Gallery Weekend Updates: Neugerriemschneider inaugura Wei Wei ma Ai non c’è. E Berlino si stringe idealmente attorno a lui
Ore 16. Linienstrasse 155. Galerie Neugerriemschneider, palcoscenico centrale del Berlin Gallery Weekend. E non soltanto per la prominenza della galleria, o perché Neugerriem è tra gli organizzatori dell’evento. Ma perchè l’attesissima inaugurazione della personale di Ai Weiwei, con i due nuovi lavori Tree (2011) e Rock (2011), sarà ricordata come il vero place to be […]
Ore 16. Linienstrasse 155. Galerie Neugerriemschneider, palcoscenico centrale del Berlin Gallery Weekend. E non soltanto per la prominenza della galleria, o perché Neugerriem è tra gli organizzatori dell’evento. Ma perchè l’attesissima inaugurazione della personale di Ai Weiwei, con i due nuovi lavori Tree (2011) e Rock (2011), sarà ricordata come il vero place to be dell’intera manifestazione.
Ai Weiwei, che ha già acquistato uno spazio per il suo nuovo atelier in una vecchia centrale idroelettrica sulle sponde della Sprea, avrebbe dovuto trasferirsi Berlino e presenziare l’opening di oggi. Arrestato – come più volte ricordato – il 3 aprile scorso all’aeroporto di Pechino, l’artista risulta a oggi irraggiungibile. Nelle ultime settimane le sue vicende hanno riempito le strade della capitale di volantini e azioni urbane; e anche oggi, più che la presenza delle sue opere, è la sua assenza la vera protagonista dell’evento. Il popolo dell’arte è accolto da un folto comitato di Amnesty International, con tanto di cartelli e petizioni bilingue, e da un mastodontico brig-print recitante il motto delle movimento pro Ai Weiwei: Where is Ai Weiwei?
L’empatia dimostrata dalla città nei confronti del sequestro dell’artista ha assicurato ai galleristi una partecipazione sentita e numericamente impressionante, tanto da richiedere un ingresso controllato. Gadget della mostra le spille pin button in inglese, tedesco e cinese. Il logo ovviamente Where is Ai Weiwei… Lungi dal condannare la passione civica dell’arte, viene da chiedersi chi sarà ad approfittare dell’operazione, se Ai Weiwei e la lotta per i diritti umani in Cina, o piuttosto il turn over dei mercati dell’arte contemporanea. O ancora il gigante del lusso Louis Vuitton, che ha coperto le vetrine del suo flagstore parigino con il viso di Ai Weiwei…
– Sara Giannini
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