Torna “A Performance Affair” di Bruxelles. La fiera dedicata esclusivamente alla performance
Torna la fiera belga incentrata sulla performance, con il titolo re:production. Si svolgerà dal 6 all’8 settembre 2019 presso il Vanderborght Building, in concomitanza con il Brussels Gallery Weekend.
Dopo il successo della prima edizione, torna dal 5 all’8 settembre A Performance Affair, in collaborazione con il Brussels Gallery Weekend. La fiera trasformerà due piani del Palazzo Vanderborght – nel centro storico della città – in una fitta programmazione di tre giorni, con le esibizioni di 30 artisti presentati da gallerie internazionali. Mentre esistono numerosi festival dedicati alle arti performative, la manifestazione belga propone per la prima volta un format fieristico, ponendosi allo stesso momento degli interrogativi sul rapporto tra questa disciplina e la sua vendibilità. Una sfida ambiziosa che pone al centro le necessità degli artisti e la loro capacità di affrontare il sistema.
A PERFORMANCE AFFAIR, GLI ARTISTI
Divisi in diversi spazi e diverse fasce orarie, gli artisti invitati al Performance Affair inizieranno a esibirsi a partire 11 del mattino fino a tardo pomeriggio. Tra i più attesi ci sono Nazia Andaleeb Preema, che rappresenta il Bangladesh alla Biennale di Venezia di quest’anno, e János Szirtes, tra i più acclamati performer ungheresi; tra i nomi internazionali (Jelili Atiku, Kelvin Atmadibrata, Mira Calix, Andjeas Ejiksson, Olaf Nicolai, Gluklya Pershina, Asad Raza, Sislej Xhafa e Christian Jankowski), sono presenti anche alcuni artisti italiani, come Marinella Senatore (con un progetto speciale), Salvatore Viviano e Anna Mancuso. “La performance, che era molto criticata quando ho iniziato, è ora uno strumento riconosciuto per mettere in discussione le nostre relazioni on il pubblico e con i nostri corpi”, spiega Orlan, l’artista francese diventata celebre per le sue declamazioni poetiche eseguite durante interventi di chirurgia plastica. “Non è un atto o uno stile effimero, ma una pratica artistica a sé stante. Prevarrà nel tempo ed è lì per mettere in prospettiva, per mettere in discussione ed erotizzare le altre pratiche. Non dimentichiamo che il corpo è politico e l’arte serve per non morire di verità, come affermava Nietzsche”.
QUALE COMMERCIO PER LA PERFORMANCE ART?
Nonostante sia ampia la presenza della performance nel panorama contemporaneo, è difficile per un artista sostenersi con questa pratica, dovendo ricorrere a espedienti come produzione di filmati o oggetti commerciabili ad essa legati. Oltre a creare una fiera (con una concreta attività di compravendita), A Performance Affair nasce con l’intento di indagare alcune questioni: come si diventa collezionisti di performance? In che modo sono collegati scenari, registrazioni o artefatti? Il video e altri mezzi di rappresentazione possono giovare o nuocere alla performance? Saranno anche gli stessi artisti a mettere in campo soluzioni originali per creare delle alternative a strade già percorse: Ariane Loze propone il suo lavoro sotto forma di una scatola contenente le istruzioni affinché tutti possano replicare la sua esibizione; mentre il collezionista che acquisisce Help, di Lieven Segers, riceve non solo un set di oggetti ma anche la possibilità di un’esibizione annuale dell’artista.
– Giulia Ronchi
A Performance Affair
Dal 5 all’8 settembre 2019
Inaugurazione 5 settembre
Vanderborght Building
50 Rue de l’Ecuyer / Schildknaapstraat 50,
1000 Brussels
[email protected]
www.aperformanceaffair.com
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