Import Export
MARS ha il piacere di annunciare la prima tappa a Locarno del progetto IMPORT EXPORT che inaugura un percorso di mostre ed eventi in collaborazione con la rada, spazio indipendente ticinese e Fuzao, realtà creata da studenti cinesi d’arte a Milano, e in particolare dalla giovane artista e curatrice Yimei Zhang, oggi operante a Locarno.
Comunicato stampa
MARS ha il piacere di annunciare la prima tappa a Locarno del progetto IMPORT EXPORT che inaugura un percorso di mostre ed eventi in collaborazione con la rada, spazio indipendente ticinese e Fuzao, realtà creata da studenti cinesi d'arte a Milano, e in particolare dalla giovane artista e curatrice Yimei Zhang, oggi operante a Locarno.
Tale partnership è stata premiata da Pro Helvetia nell'ambito del laboratorio creativo Viavai+, scambio tra Ticino, Vallese e Lombardia, svoltosi a Milano un anno fa. Tale laboratorio permise ai tre spazi d'arte di creare assieme il progetto Import Export che si avvia con questa tappa locarnese, cui seguiranno tappe a Shanghai e dintorni ed a Milano.
La nostra civiltà dei consumi si è basata sullo scambio internazionale di merci, secondo la dottrina liberista. Negli ultimissimi anni esso non sembra più esser messo in discussione solo dalla sinistra storica, quanto dalla destra sovranista. Infatti ormai non solo non viene permesso a buona parte della popolazione mondiale di muoversi liberamente come – sinceramente non si sa perché – può fare il flusso mondiale del turismo, anche molesto. Pure le merci son sempre più osteggiate, in una guerra economica condotta a colpi di dazi e limiti. È il caso per esempio di molte merci cinesi, e non solo da parte degli USA.
Siamo partiti dalla consapevolezza che le opere d'arte siano merci, anche se dalla natura assai peculiare.
L'idea è che mostrare opere in forma di merce – pur se in uno spazio non commerciale: la rada non è una galleria – possa provocare una riflessione sulla necessità della libertà di qualsivoglia movimento degli esseri umani.
In un luogo opportuno come la rada – sul cui tetto da poco è installata l'unica antenna 5G del Ticino (magari proprio di tecnologia Huawei...) – sarà il momento migliore per questa provocazione: quello del Locarno festival, quando in questa cittadina converge il pubblico e il mondo del cinema dal mondo intero.
Questa mostra è un'ampia collettiva che mette assieme sedici artisti svizzeri, italiani, cinesi e un americano, anche di differente generazione. A loro si aggiungono performer e videomaker (in buona parte svizzeri) che animeranno la sala del Teatro dei Fauni, che condivide con la rada l'atrio d'ingresso.
Grazie alla disponibilità del Festival, la rada apre lo stesso giorno, un’ora prima, la mostra Future Archive nel foyer dell'Altra Sala, collezione di progetti di design utopico per la sopravvivenza dell'uomo in un mondo sempre meno vivibile, ma a suo proposito rimandiamo al comunicato specifico.
Tra gli artisti svizzeri, molti sono i giovani e una tra loro partecipa a entrambe le mostre. Si tratta della romanda Morgane Erpen, artista che lavora creando forme metaorganiche, in transizione tra vari ambiti disciplinari. Il ticinese Andrea Marioni, operante a Bienne, crea progetti basati su emergenze sociali; in questo caso ha prodotto un'opera ad hoc sul tema del commercio di armi. Sempre dal Ticino, ma operante in Belgio, Hektor Mamet – già autore di opere di design disfunzionale - ha lavorato stavolta sul tema della sovrabbondanza di imballaggi. Sia Gil Pellaton che Cassidy Toner creano opere scultoree fantasmagoriche, dall’intenso understatement ironico e talvolta cinetiche. Karim Forlin - anch'egli ticinese, operante a Ginevra - ha creato uno spazio di riposo e dialogo utile agli spettatori e anch’esso assai giocoso.
Harry Druzd, americano di New York, esporrà sia piccoli dipinti su tela che un'installazione creata per questa esposizione e che unisce arte cinetica a realtà simulata.
