Lucio Fontana. Omaggio a Leonardo
Partendo da un ragionamento sull’iconografia del cavallo, del cavallo rampante e del cavallo e cavaliere così frequenti in importanti artisti del Novecento che si sono inevitabilmente confrontati con il passato, si vuole mettere in relazione una parte della ricerca artistica di Lucio Fontana, soprattutto degli anni Trenta, con l’opera di Leonardo da Vinci.
Comunicato stampa
Partendo da un ragionamento sull’iconografia del cavallo, del cavallo rampante e del cavallo e cavaliere così frequenti in importanti artisti del Novecento che si sono inevitabilmente confrontati con il passato, si vuole mettere in relazione una parte della ricerca artistica di Lucio Fontana, soprattutto degli anni Trenta, con l’opera di Leonardo da Vinci.
In realtà, il confronto non è solo iconografico, ma metodologico: in entrambi è riconoscibile un procedimento empirico e sperimentale, e una verifica di ogni problema e di ogni soluzione; in entrambi, seguendo il pensiero del poeta e critico d’arte Emilio Villa, il primo a proporre nel 1940 questo parallelismo (poi velocemente ripreso dalla Bucarelli negli anni Settanta), la ricerca artistica si basa sui concetti di “semplicità” e “forza”: in Fontana si tratta di trovare il modo più semplice, diretto ed efficace per quel singolo problema stilistico e tematico affrontato.
Villa esprime queste considerazioni nel testo Lucio Fontana pubblicato su “Roma fascista” il 31 marzo 1940 (con la riproduzione di un disegno di Fontana, Battaglia, 1936 [36 DF 25]), come recensione della monografia di Morosini con 20 disegni di Fontana pubblicata da Corrente. Recensione che segue un altro testo di Villa su Leonardo Anima, prosa e gloria di Leonardo pubblicato su “Circoli” che va inserito nel novero della messe di pubblicazioni edite tra il 1938 e il 1939 in concomitanza dell’apertura della Sala leonardesca alla Biblioteca Ambrosiana il 31 marzo 1938 e della grande Mostra Leonardesca allestita al Palazzo dell’Arte di Milano da maggio a ottobre 1939. La lettura che Villa dà del pensiero di Leonardo e del suo approccio razionale ed esperienziale è certamente debitrice della letteratura del periodo che, soprattutto negli anni Trenta, risente di una certa euforia pro-Leonardo che vede in ogni sua intuizione una novità e un’anticipazione di quanto sarebbe avvenuto poi. Una prospettiva critica che, invece, è in parte cambiata nel secondo dopoguerra, grazie a precise limitazioni al mito di Leonardo e a una maggiore contestualizzazione delle sue ricerche nella realtà culturale, filosofica e scientifica del Quattro-cinquecento.
La riflessione sul confronto Fontana-Leonardo parte dai tre disegni di battaglie e cavalli pubblicati sulla monografia di Morosini e si allarga all’analisi dei disegni dedicati al tema delle battaglie e dei cavalli con o senza cavaliere realizzati da Fontana in quegli anni, mettendoli in relazione con quelli di Leonardo. In particolare, si confrontano i disegni di battaglie di Fontana con gli studi per la Battaglia di Anghiari di Leonardo con un attento rilevamento di particolari e dettagli. Quello della battaglia è un tema con cui Fontana si confronta a lungo, anche attraverso le ceramiche policrome del secondo dopoguerra, quando prosegue quella pratica avviata negli anni Trenta e che ha dato straordinari esemplari di animali, tra cui puledri rampanti e cavalli marini.
Un ulteriore momento di confronto è dato dalla grande Mostra Leonardesca tenutasi al Palazzo dell’Arte di Milano, collegata alla Mostra delle Invenzioni, che, presentò Leonardo come il maggior rappresentante del genio italico.
In occasione della mostra, Fontana realizza un bassorilievo con Cavallo rampante dorato montato nell’atrio d’ingresso dell’edificio su una gigantografia di un famoso disegno di Leonardo di collezione Windsor con l’Officina delle Bombarde. L’opera di Fontana è stata completamente dimenticata anche perché raramente divulgata già allora: ne rimane traccia in una didascalia e fotografia nella guida della mostra e in un articolo di Guido Piovene (l’unico che ne parla, nonostante le centinaia di articoli dedicati alla mostra). Altri pittori come Buffoni e Segota erano stati coinvolti per la realizzazione di decorazioni parietali e vengono invece regolarmente citati nelle recensioni.
Anche per questo cavallo rampante è possibile indicare parallelismi e riferimenti specifici a disegni di Leonardo.
Inoltre è utile ricordare che alla Leonardesca venne esposto un piccolo bronzo con Cavallo e cavaliere del Szépmuvészeti Mύzeum di Budapest (allora attribuito a Leonardo e ora alla cerchia leonardesca) che è un riferimento esplicito per il bozzetto in gesso con Cavallo e cavaliere per la formella “L’Arcivescovo Antonio da Saluzzo promulga la Bolla" per il concorso di II grado per la V porta del Duomo di Milano.