.

Curata da Walter Guadagnini e Giangavino Pazzola, la mostra sarà accompagnata da un catalogo contenente la riproduzione delle opere esposte, i saggi dei curatori e di altri studiosi, nonché essenziali note bio-bibliografiche.