Fabio Carnaghi, curatore e co-direttore a MARS, ha scritto: «Gli artisti italiani presentati nel progetto Import Export documentano pratiche differenti che si rifanno ad una cultura che si estende da suggestioni poetiche a sperimentazioni eclettiche allusive a linguaggi mutuati da apporti interdisciplinari. Attraverso multiformi indagini mediali il riuso è motivo conduttore della mia selezione.
Lorenza Boisi persegue una ricerca che recupera i features tradizionali della pittura, tradotti in figurazione pittorica e nel suo alter ego figulino. Devis Venturelli attraverso il tessuto dà forma a una sintassi oggettuale che si avvale di un linguaggio ibrido – tratto dall’installation art e dal medium filmico, consueto per Venturelli – ponendo l’attenzione sul concetto sartoriale di montaggio e su procedure di salvataggio. Francesca Ferreri concentra la sua ricerca sul processo di stratificazione che colma una distanza spazio-temporale tra oggetti di utilità trascorsa, generativa di una nuova superficie materica, fatta di gessi mescolati a pigmenti, sabbie, quarzo e resine consolidanti, secondo una prassi, con forte valenza poietica, propria delle tecniche di restauro. Yari Miele ricorre a marmi policromi scartati a seguito del loro impiego industriale in tarsie realizzate al laser, da cui derivano forme sensibili che stimolano l’immaginario dell’artista per la loro luminescenza, opacità e tracciati di venature e inclusioni.»
Yimei Zhang invece, a proposito degli artisti cinesi: «Per Import Export ho pensato di selezionare artisti cinesi emergenti. Le opere spaziano dalla pittura alla grafica fino al video e alla fotografia in una visione multimediale.
Xiao Longhua opera in vari ambiti come la pittura, il fumetto e la scultura. Il suo immaginario consiste nell’assemblaggio e nella ricomposizione di parti di oggetti, creando ibridi presentati in questo caso in una narrazione affidata al video. Yu Chenye presenta opere grafiche tradotte in stampe che hanno una concezione metafisica in visioni urbane che nonostante la contemporaneità degli scorci diventano suggestioni mnemoniche. Lvya realizza degli arazzi in tessuto stampato in un’iconografia pop a partire dalla autobiografica contingenza di un'allergia al polline dei fiori. Ne derivano immagini colorate in un’estetica fumettistica.Tao Siqi si occupa di pittura. Particolari del quotidiano come oggetti, animali, figure umane divengono paesaggi soggettivi a tinte forti. Infine ho pensato di affiancare ad artisti della mia generazione delle mie fotografie che indagano i dettagli che mi circondano ormai trasformati in forme e colori attraverso incessanti esercizi di composizione.»
L’esposizione si apre alla rada in via della Morettina 2, Locarno, mercoledì 7 agosto e sarà visibile fino a sabato 7 settembre, con ingresso libero. Durante il film festival sarà aperta tutti i giorni dalle 18 alle 22, mentre dal 22 agosto sarà aperta dal giovedì al sabato, dalle 14 alle 19, oltre che su appuntamento concordabile scrivendo a [email protected] o chiamando i numeri +41 76 4391866 o +39 320 4866373.
Come detto, durante il festival la rada organizza anche un programma di proiezioni e performance, nella sala del Teatro dei Fauni, sempre a ingresso libero.
Durante la serata inaugurale, dalle 18 alle 23, vi sarà proiettato il cortometraggio Femme with gun, opera di Andrée Julikà Tavares e Gianluca Monnier (parapluie), opera che riprende l’immaginario dei film noir e in particolare la figura della femme fatale, con una crasi concettuale – fin dal titolo – tra scene francofone e anglofone nel mondo del cinema d’antan.
Nei prossimi giorni comunicheremo man mano gli altri appuntamenti del programma di performance e proiezioni alla rada.
Infine, dall’8 al 17 agosto, dalle 22 alle 3 di notte, la rada ospiterà gli EXIST party, serate musicali ad accesso gratuito ma limitato, dove i professionisti del cinema avranno la possibilità di svagarsi, dialogare e ballare.